Il Ministero della salute ha pubblicato ieri un comunicato in cui conferma la notizia dell’arrivo in Italia dall’Ucraina di un carico di mais ad uso zootecnico contaminato dalla diossina. Il testo dice che questo mais viene normalmente miscelato con altri componenti in una percentuale variabile, a seconda della specie animale a cui è destinato, per la produzione dei mangimi completi. Secondo il Ministero l’11 giugno 2014 sono state attivate tutte le procedure per rintracciare e bloccare il lotto contaminato ed è stata inviata una comunicazione al Sistema di allerta rapido europeo Rasff. Un altro provvedimento importante deciso dal Ministero è stato il blocco cautelativo di alimenti provenienti da animali che hanno consumato mangime contenente mais ucraino. Purtroppo non vengono forniti elementi più precisi importanti per i consumatori e non si quantifica l’entità della contaminazione.
Attraverso la tracciabilità del mais si dovrebbe sapere dove è stato venduto e se è stato consumato dagli animali. Sulla base di queste informazioni si potrebbe stabilire una mappa eventuale del cibo contaminato in commercio è ritirarlo immediatamente dal commercio. Si tratta di un’eventualità plausibile visto che il carico è arrivato un mese fa, e in questo periodo è stato sicuramente consumato dagli animali. È inoltre assolutamente necessario fare un’analisi del rischio e informare correttamente i cittadini sugli eventuali pericoli e sui cibi da non consumare.
Il precedente
Una nave Ucraina ha scaricato in Italia una grossa partita di mais contaminato da diossina, destinata ad essere utilizzata come mangime per animali. Le analisi sono state effettuate su campioni prelevati il 15 maggio 2014, ma solo oggi è scattata l’allerta. Il lotto di mais contaminato è arrivato anche in Grecia e in Montenegro. I valori rilevati oscillano da 2,92 a 3,19 picogrammi di equivalente tossico (TEQ toxicity equivalence).
Secondo fonti accreditate, il lotto è sfuggito ai controlli e ora, a distanza di un mese, si teme che il mais sia arrivato in molti allevamenti. La questione è delicata perché la diossina (meglio sarebbe dire le diossine) è un inquinante pericoloso e sarà necessario ricostruire l’intera filiera di distribuzione per individuare dove è finita la partita di mais. In questi casi è importante fare un’analisi del rischio per valutare se la diossina ingerita dagli animali è riuscita a contaminare il cibo e in che quantità. Non è detto che si siano superati i livelli di soglia stabiliti dall’UE. Sino ad ora il Ministero della salute non ha diffuso comunicati.
La questione è delicata ma va detto che l’allerta diossina purtroppo è abbastanza frequente in Europa. Il Bollettino RASFF riporta ben 241 segnalazioni negli ultimi 15 anni, con quantità di diossine superiore ai limiti consentiti. In genere si tratta di segnalazioni sui mangimi per animali e in minor misura cibi destinati all’alimentazione umana.
Roberto La Pira – Il Fatto alimentare – 21 giugno 2014