Una strategia europea per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura è assolutamente indispensabile a fronte di una crescente domanda di prodotti ittici nell’UE. Lo ha sottolineato l’assessore allo sviluppo economico e alle attività produttive della Regione del Veneto Isi Coppola, proponendo ieri a Bruxelles il parere sugli orientamenti strategici per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura europea, che è stato adottato poi all’unanimità dalla Commissione NAT risorse naturali del Comitato europeo delle Regioni. “Con questo parere – ha sostenuto l’assessore Coppola – le Regioni vogliono che il settore dell’acquacoltura diventi protagonista in Europa: può infatti creare migliaia di nuovi posti di lavoro ed aprire la strada ad una “rivoluzione blu”, grazie a metodi di acquacoltura e piscicoltura sostenibili e innovativi”
“Vogliamo essere in grado – ha aggiunto l’assessore – di offrire ai cittadini europei prodotti di alta qualità, sani e convenienti, oltre che contribuire alla protezione di specie soggette a sovrasfruttamento”. Per potenziare e rendere competitivo il settore, le Regioni europee chiedono all’Ue politiche di sostegno economico, finanziario e di programmazione. Ma non solo. L’assessore veneto ha posto infatti l’accento anche sulla necessità di semplificare le procedure amministrative: “oggi in termini di concessioni c’è una fortissima disparità nell’Ue. Alcuni Stati membri le rilasciano in brevissimo tempo, per altri, come in Italia, è necessario un tempo lunghissimo che nei migliore dei casi può arrivare a tre anni, scoraggiando così l’imprenditore che vuole investire”. Nel parere viene sottolineato che il 90% delle attività di acquacoltura in Europa sono condotte da piccole e medie imprese la cui redditività e il cui sviluppo dipendono anche da procedure amministrative efficienti.
Coppola ha affermato che le autonomie locali e regionali possono avere un ruolo importante nel promuovere la ricerca orientata al mercato, innovazione e trasferimento di conoscenza e nel consentire agli Stati membri di cercare e garantire sinergie tra i vari programmi di ricerca nazionali. Inoltre, possono aiutare a promuovere lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura attraverso programmi di informazione nelle scuole e di promuovere il consumo di prodotti locali e stagionali. Sulla base di questi orientamenti, gli Stati membri elaboreranno piani strategici nazionali pluriennali prendendo in considerazione le condizioni di ogni paese, i problemi e le potenzialità.
L’Ue importa il 60% dei prodotti ittici che trasforma. In Italia, il Veneto – ha ricordato l’assessore Coppola – è uno dei maggiori produttori ed esportatori di molluschi vivi di grande qualità in tutta Europa. E’ anche la sede di uno dei distretti ittici più importanti in termini di fatturato, che assicura occupazione e prospettive di crescita importanti. Tuttavia un maggiore raccordo con la produzione italiana, se fosse potenzialmente in grado di fornire prodotto, sarebbe un’ulteriore fonte di reddito e di produzione di alta qualità. Oggi infatti il pesce che viene trasformato è quasi tutto di importazione, mentre potrebbe essere italiano proprio grazie all’acquacoltura. Il settore ha quindi ampi margini di crescita.
Il parere licenziato in commissione sarà sottoposto il prossimo novembre alla sessione plenaria del Comitato delle Regioni per l’adozione. Il parere è stato condiviso ed apprezzato anche dalla Commissione europea, presente ieri al voto, che ha deciso di dedicare all’acquacoltura l’iniziativa degli ‘Open Days’ che si apre la prossima settimana a Bruxelles con una sessione dove l’assessore Coppola sarà relatore e presenterà le future linee strategiche del settore.
3 ottobre 2013