Alla luce del recente scandalo della carne di cavallo, la prossima settimana la Commissione europea dovrebbe adottare nuove proposte per migliorare il sistema dei controlli sugli alimenti. La Direzione generale per la salute e i consumatori (DG SANCO) sta infatti lavorando ad un pacchetto di misure per adeguare la legislazione ufficiale sui controlli degli alimenti (Reg. CE 882/2004) attualmente vigente nell’Ue. Le nuove misure erano allo studio già prima che scoppiasse lo scandalo della carne equina, tuttavia “l’horsegate” ha sicuramente dato un ulteriore impulso alla creazione di nuovi strumenti legislativi volti a scoraggiare qualsiasi forma di frode alimentare. La Commissione europea vorrebbe un sistema più armonizzato tra i vari Stati membri.
Le spese necessarie per i controlli andrebbero addebitate alle industrie alimentari, magari prevedendo esenzioni a favore delle piccole e medie imprese. Secondo la Commissione infatti alcuni Stati membri non possono più permettersi di finanziare i controlli e l’adozione di un sistema armonizzato è necessaria per evitare che un sistema di addebitamento dei costi diversificato tra i vari Stati Ue generi ripercussioni negative sul mercato unico dei prodotti alimentari.
Ladislav Miko (foto), vice direttore generale della DG SANCO in una intervista rilasciata a Eu Food Policy sostiene che gli Stati membri dovrebbero stabilire adeguate sanzioni e pene detentive per i colpevoli di frodi come quella della carne equina. Quello che è persuasivo in un paese non lo è necessariamente in un altro – ha aggiunto.
Per Miko l’ostacolo più grande da superare per giungere ad una legislazione più armonizzata a livello Ue è rappresentato proprio dai costi per i controlli visto che in Europa i sistemi riguardanti l’addebitamento sono molto diversi da paese a paese. In Belgio ad esempio il pagamento dei controlli è a carico delle singole imprese, mentre in Svezia vi è un ampio regime di esenzione; nel mezzo tanti sistemi intermedi. Pertanto è necessario arrivare ad una soluzione del problema in tempi brevi e comunque prima delle elezioni europee previste per il prossimo anno.
Miko ha poi confermato che, come già in precedenza annunciato, la Commissione europea non intende più farsi carico dei costi per ulteriori test sul Dna per rilevare la presenza di carne equina. Se, appena scoppiato lo scandalo della carne di cavallo la Commissione ha voluto dare un segnale di fiducia al sistema, ora dovranno essere le autorità nazionali a decidere se continuare i test e come pagarli. Una soluzione potrebbe essere quella di addebitare i costi direttamente alle industrie o agli operatori del settore.
In ogni caso -conclude Miko- il nuovo pacchetto che verrà proposto rappresenta un risultato importante. Anche se ci sono ancora alcune questioni difficili da risolvere, in sede di Commissione si è lavorato per fare in modo che non vi siano sorprese nella formulazione finale del testo da adottare.