Le ferie saranno alle porte per le istituzioni, ma il Ministero della Funzione pubblica ha intenzione di lasciare il segno in queste giornate pre ferragostane. Arrivano, infatti, due provvedimenti in poche ore per la pubblica amministrazione e i soggetti che, internamente o esternamente, hanno a che fare con gli enti della PA, mentre un altro annunciato – un decreto – viene rimpacchettato per essere presentato nei prossimi mesi. Prima, è arrivata la notizia temuta dal personale statale: fino al 31 dicembre 2014, stop a ogni scatto relativo ad automatismi stipendiali e nuova contrattazione per i dipendenti pubblici.
Nella fattispecie, spiega il Ministero della Funzione Pubblica, a essere sottoposti a un nuovo periodo di stop saranno non solo i trattamenti economici individuali, ma anche la riduzione delle indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri – che comporterà anche l’individuazione del limite massimo per i trattamenti economici complessivi spettanti ai titolari di incarichi dirigenziali.
In aggiunta, tutto fermo anche sul limite massimo e la riduzione dell’ammontare delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale, oltre che sui blocchi riguardanti meccanismi di adeguamento retributivo, classi e scatti di stipendio, le progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e di quello in regime di diritto pubblico.
Insomma, un nuovo stillicidio che si abbatte sui pubblici dipendenti, proprio quando gli organici della pubblica amministrazione dovrebbero essere in riassetto dopo i primi esuberi – per la verità, inferiori agli annunci – della spending review montiana.
Oltretutto, come noto, doveva essere emanato in Consiglio dei ministri un decreto ad hoc per i precari dell’apparato statale, dalla PA stessa alla scuola, che avrebbe previsto la stabilizzazione di migliaia ancora alle prese con contratti a termine e graduatorie mai soddisfatte. Il provvedimento, però, è stato rinviato,presumibilmente al rientro dalle ferie, ma ufficialmente a data da destinarsi.
Quindi, proprio nel pomeriggio di venerdì, è stata diramata la nuova circolare sul pagamento dei debiti accumulati dal pubblico verso le imprese, sbloccati, finora, per un totale di 65 miliardi contro i 90 necessariper tappare il buco. Come noto, infatti, nel decreto lavoro di recente conversione in legge è stato inserito unemendamento che prevede il rilascio di altri 25 miliardi dopo i primi 40 garantiti dal governo Monti, appena prima di passare il testimone all’attuale esecutivo.
Il documento riguarda la ricognizione degli adempimenti di carattere non strettamente economico-finanziario posti a carico delle pubbliche amministrazioni centrali, che verrà svolta agevolando il pagamento dei debiti certi liquidi ed esigibili relativi a forniture, appalti e prestazioni professionali maturati entro il 31 dicembre 2012.
Statali in rivolta contro blocco stipendi. Scuola, difesa e sanità si mobilitano
I lavoratori statali di Scuola, Sanità, Difesa e Sicurezza sono ‘sul piede di guerra’ all’indomani del varo da parte del Consiglio dei ministri del regolamento che proroga fino al 2015 l’adeguamento delle retribuzioni, gli scatti di carriera e il rinnovo dei contratti. I sindacati di insegnanti e medici pubblici contestano la decisione e annunciano mobilitazioni, fino a possibili scioperi. Ed anche i sindacati del comparto Sicurezza preannunciano azioni di mobilitazione «con possibilità di manifestazioni di piazza».
Una decisione, quella ratificata giovedì dal Cdm, che avrà conseguenze economiche pesanti, come stima il sindacato Anief-Confedir: «Il blocco dei contratti – denuncia – farà perdere agli statali tra i 6mila e i 60mila euro. Si tratta di una grave perdita economica, stimabile in una cifra sino ai 6-7mila euro, ai medici che operano nel pubblico fino a 25mila euro e ai dirigenti statali anche di 60mila». Da qui l’intenzione del sindacato di rivolgersi ai vari tribunali di competenza per impugnare la decisione del governo di bloccare stipendi e carriere dei dipendenti pubblici.
Forte la protesta del mondo della Sanità, con la minaccia di nuovi scioperi da parte del maggiore sindacato dei medici dirigenti, l’Anaao-Assomed: «I dipendenti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) – ricorda il segretario nazionale Costantino Troise – hanno il contratto di lavoro bloccato dal 2009. L’attacco a ruolo e status dei dirigenti del SSN mina alle fondamenta la sanità pubblica ». Per questo, annuncia, l’Anaao «si farà promotrice di un autunno di ulteriori iniziative di protesta, non esclusi nuovi scioperi ». Sulla stessa linea Biagio Papotto, segretario generale Cisl Medici: «Attiveremo tutte quelle iniziative che vanno in difesa del ruolo e della professionalità».
Ed anche il segretario nazionale Fp-Cgil Medici, Massimo Cozza, afferma che il sindacato «valuterà al più presto le iniziative da prendere ». Accesa pure la protesta che arriva dal mondo della scuola: «La Flc-Cgil è pronta alla mobilitazione contro l’ulteriore blocco del contratto nazionale, dei salari e degli scatti d’anzianità. Non siamo disponibili – afferma Mimmo Pantaleo, segretario generale – ad aprire alcun confronto se non si discute contemporaneamente di parti normative ed economiche del contratto nazionale. Il governo Letta – incalza – prosegue nell’ umiliazione del lavoro pubblico. Il modo autoritario con il quale è stato deciso l’ulteriore taglio dei salari dimostra che non s’intende discutere seriamente e responsabilmente con le organizzazioni sindacali. Senza una inversione di rotta sarà un autunno caldissimo».
Protesta condivisa dal Movimento 5 stelle: «M5s farà tutto ciò che è in suo potere – afferma il Movimento – per impedire questa ennesima ingiustizia ». Critiche al provvedimento arrivano pure dal Cocer dei Carabinieri e dell’Esercito, che annunciano «forme di dissenso». E proclamano lo stato di agitazione preannunciando «azioni di mobilitazione con possibilità di vere e proprie manifestazioni di piazza qualora il governo non corregga il tiro» pure i sindacati del comparto Sicurezza: «Il Governo – denunciano – continua a disconoscere nei fatti la specificità e la peculiarità di un comparto chiamato a garantire la sicurezza, condizione imprescindibile per la civile convivenza»
LeggiOggi e il Messaggero – 10 agosto 2013