Il rapporto, pubblicato il 30 gennaio 2015, congiuntamente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), focalizza l’attenzione sulle minacce crescenti della resistenza antimicrobica. Contiene la prima analisi integrata sul consumo degli antimicrobici negli animali e nell’uomo e i casi di resistenza antimicrobica in Europa. Sono evidenziate importanti differenze nel consumo tra i diversi Paesi. L’analisi è stata effettuata su richiesta della Commissione europea. Oggi la resistenza antimicrobica costituisce un problema della società e riguarda numerosi settori, quali le medicine umana e veterinaria, l’allevamento, l’agricoltura, l’ambiente e il commercio. I microrganismi resistenti possono propagarsi da Paese a Paese attraverso lo spostamento di persone e animali o gli scambi di alimenti, mangimi o altri possibili veicoli.
Questo evidenzia la necessità di coordinare gli sforzi su scala internazionale. Tale problema non può essere risolto con sforzi isolati e settoriali ma con un approccio “One Health”. Il rapporto ECDC/EFSA /EMA permette alle Autorità competenti di utilizzare al meglio i dati esistenti e quindi rafforzare i sistemi di sorveglianza coordinata sul consumo di antimicrobici e creare nuove metodologie per la lotta contro lo sviluppo della resistenza antimicrobica
Una relazione dell’UE fornisce la base per lottare efficacemente contro lo sviluppo di batteri resistenti
Le agenzie dell’UE pubblicano la prima analisi integrata dei dati derivati dall’uomo e dagli animali
L’uso di alcuni antimicrobici negli animali e nell’uomo è associato allo sviluppo di resistenza a questi agenti nei batteri provenienti da animali ed esseri umani. Esistono inoltre importanti differenze fra i Paesi europei nel consumo di antimicrobici negli animali e nell’uomo. Sono questi alcuni dei risultati della prima analisi integrata in Europa dei dati derivati dall’uomo, dagli animali e dagli alimenti, pubblicata congiuntamente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA).
La “Prima relazione congiunta dell’ECDC/EFSA/EMA sull’analisi integrata del consumo di agenti antimicrobici e sulla comparsa di resistenza agli antimicrobici nei batteri provenienti dall’uomo e dagli animali destinati alla produzione alimentare” individua inoltre limitazioni nei dati, che devono essere risolte per consentire di approfondire l’analisi e di trarre conclusioni. Servono tra gli altri dati supplementari sul consumo di antimicrobici da parte delle specie animali, dati sul consumo di antimicrobici negli ospedali in un maggior numero Paesi europei e il monitoraggio dei batteri resistenti nella flora normale sia delle persone sane sia dei malati.
L’analisi è stata eseguita su richiesta della Commissione europea e associa i dati provenienti da cinque reti di monitoraggio europee, che raccolgono informazioni dagli Stati membri dell’Unione europea (UE), da Islanda, Norvegia e Svizzera.
Questo approccio olistico punta a sfruttare meglio i dati esistenti e quindi a rafforzare i sistemi di monitoraggio coordinati sul consumo di antimicrobici e sulla resistenza agli antimicrobici in medicina umana e veterinaria, nonché a consentire ai responsabili delle politiche di decidere in merito alla modalità migliore per affrontare la resistenza agli antimicrobici nell’uomo e negli animali.
La relazione congiunta informerà il piano d’azione della Commissione europea per contrastare le crescenti minacce associate alla resistenza agli antimicrobici. I dati contribuiranno inoltre a stabilire solide metodologie e priorità nella lotta contro lo sviluppo di resistenza agli antimicrobici.
Si tratta della prima di una serie di relazioni che l’EMA, l’EFSA e l’ECDC intendono pubblicare sulla base dei dati raccolti da varie reti di monitoraggio.
L’accesso a dati precisi sull’uso degli antimicrobici e sulla comparsa di resistenza agli antimicrobici è un passo essenziale per mettere a punto e monitorare politiche in grado di ridurre al minimo lo sviluppo di resistenza e di preservare l’efficacia degli antimicrobici per le generazioni future.
fonti Minsalute e Efsa – 11 febbraio 2015