I conti della sanità veneta sono complessivamente in miglioramento, ma con ancora alcune «criticità di particolare gravità», per far fronte alle quali «si raccomanda una sempre più penetrante azione di controllo e di monitoraggio al fine di eliminare o, quanto meno, limitarle, in modo da garantire il livello più alto possibile delle prestazioni di assistenza sanitaria erogate e mantenere l’equilibrio economico e finanziario del sistema sanitario». Così si conclude la relazione della sezione di controllo della Corte dei conti sullo stato delle spese delle aziende sanitarie e ospedaliere nel 2012. Pur dando atto alla Regione Veneto «del miglioramento riscontrato nel risultato di esercizio, della consolidata esperienza relativa alla centralizzazione degli acquisti, dell’elevato grado di attuazione delle disposizioni 118/2011», i magistrati contabili più volte evidenziano le «criticità di particolare gravità» alle quali mettere mano. La relazione
I quotidiani veneti dedicano ampio spazio oggi alla relazione della magistratura contabile. Iniziando dalle «situazioni strutturalmente deficitarie dell’azienda sanitaria 12 Veneziana (con una perdita di -55,2 milioni), della 18 di Rovigo (-28,6), dell’azienda sanitaria 20 di Verona (-20,5 milioni), dell’Azienda Ospedaliera di Padova (-38,6) e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona (-34,2 milioni). «Con riferimento alla situazione patrimoniale», aggiungono i giudici, «si deve rilevare che la maggior parte delle aziende registra un patrimonio netto negativo, per alcune ormai di natura strutturale dovute alle continue perdite di esercizio non interamente ripianate e dipendente totalmente dal capitale di terzi».
In «rosso» Belluno (-4,1 milioni), Vicenza, Adria e Legnago (tutte -5,5), San Donà (-6,7), Chioggia (-14,2), Padova (-4,6). Promosse le Usl di Feltre, Bassano, Thiene, Arzignano, Pieve di Soligo, Asolo, Treviso, Mirano, Cittadella, Este, Bussolengo e l’Istituto oncologico veneto.
Quanto poi alle società partecipate delle Asl, «si segnala la situazione particolarmente critica della Società Venezia s.r.l., controllata dall’azienda 12 Veneziana, che registra, per l’esercizio finanziario 2012 una perdita pari a 909mila euro (in grave peggioramento rispetto alla perdita 2011 di 89mila euro)».
Sotto i riflettori anche i 4,5 miliardi di euro di debiti contratti dalle Usl con i fornitori: il 62,3% verso privati, l’8,5% verso dipendenti e il 10% verso le Regione o altre aziende sanitarie pubbliche. «Tre aziende accumulano il 35% del totale debitorio — precisa la magistratura contabile — l’Aziende ospedaliera di Padova passa da 266 a 297 milioni, quella di Verona chiude con 382 milioni contro i 362 del 2011 e l’Usl 12 veneziana denuncia un debito ingente ma in forte diminuzione: 291 milioni invece dei 348 del 2011». La Regione ha ottenuto un prestito di 1,5 miliardi dallo Stato per iniziare a saldare i fornitori, che vengono pagati a 242 giorni, contro i 60 imposti dalla legge europea. Solo 7 aziende rispettano le scadenze contrattuali, Venezia scende da 760 a 450 giorni, Chioggia resta a 600, Rovigo a 400, l’Azienda ospedaliera di Padova a 450 e quella di Verona addirittura peggiora, salendo da 270 a 510.
La perdita contabile di 193,1 milioni euro è stata ripianata grazie al “tesoretto” messo sa parte come “Gestione Sanitaria Accentrata”. Rispetto agli anni precedenti la performance è migliore: meno 330,5 milioni nel 2011 e meno 431,7 milioni nel 2010 e rimane positiva anche la previsione per il 2013. Ma dove si sono concentrati i risparmi? 19 Asl su 24 hanno speso meno in forniture.
Diminuiscono invece i posti letto, da 12.429 a 12.320, centrando così l’obiettivo dei 3 per mille residenti imposti dalla legge, con l’1,3 di Bussolengo e i 5 di Feltre. Infine il patrimonio delle Usl: 15 hanno un netto negativo, dovuto alle continue perdite non interamente risanate.
«Ringrazio la Corte dei Conti del Veneto, che anche quest’anno ha compiuto un approfondito e tenace lavoro di verifica dei nostri conti sanitari», ha commentato il presidente Luca Zaia, «dandoci svariati motivi di soddisfazione e importanti indicazioni sulle cose che ancora non vanno e sui settori dove bisogna intensificare ulteriormente il lavoro di razionalizzazione della spesa».
Informazioni tratte da il Mattino di Padova, il Corriere del Veneto e Il Gazzettino – 24 maggio 2014