Daniele Banfi. Dietro una puntura d’insetto non si celano solo prurito e fastidio. Non sempre le zanzare sono innocue. A testimoniarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità: le patologie trasmesse da «vettori» – come, appunto, gli insetti – costituiscono più del 17% delle malattie infettive e sono la causa di oltre un milione di decessi ogni anno. In Europa la situazione è relativamente sotto controllo, ma è vietato abbassare la guardia. A testimoniarlo è l’iniziativa «VectorNet», lanciata dall’Efsa, la European Food Safety Authority, e dall’Ecdc, lo European Center for Disease Control. Un progetto per la raccolta di dati sugli insetti e sui loro agenti patogeni in Europa allo scopo di monitorare e prevedere la diffusione di molte malattie.
Spiega Franck Berthe, responsabile dell’Animal and Plant Health Unit all’Efsa: «Zanzare, moscerini e zecche sono tra i “vettori” principali». Spesso si tratta di ematofagi, che ingeriscono microorganismi pericolosi ogni volta che si nutrono del sangue di un ospite infetto (umano o animale), e poi, al pasto successivo, lo inoculano in un nuovo ospite. L’esempio principe è la malaria, causa di oltre 600 mila decessi l’anno. Ma, se questa, in Europa, è pressoché inesistente, a preoccupare sono molte altre: si calcola che nel nostro continente, soprattutto nei mesi estivi, quasi 80 mila persone vengono colpite da patologie portate da insetti.
«Un esempio è la Dengue. Sono recenti i casi in Croazia, Francia e Portogallo. È un virus che si propaga attraverso la puntura di zanzare come quella tigre. Nonostante siano native delle zone tropicali e subtropicali del Sud-Est asiatico, in 20 anni hanno invaso molti Paesi e sono presenti stabilmente in Italia, Sud della Francia, Spagna e Grecia», spiega lo studioso. In Italia, poi, e soprattutto in Veneto, si sono registrati anche focolai di Febbre del Nilo, altra patologia da considerare con attenzione, perché il «vettore» – la zanzara comune – vive in 18 dei 28 Stati dell’Ue.
«Il clima – continua Berthe – sta subendo un cambiamento radicale. Specie considerate esotiche sono ora in grado di insediarsi nelle regioni temperate. E il loro tasso di introduzione è in aumento a causa della sempre maggiore circolazione delle merci e delle persone». Diverse sono le strategie per porre un freno a questa avanzata. La prevenzione resta la migliore arma: se da un lato è irrealistico invertire il cambiamento climatico, dall’altro lato è necessario un sistema in grado di intercettare la presenza della malattia sin dall’inizio in modo da evitare il diffondersi del contagio. Non solo. Prevedendo lo spostamento dei «vettori», è anche possibile concentrare i controlli nelle zone più a rischio.
È proprio questo il caso di «VectorNet»: il suo database punta a tracciare una mappa dei contagi in costante aggiornamento, premessa fondamentale per tenere la situazione sotto controllo. «Tutto questo sarà possibile – sottolinea Berthe – analizzando una serie di variabili, dagli spostamenti delle persone alle variazioni delle temperature. Contiamo di arrivare già nel giro di un anno a creare una mappa dettagliata a livello europeo della localizzazione dei tanti “vettori” e di tutte le patologie in corso».
Un’idea, quella del monitoraggio, nata dallo studio del virus di Schmallenberg, malattia che tramite alcuni tipi di moscerini colpisce bovini e ovini. Conoscendone il «vettore», l’Efsa è riuscita a prevedere in modo accurato l’evoluzione della patologia e a contrastarla. Merito, prima di tutto, di alcuni modelli matematici.
La Stampa – 30 luglio 2014