Vertice in Provincia di Sassari con il servizio di prevenzione della Asl e la Multiss. Il contagio ha risparmiato solo poche aree nei 66 comuni del Sassarese. Ormai è un’ecatombe. La blue tongue sta facendo strage di animali negli allevamenti della provincia. I dati aggiornati a giovedì 17 ottobre sono un bollettino di guerra: oltre il 43 per cento delle aziende zootecniche sono state infettate dal virus della febbre catarrale degli ovini (1.236 focolai su 2.833 allevamenti), provocando una strage. I capi morti nei 66 comuni del nord ovest sono 16 mila 824 su un totale di 387 mila 228. Secondo gli accertamenti epidemiologici dell’unità di crisi locale, la diffusione del virus è partita dalla foce del Coghinas e del Tirso. Pochissime le isole felici risparmiate dall’epidemia: Viddalba, l’area settentrionale di Bonorva, Nule, Villanova Monteleone e le campagne fra Sassari e Osilo.
Per il resto nei 66 comuni del Sassarese è difficile anche contare i danni. Come incidenza la zona più colpita è il distretto sanitario di Ozieri, con il 6,32 per cento dei capi morti (8912 su 141034). Spaventose le cifre degli animali uccisi dalla lingua blu anche negli altri distretti sanitari: 3.464 a Sassari (1.977 solo nel comune capoluogo), 2.718 nel Goceano, 1730 ad Alghero. Nella precedente emergenza, nel 2009, i capi morti a causa del virus furono poco più di 9mila, più altri 1.700 abbattuti.
Ora la conta si fa molto più drammatica, come spiega Francesco Sgarangella, direttore del Servizio di prevenzione della Asl di Sassari. Il dirigente sanitario ha parlato ieri nel corso della seduta della commissione Ambiente della Provincia, con i rappresentanti della Multiss, convocata ad hoc dal presidente, Mario Campus. I toni non sono stati dei migliori: «Questa nuova epidemia è una sconfitta per il sistema sanitario, per il mondo zootecnico e per la politica. Dobbiamo tutti ammettere che è stata abbassata la guardia, e molti allevatori non hanno voluto vaccinare i loro animali».
Dal 2014 questo non sarà più possibile: le disposizioni sanitarie impongono la vaccinazione obbligatoria, unita a una serie di misure di prevenzione che nessun allevatore potrà più permettersi di ignorare. «Speriamo di poter partire già da gennaio con la campagna di vaccinazione, se così fosse, potremo davvero combattere il virus» ha rimarcato Sgarangella.
La lotta contro la blue tongue si muoverà su due fronti: profilassi indiretta (vaccinazione) con l’utilizzo del vaccino inattivato BTV1 E BTV8; profilassi diretta con azioni di disinfestazione nelle aree pubbliche e con vari accorgimenti nelle aziende zootecniche.
Alla riunione, presente l’assessore provinciale all’Ambiente, Paolo Denegri, sono stati invitati anche i consiglieri regionali del territorio, ma solo uno ha risposto alla chiamata. È Luigi Lotto (Pd), che ha colto l’occasione per puntare il dito contro la Regione: «l’emergenza è stata gestita in maniera pessima, non dalle Asl ma dalla Regione. L’assessorato all’Agricoltura è assente, capace solo di erogare indennizzi, che sono sì giusti e dovuti, ma non è questa la maniera per risolvere un problema così grave».
La Nuova Sardegna – 20 ottobre 2013