Ancora ombre sull’Authority alimentare. Proposta come direttore scientifico è una figura con un ingombrante passato nel mondo dei big dell’industria. E l’indipendenza? Per mancanza di neutralità e per una gestione che tradisce una stretta vicinanza al mondo industriale, l’Agenzia europea per la sicurezza alimenta re (Efsa) è stata ripetutamente criticata negli ultimi anni anche dal Parlamento europeo. L’ultimo caso, che sta sollevando un polverone, è nato per la nomina della dottoressa Juliane Kleiner come direttore scientifico. A parte le scarse competenze tecnico-scientifiche della Kleiner, tale scelta sembra dare ragione a chi accusa l’Agenzia di essere sbilanciata nella difesa degli interessi industriali, a discapito della precauzione e della salute dei cittadini.
La Kleiner, infatti, non ha le qualifiche che sarebbero necessarie per ricoprire il ruolo di prestigio e responsabilità che le è stato assegnato, ma conosce molto bene il mondo industriale e ha una lunga esperienza nella difesa del business agro-alimentare, avendo lavorato per ben 7 anni in una organizzazione internazionale, l’Ilsi, creata dai giganti del settore (tra gli altri ricordiamo Coca-Cola, Nestlé e Kraft). L’Ilsi, pur auto-definendosi una Onlus, la cui mission è il miglioramento del benessere e della salute pubblica, è in realtà un potente gruppo di lobby. Il legame della Kleiner con l’Ilsi, nonché l’aver favorito l’innalzamento delle soglie di tolleranza di sostanze tossiche e cancerogene, sarebbero dovuti essere condizioni sufficienti per far cadere qualsiasi dubbio sulla necessità della sua nomina. Il fatto che l’Efsa abbia ignorato tutto ciò conferma la tesi secondo cui per l’Agenzia il conflitto di interessi, lungi dall’essere un’eccezione, è diventato la regola. Questo afferma il dossier dettagliato di due associazione europee (la Corporate Europe Observatory e la Earth Open Source) che lo scorso anno avevano denunciato la mancanza di indipendenza dell’Agenzia. Ricordiamo i casi più famosi che hanno fatto discutere: il precedente direttore scientifico, Hubert Deluyker, lavorava per la Pfizer, un colosso dell’industria farmaceutica, e la presidente del consiglio di amministrazione, Diana Banati, era un membro dell’Ilsi. A questo punto la domanda è lecita: è la scienza indipendente oggettiva a guidare l’Efsa quando si tratta di valutare l’introduzione di prodotti sul mercato agro-alimentare europeo oppure sono le pressioni delle industrie produttrici ad avere la meglio?
Il Salvagente – 23 settembre 2013