La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca. Il testo, all’articolo 2-bis, affronta il tema delle scuole di specializzazione non mediche. Qui si spiega come, in attesa di una definizione organica della materia, le scuole di specializzazione riservate alle categorie dei veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi, verranno attivate in deroga a quanto stabilito dalla legge n. 401 del 2000, senza che da ciò derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Senza cioè contemplare un finanziamento ad hoc sulla scorta di quello già esistente per le specializzazioni in medicina. Si sbloccheranno però in questo modo quei percorsi post lauream bloccati da oltre due anni, ma gli Atenei potranno avviare i bandi senza alcun riconoscimento economico per i veterinari che intendono specializzarsi per accedere alle posizioni del Ssn.
Di fondamentale importanza l’art. 2-bis sulle Scuole di specializzazione non mediche. «Nelle more di una definizione organica della materia – si legge nel provvedimento – le scuole di specializzazione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162, riservate alle categorie dei veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi sono attivate in deroga alle disposizioni di cui al comma 1 dell’articolo 8 della legge 29 dicembre 2000, n. 401. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».
La norma supera la rilevazione annuale del fabbisogno, prevista ai fini della ripartizione delle borse di studio e di fatto sblocca l’emanazione dei bandi da parte degli Atenei spuntando le armi di chi in questi anni si è battuto per il riconoscimento dello status economico degli specializzandi «non medici».
Quindi il «no» alla borsa di studio riapre i percorsi post lauream bloccati da oltre due anni, sebbene a esborso zero . E il nuovo provvedimento schiarisce in prospettiva l’orizzonte anche per le scuole di specializzazione così dette ad accesso misto (Microbiologia e virologia, Patologia clinica e Biochimica clinica, Genetica medica, Farmacologia e Tossicologia clinica, Scienza dell’alimentazione, Statistica sanitaria e biometria) che per i medici sono già attive in forza del Dl 68/2015, ma che per i «non medici» sono disciplinate in una bozza di decreto interministeriale predisposta dal Cun da oltre un anno, ad aprile 2015, e che ancora non ha visto la luce.
Approvato il Dl Scuola, che di fatto esclude gli specializzandi delle scuole ad accesso esclusivo per i “non medici” e quelli con laurea differente da medicina che si iscrivono alle scuole ad accesso misto dalla possibilità di ottenere le borse, il decreto interministeriale sulle scuole ad accesso misto potrà essere firmato dai due ministri (Istruzione e Salute) e andare in Gazzetta.
Gli Atenei potranno avviare i bandi senza alcun riconoscimento economico per i medici veterinari che intendono specializzarsi per accedere alle posizioni del Ssn. A questo proposito il segretario nazionale Sivemp, Aldo Grasselli, il presidente della Conferenza permanente dei Direttori di Dipartimento di medicina veterinaria, Attilio Corradi, il componente della Conferenza con delega per le Scuole di specializzazione, Giovanni Re e il Presidente Fnovi, Gaetano Penocchio, su proposta del Sivemp hanno indirizzato una lettera a tutti i deputati per chiedere al Parlamento di emendare il provvedimento per porre fine alla ormai insopportabile sperequazione tra medici chirurghi e medici veterinari.
25 maggio 2016