L’Efsa ha pubblicato la relazione conclusiva del progetto Flurisk, in cui si propone uno strumento per classificare i ceppi di influenza di origine animale in base al loro potenziale di infettare l’uomo. I virus influenzali circolanti negli animali rappresentano un rischio per la salute pubblica, in quanto possono sviluppare la capacità di infettare gli esseri umani. Inoltre, se i virus acquisiscono la capacità di diffondersi con facilità da persona a persona, possono causare una pandemia. Flurisk riunisce istituti di ricerca riconosciuti a livello internazionale e laboratori di riferimento, agenzie internazionali e università operanti in ambito di medicina veterinaria e umana in tutta l’Unione europea. L’iniziativa dell’Efsa è un altro passo importante degli sforzi compiuti a livello globale per comprendere e controllare la trasmissione dei virus influenzali dagli animali all’uomo.
Intervista con Ron Fouchier: la trasmissione dei virus influenzali dagli animali all’uomo
I virus dell’influenza che circolano fra animali rappresentano una minaccia per la salute umana, perché possono sviluppare la capacità di infettare l’uomo e causare malattie. In rari casi questi virus diventano capaci di diffondersi tra gli esseri umani, causando quella che si chiama “pandemia”. È importante essere preparati ad affrontare le pandemie originate dai virus che passano dagli animali alle persone. Ron Fouchier, ricercatore nel campo dell’influenza presso l’Erasmus Medical Centre nei Paesi Bassi, spiega come ciò può accadere e che cosa fare per attenuare i rischi per la salute pubblica.
I ceppi dell’influenza possono passare dagli animali all’uomo?
R.F.: Sì. Diversi ceppi circolanti tra il pollame o tra i suini hanno infettato l’uomo (ad es. quelli provenienti dai sottotipi H1N1, H3N2, H5N1, H6N1, H7N7, H7N9, H10N7). Fortunatamente, ciò si traduce in genere in casi isolati di infezione nell’uomo, senza trasmissione sostenuta tra gli esseri umani.
Perché ciò rappresenta un motivo di preoccupazione?
R.F.:Naturalmente nessuna infezione umana è desiderabile, soprattutto se provoca malattie gravi o ha esito letale. La maggiore preoccupazione, tuttavia, è che i virus animali si adattino al nuovo ospite e acquistino la capacità di trasmissione sostenuta tra gli esseri umani. In tali casi parliamo di “minaccia di pandemia”, la minaccia cioè che una malattia si diffonda a livello globale.
Questo accade di frequente? E come?
R.F.:Nell’ultimo decennio ci sono stati meno di 1000 casi umani documentati di infezione da virus dell’influenza aviaria e circa 100 casi umani documentati di infezioni da virus dell’influenza suina. Questi casi si sono verificati in genere dopo il contatto diretto dell’uomo con animali infetti. La trasmissione sostenuta da uomo a uomo di tali virus, tuttavia, è un evento piuttosto raro. Nel XX secolo si sono registrate quattro pandemie influenzali: nel 1918, 1957, 1968 e 2009. La pandemia ha inizio quando i virus animali acquisiscono la capacità di trasmettersi tra gli esseri umani tramite goccioline di saliva o microgocce di saliva in forma di aerosol, oppure tossendo, starnutendo o parlando.
È possibile prevederlo?
R.F.:Al momento non è possibile prevedere quali virus passeranno dagli animali all’uomo e quali virus acquisiranno la capacità di adattarsi agli esseri umani e di diffondersi tra loro. Sono in corso importanti progetti di ricerca in tutto il mondo per individuare i fattori responsabili di questo fenomeno.
Quali sono i rischi per la salute pubblica nel futuro?
R.F.:Gli uccelli selvatici sono i naturali ospiti dei virus influenzali. Questi virus saranno quindi sempre presenti nel nostro ambiente, nelle riserve di uccelli selvatici, e non c’è nulla che si possa fare al riguardo. I rischi per la salute pubblica insorgono quando questi virus s’introducono negli animali domestici e negli esseri umani che vi sono esposti.
Che cosa si può fare?
R.F.:È importante limitare l’introduzione dei virus degli uccelli selvatici negli animali domestici, la loro circolazione continua tra tali animali e l’esposizione umana ai virus dell’influenza animale.
Attualmente siamo a conoscenza di una serie di virus che destano notevole preoccupazione per la salute pubblica: il virus H5N1 dell’influenza aviaria in Egitto e in Asia, il virus H7N9 dell’influenza aviaria in Cina, il virus H9N2 dell’influenza aviaria in grandi aree dell’emisfero orientale e il virus H3N2 dell’influenza suina negli Stati Uniti. Le autorità competenti in materia di salute pubblica monitorano con attenzione questi virus e studiano le possibilità per tenerli sotto controllo.
Parallelamente, anche le reti dell’OMS e della FAO sono al lavoro per creare “vaccini sperimentali pre-pandemici”, destinati a essere usati in via preventiva per proteggere da un ceppo di influenza che potrebbe causare una futura pandemia. Una prevenzione completa dalle future pandemie influenzali derivate dall’influenza animale è inverosimile, ma dovremmo comunque cercare di ridurre la probabilità di pandemia e limitarne l’impatto sulla salute pubblica. In quest’ottica l’iniziativa dell’EFSA FLURISK è un altro passo importante verso gli sforzi compiuti a livello globale per comprendere e controllare la trasmissione dei virus influenzali dagli animali all’uomo.
Intervista con Ron Fouchier: la trasmissione dei virus influenzali dagli animali all’uomo
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