Il governatore del Veneto Luca Zaia: «Non intendo scaricare sui veneti il problema che ci crea Roma, quindi si sappia sin d’ora che impugneremo la Legge di Stabilità. Il premier, se avesse coraggio, dovrebbe concentrare i tagli sulle Regioni sprecone, non affogare i virtuosi». Così in un’intervista al quotidiano Gazzettino Zaia assicura che non imporrà «nessun nuovo balzello», né addizionale Irpef e né aumento dei ticket. «La filosofia di questo governo è far credere che ci siano meno tasse, solo che c’è un lato B ed è quello dei tagli», dice Zaia. «Io ho a cuore i veneti e quello che prevede la Legge di Stabilità sul fronte della sanità è inaccettabile, si vuole andare verso una sanità per soli ricchi. L’allarme che viene dai sindacati vicentini è fondato: l’impossibilità di assumere i medici e gli infermieri che servono a coprire i turni e a rispettare le nuove norme europee che entreranno in vigore il 25 novembre sui tempi di riposo è uno degli effetti più gravi dei tagli alla sanità inferti dalla legge di stabilità».
«E’ un vero e proprio taglio ai servizi, che stresserà il personale oltre i limiti del leciti e accenderà tensioni sul piano sindacale”. Lo sottolinea il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, alla luce dell’allarme lanciato dai sindacati sulla carenza di personale negli ospedali e in relazione ai tagli previsti dalla legge finanziaria. “In queste ore – dice Zaia – stiamo facendo uno sforzo immane per reperire, fuori dalle cure e dal personale, il necessario per far fronte ai 250 milioni di tagli che si vogliono appioppare al Veneto nel 2016, ma è un’impresa titanica. La vergogna di non aver applicato i costi standard nel suddividere i sacrifici, ha infatti creato una situazione per cui, mentre agli spreconi si lascerà sprecare, si costringono i virtuosi a raschiare il fondo di una barile di appropriatezza della spesa già raschiato negli anni”.
“Di questo barile raschieremo anche il legno e non metteremo né addizionali Irpef (unici in Italia a non averlo ancora fatto) né ticket regionali oltre a quelli già imposti dallo Stato – aggiunge Zaia – ma attualmente sono ad alto rischio il Piano di assunzioni per centinaia di unità che avevamo definito con un investimento non inferiore a 50-60 milioni l’anno; le Medicine di Gruppo (le ultime 15 autorizzate poche settimane fa); gli ospedali di comunità; i nuovi Lea; i farmaci oncologici ad alto costo; i farmaci per l’epatite C e gli altri innovativi”. “Questo rischia di accadere in una Regione con i bilanci sanitari in attivo da 5 anni, ed è uno scandalo contro il quale ci rivolgeremo alla Corte Costituzionale. Dai 115 miliardi e 444 milioni previsti dal tuttora vigente Patto Nazionale per la Salute – fa i conti Zaia – siamo precipitati ai 111 annunciati dal Governo con un buco di 4 miliardi 444 milioni. Ma non basta, perché un buco di 2 miliardi 097 milioni c’è anche prendendo per buona l’Intesa del 2 luglio 2015, che il Veneto non sottoscrisse perché già abbastanza iniqua, che fissava la posta 2016 in 113 miliardi 097 milioni”.
«Gelli convinca il suo governo a disdettare unilateralmente il Patto Nazionale per la la Salute 2014-2016, assumendosene tutte le responsabilità, ma fino a quel momento taccia, perchè con il suo tanto decantato aumento di un miliardo al massimo riduce il taglio a 3 miliardi 444 milioni, perché tra i 111 miliardi gentilmente elargiti dalla sua legge di stabilità e i 115 miliardi 444 milioni previsti dal Patto c’è un buco grande come una casa”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia risponde al responsabile sanità nel dipartimento welfare del Pd Federico Gelli che, nel rispondere alla decisione del Veneto di ricorrere contro la legge di stabilità e i tagli alla sanità che vi sono previsti, ha sostenuto che in realtà il fondo sanitario è stato aumentato di un miliardo. “Il gioco delle tre carte non funziona più – aggiunge Zaia – perché i numeri non si prestano all’uopo, e i numeri sono scritti in un atto ufficiale come il Patto per la Salute, tuttora vigente, che un altro atto ufficiale del Governo, la legge di stabilità, disconosce”. “In quella specie di elemosina che in realtà è quel miliardo – conclude Zaia – dovremmo farci stare i maggiori costi per il farmaci contro l’epatite, quelli per i farmaci innovativi, quelli per gli aumenti fisiologici dei costi di approvvigionamento, quelli per i rinnovi contrattuali del personale. Il Veneto, con i conti in ordine da 5 anni, perderà in realtà altri 250 milioni quando, se avessero avuto il coraggio di applicare i costi standard e colpire chi spreca, non un euro sarebbe stato dovuto. Questa è la verità, Gelli o non Gelli”.
26 ottobre 2015