Risorse per rinnovare i contratti non ci sono. Gianpiero D’Alia, ministro della Funzione pubblica, precisa: «Nostro malgrado, non potremo rinnovare i contratti del pubblico impiego, il blocco previsto dal decreto Monti fino al 2014 purtroppo resta», dice D’Alia su uno dei temi più delicati del prossimo confronto con i sindacati, che già stanno pressando per un cambio di rotta. «Trovo giusta la rivendicazione di sbloccare i contratti, di dare aumenti a chi ha gli stipendi fermi dal 2009. Purtroppo le condizioni economico-finanziarie non ci consentono di riaprire la finestra dei contratti prima del 2014. Siamo costretti a confermare lo stop del decreto. Sì invece a un confronto sul futuro, ci si può lavorare per riconoscere la dignità e la qualità dei lavoratori pubblici»
E annuncia i primi dossier del suo mandato: un pacchetto di Semplificazioni da presentare a uno dei prossimi consigli dei ministri («avranno un impatto immediato sulle imprese») e una ipotesi di proroga dei contratti in scadenza a luglio che interessano oltre 110 mila precari pubblici. La filosofia è chiara: «Lavoreremo sulle emergenze».
Domanda. Che farete sul decreto Monti, che è al parere delle commissioni parlamentari e che blocca i contratti pubblici e aumenti fino al 2014? Sarà modificato?
Risposta. Trovo giusta la rivendicazione di sbloccare i contratti, di dare aumenti a chi ha gli stipendi fermi dal 2009. Purtroppo le condizioni economico-finanziarie non ci consentono di riaprire la finestra dei contratti prima del 2014. Nostro malgrado, siamo costretti a confermare lo stop del decreto. Sì invece a un confronto sul futuro, ci si può lavorare per riconoscere la dignità e la qualità dei lavoratori pubblici.
D. Salari fermi mentre l’inflazione cresce. Certo non si può pensare che così aumentino i consumi…
R. Siamo tenuti a essere realistici, è un fatto di responsabilità. Dobbiamo far quadrare i conti e concentrare le risorse disponibili sulle emergenze più scottanti, come la copertura per la cassa integrazione, per dare una risposta a chi non ha più un lavoro. Lo stesso motivo per cui è giusto trovare una soluzione per quei 110 mila lavoratori pubblici precari ci cui contratti scadono il prossimo fine luglio e che rischiano di andare tutti a casa.
D. Una proroga?
R. I precari sono un’emergenza a stretta scadenza e con grande realismo dobbiamo occuparcene.
D. La Cgil chiede un percorso di stabilizzazione, anche per dare il segnale della discontinuità rispetto al governo Monti.
R. Innanzitutto va superata l’emergenza di luglio, poi si vede cosa realisticamente si può fare. Purtroppo le risorse sono quelle che sono.
D. Durante il governo Berlusconi, i dipendenti pubblici sono stati spesso additati come fannulloni che frenano la crescita economica del paese. Anche su questo i sindacati chiedono un cambio.
R. Incontrerò i sindacati la prossima settimana per chiarire le priorità. Ma dico già da adesso che uno dei livelli d’intervento del mio ministero sarà riconciliare il rapporto tra pubblico e privato, evitando quelle generalizzazioni che coinvolgono in un giudizio indiscriminato tutti i dipendenti pubblici.
D. Intanto i tempi di attesa perché un insediamento produttivo apra, perché un’impresa possa lavorare, restano ancora alti.
R. Stiamo esaminando un pacchetto di Semplificazioni da portare a uno dei prossimi consigli dei ministri, in attuazione di quanto previsto già dal governo Monti. Lo stiamo facendo in tandem con i vari ministeri coinvolti per cui non anticipo nulla, ma avrà un impatto diretto sulle imprese.
D. Anche la legge Anticorruzione fatta dal governo Monti va attuata.
R. É l’altro filone di intervento, daremo all’Anticorruzione le gambe per camminare, a partire dal Piano nazionale da trasmettere alla Civit.
leggi anche Blocco dei contratti. No della Cosmed: «Inaccettabile. Il Parlamento fermi l’iter del provvedimento»
ItaliaOggi – 17 maggio 2013