Le Ulss venete che chiudono i loro bilanci in attivo non ricevono alcun premio, anzi devono contribuire al ripiano dei bilanci delle Ulss in passivo o accantonare a riserva le eccedenze. A denunciare gli effetti disincentivanti del ‘meccanismo’ previsto dall’articolo 30 del decreto legislativo numero 118 del 2011 (dove si dispone appunto che “l’eventuale risultato positivo di esercizio delle Uls è portato a ripiano delle perdite degli esercizi precedenti e l’eventuale eccedenza è accantonata a riserva oppure è resa disponibile per il ripiano delle perdite del servizio sanitario” è il consigliere Stefano Peraro (Udc). «Gli utili dovrebbero invece migliorare la sanità veneta oppure a finanziare le prestazioni aggiuntive ai livelli essenziali di assistenza»
E’ il caso – guardando ai bilanci 2012 – delle Ulss di 3 Bassano, 2 di Feltre, 7 di Pieve di Soligo, 8 di Asolo, 9 di Treviso, 15 Alta Padovana, 17 Bassa Padovana, 19 di Adria e 22 di Bussolengo. In totale le 10 aziende sanitarie ‘virtuose’ sono riuscite a produrre 43,4 milioni di attivo, “frutto di scelte oculate di gestione senza ridurre la qualità delle prestazioni offerta ai cittadini”, annota Peraro. Che si chiede: “Qual è allora l’incentivo ad avere una gestione in attivo se gli utili di esercizio di queste Ulss vanno a ripianare le perdite di esercizio del sistema sanitario del Veneto?”. “Pur riconoscendo le specificità e le difficoltà di alcuni territori – continua Peraro – l’obiettivo di tutti i direttori generali nominati dalla Giunta regionale deve essere quello di ottenere risultati positivi di gestione, altrimenti ha poco da lamentarsi il Presidente Zaia, quando dice che i risultati positivi del Veneto, vanno a finanziare le altre regioni! Anche in Veneto alcune Ulss sono inevitabilmente in perdita e i passivi possono essere tollerati entro un determinato range, purché il trend dei risultati di gestione sia in miglioramento”.
“Invece accade che le Ulss che hanno ottenuto risultati positivi si vedano ridurre le quote di trasferimento in assegnazione per il finanziamento dei livelli essenziali di assistenza a beneficio della gestione accentrata, quando invece avrebbero potuto utilizzare queste risorse per essere ancora più efficienti e competitive o per ridurre il ricorso all’indebitamento o per finanziare la costruzione di nuove strutture”. Nell’attesa che la Giunta presenti al più presto le schede di programmazione ospedaliera e delle dotazioni territoriali, Peraro sollecita un ripensamento dei meccanismi di riparto al fine di penalizzare le inefficienze e valorizzare le esperienze di sanità eccellente: “Mi auguro che i 43,4 milioni di euro di utile maturati nel 2012 vadano veramente a migliorare la sanità veneta oppure a finanziare le prestazioni aggiuntive ai livelli essenziali di assistenza”.
31 maggio 2013