Peccato per gli esclusi, felicitazioni agli entranti ma certo, non è normale. Non è normale che si debbano attendere due settimane per sapere con certezza chi è stato scelto dal popolo elettore, con ciò ritardando a cascata l’intero iter burocratico dalla prima seduta del consiglio regionale alla formazione della giunta Zaia bis . Un ritardo ancor più grave se si guarda all’esito finale del riconteggio, un vero e proprio stravolgimento dell’emiciclo tratteggiato dalle simulazioni dopo il 31 maggio, con nomi pesanti che saltano ed altrettanti che ritornano, cui si aggiunge l’ovvia minaccia di nuovi ricorsi. Colpa della legge elettorale approvata in Regione nell’ultima legislatura, dicono: «Si presta a troppe interpretazioni». Tant’è, solo alle 14.20 di ieri il presidente dell’Ufficio centrale regionale presso la corte d’appello di Venezia ha sciolto il rebus che si era venuto a creare dopo le proteste di alcuni esclusi eccellenti, come l’ex vicegovernatore Marino Zorzato o l’ex assessore all’Ambiente Maurizio Conte.
E allora, proprio Zorzato e Conte tornano a Palazzo Fini, stavolta sui banchi dell’opposizione, dopo aver sostenuto la candidatura di Tosi contro Zaia. Zorzato (Ncd) scalza il medico chioggiotto Massimo Mancini, l’uomo su cui aveva deciso di far confluire i suoi voti Carlo Alberto Tesserin, il decano del consiglio che dopo cinque mandati ha lasciato Palazzo Ferro Fini per diventare primo procuratore di San Marco. Nel cervellotico gioco dei resti, Conte (Lista Tosi) si prende invece il seggio che inizialmente era stato attribuito al presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro. «Sono qui seduto alla scrivania, mi sto dedicando a una casetta perché ormai mi ero risolto a tornare al mio vecchio lavoro, quello di ingegnere… – sorride Zorzato -. Che posso dire, penso sia stato compiuto un atto di giustizia, verso di me e verso i tanti padovani che mi hanno votato. Bastava guardarsi la legge per capire che non poteva finire altrimenti che così».
Raggiante, com’è ovvio, pure Conte: «Il meccanismo della democrazia non ha scoperto il fianco all’illogicità giuridica – dice – sono felice che la lista Tosi abbia trovato giusta rappresentanza anche a Padova. Da qui ripartiamo col nostro progetto fatto di rapporto diretto con i veneti, lavoro e concretezza».
Lo stesso progetto, a dire il vero, che avrebbe voluto portare avanti Muraro: «Valuterò con i miei legali se ci sono i margini per ricorrere a mia volta – commenta laconico il trevigiano – ma fin dall’inizio ho evitato di fare i salti di gioia, a telefonate e telegrammi di congratulazioni ho sempre risposto: “Calma, aspettiamo”. Vado avanti in Provincia? Vediamo, bisogna capire che intende fare la maggioranza». Postilla non casuale, visto che la sua permanenza in Provincia è nelle mani della Lega, che non gli ha perdonato il trasbordo armi e bagagli con Tosi.
Sempre a Treviso, confermato l’avvicendamento tra l’indipendentista Rolando Bortoluzzi e Simone Scarabel del Movimento Cinque Stelle, entra in consiglio il sindaco di Oderzo Pietro Dalla Libera, cui va il seggio della lista pro Moretti Veneto Civico al posto della bellunese Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano di Cadore. Come consigliere della provincia dolomitica entra dunque Franco Roccon di Noi Veneto Indipendente (area Zaia) che nella lotta fratricida soffia lo scranno alla compagna di lista Ilaria Padoan, pure lei come Mancini medico a Chioggia, assurta agli onori delle cronache nei giorni scorsi perché risultata eletta con sole 80 preferenze. Un record durato poco.
A Padova,per far posto a Conte e Zorzato, vengono esclusi dal consiglio il sindaco di Carceri Tiberio Businaro e quello di Albignasego Massimiliano Barison, che liberano di pari passo due caselle per la lista Zaia Presidente e per Forza Italia, subito occupate dai veneziani Gabriele Michieletto di Scorzè (inventore delle magliette «AraCheSoStufo» che spopolano tra i leghisti) e Otello Bergamo, assessore all’Urbanistica di Jesolo. «Non ne so nulla – sbotta Barison – ma mi pare incredibile: come può saltare il seggio di Forza Italia a Padova, dopo che abbiamo conquistato più voti che a Vicenza?». Strano a dirsi in effetti, ma è così. E da oggi scatta il countdown per la nuova giunta: Zaia ha 10 giorni di tempo.
Elezioni regionali: proclamato il Presidente della Giunta e i consiglieri eletti per la X Legislatura
La composizione del nuovo Consiglio Regionale del Veneto è stata definita stamani con la proclamazione del Presidente della Giunta regionale e dei Consiglieri regionali eletti ad opera dell’Ufficio centrale regionale presso la Corte di Appello di Venezia. Il Presidente della Giunta regionale sarà Luca Zaia. I consiglieri che siederanno a Palazzo Ferro Fini per la X Legislatura sono: per la Lista Zaia, Gianpaolo Bottacin, Fabrizio Boron, Luciano Sandonà, Gabriele Michieletto, Silvia Rizzotto, Sonia Brescacin, Nazzareno Gerolimetto, Alberto Villanova, Francesco Calzavara, Fabiano Barbisan, Stefano Valdegamberi, Nicola Finco, Manuela Lanzarin; per la Lega Nord: Roberto Marcato, Giuseppe Pan, Stefano Falconi, Gianpiero Possamai, Riccardo Barbisan, Gianluca Forcolin, Alessandro Montagnoli, Luca Coletto, Roberto Ciambetti, Marino Finozzi. Forza Italia sarà rappresentata da Otello Bergamo, Massimo Giorgetti ed Elena Donazzan, mentre Franco Roccon sarà consigliere per Indipendenza Noi Veneto e Sergio Berlato rappresenterà Fratelli d’Italia. Per Alessandra Moretti (candidato presidente con il secondo numero di preferenze) sono stati eletti: Graziano Azzalin, Stefano Fracasso, Bruno Pigozzo, Piero Ruzzante, Orietta Salemi, Claudio Sinigaglia, Andrea Zanoni e Francesca Zottis per il PD; la lista Moretti presidente sarà rappresentata da Franco Ferrari e Cristina Guarda, mentre Pietro Dalla Libera è stato eletto per Veneto Civico. Il Movimento 5 Stelle porterà a Palazzo Ferro Fini cinque consiglieri: Jacopo Berti, Simone Scarabel, Erika Baldin, Manuel Brusco e Marco Dalla Gassa. La coalizione che sosteneva Flavio Tosi sarà rappresentata dai “tosiani” Andrea Bassi, Maurizio Conte e Stefano Casali, da Marino Zorzato per Area Popolare e da Giovanna Negro per il Veneto del Fare. Dieci le donne che andranno a prendere posto a Palazzo Ferro Fini (19,6% dell’intero Consiglio; prima era il 6,5%, con quattro elette alle regionali del 2010). I più votati alle regionali del 31 maggio sono risultati Berlato (10.422 voti), Giorgetti (8.468) e Berti (7.904 voti). Dalla data della proclamazione decorre il termine di 10 giorni previsto dal Regolamento del Consiglio regionale per la seduta di insediamento del Consiglio regionale con all’Ordine del giorno la elezione del Presidente del Consiglio regionale e dell’Ufficio di presidenza.
Consiglio Veneto e Corriere del Veneto – 16 giugno 2015