La commissione Sanità del consiglio regionale ha completato ieri, articolo dopo articolo, l’approvazione del testo dell’Azienda Zero. Prima dell’approdo in aula, teoricamente possibile per il 14 giugno, saranno necessari il via libera del Bilancio per verificare la copertura finanziaria e un nuovo passaggio in Quinta per un paio di revisioni concernenti le conferenze dei sindaci e le Usl attualmente commissariate. Ma proprio su questo piano è scoppiato un caso politico, con l’esponente della maggioranza Sergio Berlato che ha dato voce alle lamentele delle aziende periferiche a riguardo di quello che le minoranze congiuntamente hanno definito «il saccheggio della sanità veneta». Tre quarti dell’articolato erano già stati licenziati nella seduta precedente, sicché sulla carta quest’ultima convocazione si era presentata in discesa, nonostante il dem Claudio Sinigaglia avesse annunciato lotta dura attraverso una serie di emendamenti dedicati al mantenimento dei 21 livelli distrettuali e alla difesa delle case di riposo pubbliche.
Il colpo di scena si è però materializzato ad opera di Berlato, capogruppo di Fratelli d’Italia, il quale ha riferito ai colleghi le doglianze raccolte nella sua Santorso (Usl 4 dell’Alto Vicentino, destinata ad essere assorbita dalla Usl 3 di Bassano del Grappa nella nuova «Pedemontana») circa «lo smantellamento e lo spostamento di apparecchiature da alcuni ospedali verso altre aziende sanitarie».
Va da sè che le minoranze sono insorte all’unisono, tanto da diffondere più tardi un comunicato congiunto. Ha attaccato il pentastellato Jacopo Berti: «Sono rimasto allibito quando ho sentito questa rivelazione. Si stanno scannando sull’Azienda Zero da mesi e probabilmente la maggioranza non uscirà indenne dall’aula. E le crepe stanno diventando ogni giorno più grandi, tanto che Zaia si ritroverà presto a non poterle più tappare con il dito». Ha rincarato il tosiano Andrea Basi: «Sono già in atto, in particolare nelle province in cui l’accorpamento è più forte (Verona e Padova su tutte), i preparativi per spogliare di servizi le periferie e concentrare tutto nei capoluoghi. Con ovvi disagi e disservizi per la cittadinanza». Ha aggiunto la dem Alessandra Moretti: «Se quanto dichiarato da Berlato corrisponde a verità, Zaia dovrebbe spiegare ai veneti che ci sono strutture ospedaliere di serie A e strutture ospedaliere di serie B».
In effetti è stata la stessa maggioranza di centrodestra a pretendere spiegazioni dal proprio alleato, sospendendo la seduta per tre quarti d’ora. Il punto di partenza di questo confronto è stato la lettera inviata giusto ieri a tutti i consiglieri regionali da Robertino Cappozzo, presidente della conferenza dei sindaci dell’Alto Vicentino, per protestare contro il passaggio del progetto di legge che parla di «soppressione dell’Ulss 4», rivendicando piuttosto il valore di «integrazione» nel processo di fusione con l’Usl 3. «In effetti questo punto può essere scritto meglio — ha concesso il capogruppo leghista Nicola Finco — tant’è vero che ci siamo riaggiornati per riformulare questo e un altro aspetto, riguardante in quel caso le dimensioni delle assemblee dei sindaci». Poi però il faccia a faccia è proseguito sui presunti trasferimenti di apparecchi e strumentazioni dalle aziende commissariate a quelle capofila. «Capisco la posizione di Sergio, pressato dai sindaci del suo territorio — ha commentato ancora Finco — ma questi timori sono infondati, altrimenti che senso avrebbe il project financing in corso a Santorso? Ora comunque con Berlato ci siamo chiariti e la maggioranza è compatta».
L’opposizione però non demorde. «In aula sarà battaglia — ha ribadito Sinigaglia — perché questa legge, per com’è scritta, è un gran pasticcio». (Il Corriere del Veneto)
IL TESTO PASSA DOPO UNA VERIFICA DI MAGGIORANZA VOLUTA DA BERLATO
La commissione ha licenziato ieri sera il “pdl 23”: via libera alla riforma della sanità. Ora approderà in Consiglio per la discussione e il voto martedì 14 giugno. È in programma una maratona di tre giorni. E quando si arriverà all’approvazione, sarà davvero rivoluzione: dal 2017 scatterà la riduzione del numero delle Ulss (da 21 a 9, una per provincia tranne a Vicenza e a Venezia dove saranno due). E dall’estate la Giunta avrà il tempo per definire i decreti per l’attuazione dell’Azienda Zero, una sorta di “super Ulss” che avrà il compito di accentrare e gestire servizi amministrativi e legali delle Ulss.
INNOVAZIONE NAZIONALE «L’avevamo promesso e ci siamo arrivati – dichiara l’assessore alla sanità, Luca Coletto -. E un’innovazione a livello nazionale. Il Veneto si è sempre dimostrato all’avanguardia in questo settore e continuerà ad esserlo adesso grazie a questa nuova legge». Soddisfatto anche il presidente della commissione, Fabrizio Boron, che ha spiegato come tutti gli articoli ora siano stati votati a maggioranza: «La settimana prossima il progetto di legge dovrà essere approvato in Commissio ne bilancio. Poi convocherò una seduta per il voto finale sul testo che passerà quindi in Consiglio».
Un passaggio formale che non cambia la sostanza: la nuova sanità del Veneto è scritta in 21 articoli. Una sanità che in campagna elettorale era stata annunciata dal governatore Luca Zaia e che ora, a distanza di un anno, si concretizza in una bozza di legge che andrà affinata in sede di Consiglio, ma che nei punti fondanti è chiara.
LA DENUNCIA. Un vero è proprio traguardo visto che gli scivoloni in maggioranza non sono mancati in questi mesi e neppure le versioni del maxi-emendamento. Anche ieri il colpo di scena a firma Sergio Berlato (Fdl): in commissione, a porte chiuse, ha denunciato uno spostamento di apparecchiature da ospedali destinati ad essere accorparti a quelli maggiori. E l’opposizione affonda: «Berlato ha rivelato che è in atto un vero e proprio saccheggio del comparto sanitario veneto – denunciano in una nota comune Jacopo Berti (M5s), Alessandra Moretti (Pd) eAndrea Bassi (Fare!) -. Lo spostamento degli apparecchi avviene per fini meramente elettorali e per alimentare bacini di voti, ma la mossa mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Siamo scandalizzati da questo comportamento inaccettabile e inqualificabile per chi si trova a gestire la sanità pubblica. Se quanto dichiarato da Berlato corrisponde a verità, Zaia dovrebbe spiegare ai veneti che ci sono strutture ospedaliere di serie A e strutture ospedaliere di serie B. Se, dopo le inquietanti dichiarazioni, Berlato farà retromarcia, ci chiediamo quali siano i motivi reali che lo hanno indotto a ritrattare la sua pesante denuncia».
I CHIARIMENTI, Fuori dall’aula Berlato però non ci sta e corregge: «Non è proprio così. Sono stato informato dai sindaci dell’Ulss 4 della volontà di spostare alcuni macchinari, ora in carico a Chirurgia dell’ospedale di Santorso, a quello di Bassano. Sarebbe la dimostrazione del venire meno ad un principio che era stato assicurato: la non penalizzazione delle Uiss che verranno accorpate. Ho chiesto allora chiarimenti alla maggioranza pretendendo le adeguate garanzie per evitare che tutto questo accada. Altrimenti sono pronto a ritirare la firma dall’emendamento e a non appoggiare la manovra». La commissione è stata sospesa per oltre mezz’ora per un confronto e la situazione è rientrata, con Berlato che ha mantenuto il suo ruolo in coalizione.
CONFERENZE DEI SINDACI. I lavori poi sono ripresi con l’analisi degli ultimi articoli, quelli riguardanti il sociale e il ruolo della Conferenza dei sindaci. Secondo la nuova geografia sanitaria ci saranno le Conferenze dei sindaci dei distretti (corrispondono alle Uiss attuali che verranno “declassate”) e anche un “esecutivo” formato da una rappresentanza di sindaci per ogni nuova Ulss. Per esempio a Vicenza le vecchie Ulss 5 e 6 manterranno le loro rappresentanze dei sindaci. L’ “esecutivo” della nuova Ulss sarà poi formato da 5 componenti: due dall’ex Ulss 5 e due dall’ex liss 6, con un presidente. Infine l’assessore al sociale, Manuela Lanzarin, si è impegnata a presentare un emendamento in Consiglio per definire ruoli e competenze della Conferenza sindaci nelle Ulss, nei distretti e nelle “articolazioni”. (Il Giornale di Vicenza)
1 giugno 2016