L’aggiornamento degli Accordi collettivi nazionali di medici di famiglia, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali alle novità introdotte dalla legge Balduzzi. Ma anche una revisione delle indennità, dei diritti sindacali e dei modelli. Tutto a costo zero. Come anticipato sul Sole-24 Ore Sanità di questa settimana, è praticamente pronto l’atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni dei medici di base con il Servizio sanitario nazionale. Che attende solo l’ok ufficiale dei governatori – che naturalmente potranno correggere il testo – rispettando anche se possibile la tradizionale contemporaneità con gli atti di indirizzo in via di elaborazione per il rinnovo normativo dei contratti per poi tornare al Comitato di settore per l’approvazione definitiva. Prevista l’applicazione anche ai convenzionati dei meccanismi di premialità e trasparenza gestionale previsti dalle riforme Brunetta
Ruolo unico “graduale”
Il testo, blindato, adegua gli Acn vigenti alla legge 189/2012 prevedendo due sole forme organizzative, mono o pluriprofessionali (le aggregazioni funzionali territoriali e le Unità complesse di cure primarie), l’adesione obbligatoria dei medici all’assetto regionale e l’istituzione del ruolo unico, ovvero requisiti e modalità uniformi di accesso all’assistenza primaria e alla continuità assistenziale attraverso una graduatoria unica per titoli stilata ogni anno a livello regionale. Il ruolo unico nell’ambito del distretto deve essere capace di garantire una copertura assistenziale giornaliera per 7 giorni su 7 e di favorire una continuità assistenziale effettiva. Le Regioni propongono comunque che il passaggio avvenga gradualmente, partendo prioritariamento dalla messa a regime del nuovo assetto organizzativo basato sulle aggregazioni funzionali territoriali e sulle Unità complesse di cure primarie.
Compenso al restyling
Il capitolo più insidioso è forse proprio quello del compenso. L’idea dei tecnici regionali è quella di rivedere tutte le indennità e gli incentivi finora erogati per le associazioni, l’informatica e i collaboratori di studio per finanziare i fattori produttivi delle nuove forme associative (le Aft, aggregazioni funzionali territoriali, e le Uccp, unità complesse di cure primarie), come legge Balduzzi comanda. Gli Accordi dovranno individuare requisiti, tempi e modi con cui le Regioni provvederanno alla dotazione di Aft e Uccp ma ancora una volta senza oneri aggiuntivi.
Diritti sindacali
A costo zero anche la revisione delle norme su rappresentatività e diritti sindacali, punto caldissimo che dopo l’ordinanza del Tribunale di Roma continua ad alimentare contenzioso e barricate. Con i Nas che cominciano a stare alle costole delle aziende. «I medici si sono abituati a considerare uno stipendio aggiuntivo il pagamento dei sostituti da parte della Asl nelle ore in cui fanno attività sindacale», dice un funzionario regionale. «Servono regole ben precise, una rendicontazione precisa».
Leggi Brunetta applicate sul territorio
Regole, assetti, modelli: l’intenzione che traspare è quella di legare sempre di più il lavoro di tutti i medici del territorio («non c’è soltanto la medicina generale», ricordano in molti) alla programmazione regionale. Con una riorganizzazione radicale del sistema (non a caso l’atto di indirizzo prevederebbe la decadenza e il successivo rinnovo di tutti gli accordi regionali vigenti) e l’applicazione anche ai convenzionati dei meccanismi di premialità e trasparenza gestionale previsti dalle riforme Brunetta e in particolare del Dlgs 150/2009.
Il Sole 24 Ore sanità – 6 novembre 2013