Lo sviluppo dell’antibioticoresistenza in Italia e in tutti i Paesi europei, indotto dall’incremento e dall’uso inappropriato degli antibiotici, costituisce un problema di particolare rilievo per la tutela della salute dei cittadini. Solo un uso più contenuto e più appropriato di questi farmaci può contrastare lo sviluppo di batteri resistenti e aiutare a preservare l’efficacia degli antibiotici per le generazioni future. In questa direzione si inserisce l’istituzione il 18 novembre di ogni anno della giornata europea degli antibiotici, voluta dall’Ecdc per sensibilizzare la popolazione sui rischi connessi all’uso scorretto di questi farmaci. I dati più recenti confermano che nell’Unione europea il numero di pazienti infetti da batteri resistenti è in aumento e che la resistenza agli antibiotici rappresenta una delle minacce più temibili per la salute pubblica. Ogni anno 25mila persone in Ue muoiono per infezioni da germi multi-resistenti. E in Italia il quadro è decisamente tra i più preoccupanti. Il report annuale di Ecdc
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), (scarica il rapporto 2014) la resistenza agli antibiotici da parte dei microrganismi rappresenta un problema sempre più grave per la salute pubblica ed “è in grado di mettere a rischio i successi ottenuti negli ultimi decenni con la medicina moderna”.
Scarica anche il Manuale “Biosicurezza e uso corretto e razionale degli antibiotici in zootecnia “
USO RESPONSABILE DEGLI ANTIBIOTICI: CONSIGLI DI FVE, CED E CPME A VETERINARI, DENTISTI E MEDICI
Gli antibiotici sono di vitale importanza per la prevenzione e la cura delle malattie negli animali e nell’uomo. Ad ogni utilizzo di un antibiotico si aumenta però il rischio che i batteri responsabili di una determinata malattia sviluppino una resistenza. Quando la resistenza è instaurata, l’antibiotico è inefficace e non può più curare la malattia. Lo sviluppo di nuovi antibiotici non ha tenuto il passo con l’aumento della resistenza agli antibioticiesistenti. Il loro uso responsabile e’ parte integrante del codice deontologico e degli orientamenti in materia di migliori prassi. Seguiteli scrupolosamente. Il Consiglio Europeo dei Dentisti (Council of European Dentists – CED), il Comitato Permanente dei Medici Europei (Standing Committee of European Doctors – CPME) e la Federazione dei Veterinari Europei (Federation of Veterinarians of Europe – FVE) sono al vostro fianco per salvare vite e garantire, grazie al rispetto delle seguenti raccomandazioni, che gli antibiotici restino efficaci ora e in futuro.
Utilizzate gli antibiotici solo quando è veramente necessario e assicuratevi che la prescrizione sia sempre preceduta da una visita e da una diagnosi
È importante utilizzare gli antibioticiesclusivamente per curare persone o animali già ammalati o a rischio di contrarre una malattia; limitatene l’uso profilattico ai casi in cui il rischio della malattia è chiaramente evidente ed evitate, ogni qualvolta possibile, l’utilizzo di antibiotici ad ampio spettro. Prescrivere la giusta dose di antibitoci previe visita e diagnosi clinica è un comportamento di estrema importanza, grazie al quale è possibile garantire che gli antibiotici restino efficaci ora e in futuro. Valutate e registrate sempre a posteriori in che misura il trattamento si sia rivelato efficace.
Effettuate accertamenti diagnostici, comprese le prove di sensibilità, quale parte integrante della visita medica
Prima di prescrivere antibioticipuò essere molto utile svolgere un accertamento diagnostico. Anche nei casi in cui la cura deve iniziare immediatamente è consigliabile effettuare accertamenti per confermare la prima decisione presa o per essere in grado di modificare la cura in base agli esiti di laboratorio.
Incoraggiate i vostri pazienti o i proprietari di animali a richiedere una consulenza medica
L’elaborazione di un piano sanitario efficace può ridurre il rischio di emergenza presentato da una malattia e di conseguenza la necessità di usare antibiotici. La comunicazione diretta con i vostri pazienti, i loro familiari o i proprietari di animali contribuirà a far passare il messaggio che la prevenzione è estremamente importante e che l’uso di antibiotici è connesso a rischi e inconvenienti. Ricordate di spiegare ai vostri azienti e/o alle persone che si occupano di loro come utilizzare correttamente gli antimicrobici.
Evitate se possibile le prescrizioni “Off-Label”
Ricorrere agli antimicrobici senza rispettarne le condizioni d’uso può implicare rischi ed effetti collaterali per persone e animali e per tale motivo dovrebbe essere, se possibile, evitato. Qualora l’uso “Off-Label” sia giustificato nell’interesse del paziente, accertatevi di ottenere un valido consenso dal paziente in questione e/o dalle persone che si occupano di lui e monitorate attentamente il caso clinico.
Utilizzate gli antimicrobici di importanza critica solo come ultima risorsa
Alcuni antibiotici quali i fluorochinoloni, le cefalosporine di terza e quarta generazione e i macrolidi sono classificati dall’OMS come “antibiotici di importanza critica” (Critically Important Antimicrobials – CIA)1. Ricordate di prescrivere i suddetti farmaci soltanto dopo aver effettuato una prova di sensibilità, come estrema risorsa e solo eccezionalmente “Off Label”.
Siate disponibili a riferire alle autorità nazionali competenti i dati relativi alle vostre prescrizioni
Può essere necessario che le autorità verifichino accuratamente i dati relativi alle prescrizioni per valutare l’uso degli antibiotici e l’eventuale sviluppo di una resistenza. Se richiesto, collaborate con le Autorità e condividete sempre i dati secondo quanto disposto dal vostro codice deontologico e dalla legislazione nazionale.
Riferite in merito agli effetti indesiderati che sospettate siano provocati dagli antibiotici
Siamo tutti responsabili del mantenimento dell’efficacia degli antibiotici. Vi preghiamo di contribuire attivamente in tal senso accertandovi di comunicare gli effetti indesiderati provocati dagli antimicrobici, compresa l’eventuale mancanza di efficacia.
I presenti orientamenti, frutto di un lavoro comune inteso a celebrare la Giornata Europea di informazione sugli antibiotici che si terrà il prossimo 18 novembre, sono stati elaborati nel quadro dell’iniziativa “One Health” per coadiuvare il lavoro quotidiano di medici, dentisti e veterinari.
Scarica il pdf – Uso responsabili degli antibiotici, da Fve i consigli per i veterinari
IN ITALIA IL CONSUMO DI FARMACI ANTIBIOTICI È UNO DEI PIÙ ALTI IN EUROPA
L’Italia è in testa alla classifica negativa per quanto riguarda l’assunzione di antibiotici, spesso a sproposito. Con scambi di accuse sui motivi: colpa dei pazienti che si affidano al passa parola, colpa dei medici che li prescrivono anche per le malattie virali dove questi farmaci sono inutili. In più vi sono quelli che “mangiamo” con gli alimenti: quelli utilizzati negli allevamenti di animali e che comunque finiscono nei nostri piatti. Si stima che un buon consumatore di carne assuma in un anno circa 9 grammi di antibiotici. Ma questo più che l’Italia, riguarda Stati Uniti e paesi Nord-europei. In Italia la causa dell’abuso risiede prevalentemente nell’ignoranza farmacologica di massa e nell’abitudine al rimedio panacea buono per tutti i mali. E l’antibiotico gode di questa fama. Il risultato è quello di epidemie incontrollabili. Attualmente ne è in corso una a livello nazionale da Enterobacteriaceae produttrici di carbapenemasi, in particolare da Klebsiella pneumoniae, il cui tasso di resistenza ai carbapenemi è passato fra il 2009 ed il 2012 dall’1,7% al 29%. Di conseguenza si muore, spesso proprio nell’ospedale dove si va per guarire.
Le vittime delle infezioni da germi multi-resistenti
«Occorre fare attenzione – avvertono gli infettivologi della Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali) riuniti per il loro congresso a Genova – al manifestarsi di microorganismi resistenti a quasi tutti gli antibiotici. Le infezioni così causate sono divenute sempre più difficili e a volte impossibili da trattare, in particolare nei pazienti immuno-compromessi per tumori o perché trapiantati o perché affetti da malattie cronico-degenerative». Nei Paesi della Unione europea circa 25 mila pazienti muoiono annualmente come conseguenza di infezioni da germi multi-resistenti, con un costo associato di quasi due miliardi di euro. Un bilancio che in Italia è superiore a quello delle vittime di incidenti stradali se si considerano le infezioni contratte in ospedale: quasi 6 mila i morti per contagi contratti in sala operatoria o in corsia (quasi sempre per batteri resistenti o multi-resistenti), 3.400 nel 2013 quelli della strada. Che cosa fare? L’appello degli specialisti Simit è chiaro: «Si apre un’era post-antibiotica. E’ importante intervenire sin da subito perché un’errata gestione degli antibiotici potrebbe alimentare maggiormente tali problemi». Ma forse è già troppo tardi, a meno che non vengano trovate nuove molecole vincenti e sconosciute ai batteri. Fermo restando che poi si cambi nella politica dell’abuso. Per ora però all’orizzonte c’è ben poco.
Le strategie per fermare la trasmissione
Nel frattempo, vanno adottate strategie mirate a promuovere l’uso appropriato degli antibiotici esistenti (i cosiddetti interventi di antimicrobial stewardship) e a limitare la diffusione dei germi multi-resistenti. «In particolare attraverso la corretta igiene delle mani e le altre procedure igieniche per il controllo della trasmissione degli agenti infettivi», dice Massimo Andreoni, infettivologo del Policlinico romano di Tor Vergata e presidente della Simit. E continua, ribadendo: «Sono in aumento soprattutto le infezioni causate da interventi e procedure medico-chirurgiche, ma più in generale legate alle pratiche assistenziali. Alcune pratiche mediche maggiormente invasive e complesse, come i trapianti, che sono molto spesso complicate da infezioni, potrebbero essere non più fattibili se queste infezioni vengono causate da germi intrattabili, i quali stanno iniziando a diffondersi anche fuori dagli ospedali». Da Genova arrivano anche proposte nel tentativo di salvare il salvabile: per la regolamentazione dell’uso degli antibiotici, sarebbe auspicabile aumentare la presenza di specialisti che li sanno usare, e quindi d infettivologi, scrivere regole apposite, sorvegliare che queste siano rispettate, usare lo specialista per confermare le terapie, impiegare sistemi computerizzati che negano l’antibiotico in caso di uso scorretto, sorvegliarne l’uso in tempo reale, sollecitare anche le farmacie per un ulteriore rispetto delle indicazioni. E attenzione: il prezzo in salute delle resistenze dal cattivo uso di questa categoria di farmaci lo pagheranno soprattutto le generazioni future che non avranno più armi efficaci per contrastare malattie batteriche che sembravano definitivamente sconfitte e che potranno tornare ad uccidere. E’ proprio il caso di dire: le colpe dei padri ricadranno sulle teste dei figli.
A cura Sivemp Veneto – 16 novembre 2014