L’abolizione dei contratti di collaborazione introdotta nel settore privato con il Jobs act, sarà estesa anche al pubblico. Ma bisognerà ancora attendere due anni, fino al 2017. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro della Funzione Marianna Madia, a margine di un convegno sulle società pubbliche e i servizi locali organizzato dall’associazione Prodemos. A partire dal 2017, ha sottolineato il ministro, «si faranno i concorsi e si ricomincerà da un approccio sano di entrata». Quanto al precariato storico, il ministro della Funzione pubblica ha voluto sottolineare come ci siano «realtà nella pubblica amministrazione che si reggono sui co.co.co». Madia ha spiegato che «è ragionevole prevedere delle tutele, delle riserve», per questi lavoratori, anche se, ha aggiunto, «dobbiamo ancora vedere come».
Una cosa è certa ha spiegato ancora Madia: il canale per accedere alla Pubblica amministrazione con contratti a tempo indeterminato «resta quello del concorso». Ma altrettanto sicuro è che «non si può andare avanti così con questa confusione e c’è bisogno di ordine». In realtà è da tempo che si parla della stabilizzazione dei precari che, secondo gli ultimi dati dell’Istat, nella pubblica amministrazione sarebbero oltre 127 mila. Senz contare ovviamente i 140-150mila precari della scuola che hanno invece un percorso diverso e per i quali il governo ha già avviato il piano di stabilizzazione nell’ambito del provvedimento sulla «Buona scuola».
LATEMPISTICA In realtà un piano di stabilizzazione dei precari nella Pubblica amministrazione era già stato introdotto dalla legge D’Alia e prevedeva che fino al 2016 il 50% dei posti messi a concorso nel pubblico fossero riservati a chi negli ultimi cinque anni avesse lavorato per almeno tre anni in un’amministrazione statale o locale. Tuttavia, questo percorso di stabilizzazione è stato rinviato di due anni, quindi fino alla fine del 2018, dalle linee guida in materia di personale delle Province adottate nei giorni scorsi dal ministero della Funzione Pubblica e da quello degli Affari Regionali. Uno slittamento necessario per far posto negli organici della Pubblica amministrazione proprio al personale in esubero delle amministrazioni provinciali.
Al convegno organizzato da Prodemos, era presente anche il sottosegretario Angelo Rughetti che è intervenuto sulla razionalizzazione delle società pubbliche contenuta all’interno della delega sulla Pubblica amministrazione. «Con la delega sull Pa», ha spiegato, «è in corso una riorganizzazione della Repubblica basata su piani industriali-territoriali con cui si stabilisce quali e quante società di servizi sono necessarie per erogare prestazioni ai cittadini». Questo, ha aggiunto, «produrrà una diminuzione drastica di poltrone inutili». Secondo Rughetti, i piani industriali territoriali consistono in «programmi di sviluppo per stabilire quali siano i reali bisogni di una comunità rapportati alle risposte che il sistema pubblico deve dare, tenendo conto delle risorse assegnate».
A. Bas. – Il Messaggero – 26 febbraio 2015