Con una nota del direttore della Sezione veterinaria e sicurezza alimentare della Regione Veneto, Giorgio Cester, è stata trasmessa ai servizi veterinari la relazione e le raccomandazioni della Dg Sanco a seguito dell’audit condotto dall’Fvo in Italia dal 27 maggio al 7 giugno 2013 per valutare i controlli ufficiali dei criteri di sicurezza alimentare e igiene del processo (regolamento (CE) 2073/2005 della Commissione). Cester fa riferimento alla nota con cui il Ministero della Salute aveva esortato le Regioni a dare immediato seguito ad alcune raccomandazioni, tra quelle formulate dall’Fvo, che riguardano le autorità competenti regionali e locali. Le raccomandazioni contenute nella relazione sono volte a colmare le carenze e le lacune individuate e a potenziare l’attuazione del sistema di controlli ufficiali esistente.
In particolare viene sottolineato l’obbligo di verificare che anche gli operatori alimentari che utilizzano per le analisi i propri laboratori interni rispettino metodi e requisiti di campionamento previsti dalla normativa. L’autorità competente dovrà inoltre tenere conto dell’importanza delle non conformità pregressa dell’Osa, in occasione della classificazione o riclassificazione degli operatori in base al rischio.
Viene messa inoltre in risalto la necessità di documentare i controlli ufficiali eseguiti, come previsto dall’articolo 9 del regolamento 882/2004. Una delle possibili forme di tale documento è il “verbale di constatazione-contestazione” in cui devono essere specificati: obiettivo e scopo del controllo ufficiale, metodi messi in atto per effettuare il controllo, risultati del controllo ufficiale con le eventuali non conformità rilevate, azioni che l’Osa è tenuto ad intraprendere. La nota prosegue con altre dettagliate disposizioni per i servizi veterinari delle Asl venete.
La relazione della Dg Sanco descrive gli esiti di un audit effettuato dall’Ufficio alimentare e veterinario (Uav) in Italia dal 27 maggio al 7 giugno 2013. L’obiettivo dell’audit era valutare i controlli ufficiali dei criteri di sicurezza alimentare e igiene del processo (regolamento (CE) 2073/2005 della Commissione). I nove stabilimenti visitati si occupavano di diversi tipi di produzione alimentare, tra cui alimenti pronti per il consumo, prodotti lattiero-caseari, prodotti ittici, ovoprodotti, frutta e verdura pretagliata, semi germinati, succhi non pastorizzati, carni rosse, carni di pollame, preparazioni a base di carne, carni macinate, carni separate meccanicamente e prodotti a base di carne.
Nell’introduzione della relazione Fvo si ricorda che nelle cinque regioni visitate (Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Lazio) esiste un sistema di controllo ufficiale per verificare il rispetto da parte degli operatori del sistema alimentare dei requisiti del regolamento (CE) 2073/2005. In tutti i casi valutati (fuorché uno), i controlli ufficiali sono stati effettuati con la frequenza basata sul rischio stabilita annualmente dall’autorità competente locale per ogni Osa. Un servizio locale in Toscana non ha invece ottemperato alle proprie responsabilità di controllo nello stabilimento che produce semi germinati. La frequenza non era stata definita fino a prima della visita del gruppo di audit dell’Uav, quando è stata effettuata la prima verifica in loco. Inoltre, gli orientamenti resi noti dall’autorità centrale competente per stabilire la frequenza di ispezione attribuiscono scarso peso a precedenti risultati di non conformità o non affidabilità dei controlli interni degli Osa, per cui anche in caso di gravi non conformità la frequenza non viene modificata.
Le guide sui controlli ufficiali disponibili sia a livello nazionale che a livello regionale, nonché le guide sui controlli interni degli Osa approvate dall’Autirità centrale non integrano pienamente le disposizioni del regolamento riguardanti i vari tipi di prodotti, segnatamente nel settore degli alimenti di origine non animale.
Il sistema di controlli ufficiali dei criteri di sicurezza alimentare e igiene del processo imposto dal regolamento varia, in termini di livello di dettaglio delle procedure di controllo, in base alla regione o unità locali e al tipo di prodotto. Nella maggior parte dei casi, le relazioni esaminate non documentavano il fatto che avessero tenuto presenti tutti gli elementi applicabili del regolamento. L’attuazione delle disposizioni del regolamento per quanto concerne i test dei corrispondenti parametri è stata generalmente soddisfacente nella maggior parte degli stabilimenti visitati. Le azioni intraprese in relazione agli allarmi segnalati dal sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi (Rasff) sono state in larga misura soddisfacenti, sebbene in alcuni casi non adeguatamente documentate.
I controlli ufficiali delle procedure di campionamento e test degli Osa non sono stati svolti in tutti i casi e l’audit dell’Uav ha riscontrato alcune non conformità al riguardo. In generale, le procedure basate sull’analisi di ischio e i punti critici di controllo (Haccp) degli Osa non integravano pienamente le disposizioni del regolamento per quanto concerne la frequenza dei test, i controlli delle materie prime e l’adozione di azioni in caso di risultati dei test non conformi. Notevoli non conformità sono state rilevate per quanto concerne i test degli inibitori, le conte delle colonie e delle cellule somatiche, nonché il controllo ufficiale della qualità del latte crudo in Toscana e Abruzzo.
I piani di monitoraggio e verifica ufficiali dei corrispondenti criteri microbiologici del regolamento sono elaborati a livello regionale o locale e, in tutti i casi, sono attuati dal personale incaricato dei controlli ufficiali a livello locale. Nei casi valutati dal’audit dell’Uav, i piani consideravano principalmente i criteri di sicurezza alimentare, soprattutto per le matrici degli alimenti di origine animale. I test dei piatti preparati Aono e Ppc presso il laboratorio ufficiale responsabile di tali analisi in Lazio sono stati estremamente limitati. Presso tutti gli stabilimenti visitati, negli ultimi anni si sono svolte attività di campionamento ufficiali e tali attività sono state anche programmate per il 2013.
La rete di laboratori ufficiali per i test microbiologici degli alimenti comprende un gran numero di laboratori accreditati che appartengono a tre diverse reti (Istituti zooprofilattici sperimentali, Aziende regionali per la protezione dell’ambiente e Laboratori di sanità pubblica). L’audit dell’Uav ha visitato un laboratorio per ogni rete. Ciascun laboratorio stava partecipando con buoni risultati alle prove interlaboratorio per i diversi parametri applicabili. All’interno della rete Izs è in fase di sviluppo un sistema volto a garantire il coordinamento a livello centrale, mentre non esiste un sistema analogo per le altre due reti. All’interno della rete Izs sono stati designati laboratori nazionali di riferimento per ogni patogeno di cui al regolamento, che hanno un laboratorio di riferimento dell’Unione europea. I laboratori nazionali di riferimento designati hanno assolto i propri compiti in misura diversa, soprattutto in riferimento ai laboratori della rete Izs. Al riguardo, non esiste un sistema di coordinamento dei Lnp per i laboratori delle reti Arpa e Lsp né al loro interno.
Il report finale (in inglese)
La proposta di report (in italiano)
A cura del Sivemp Veneto – 10 febbraio 2014 – riproduzione riservata