di Paolo del Bufalo e Sara Todaro. Patto, Lea, standard ospedalieri, riforma delle cure primarie (e ticket almeno nei principi): il ministro della Salute Renato Balduzzi vuole chiudere le ultime partite aperte prima della fine legislatura e fa appello alle Regioni perché trovino lo spazio per le intese necessarie. Il Patto per la salute sarebbe l’ideale, ma anche un “mini Patto” o un “pre Patto” andrebbero bene. Ma i governatori danno l’altolà: senza certezze sulle risorse non si può fare nulla. Certezze che hanno l’ultima spiaggia nella legge di stabilità che approda in aula a Montecitorio e sulla quale le Regioni puntano per recuperare almeno i 600 milioni di tagli previsti nel 2013 che renderebbero il fondo sanitario per la prima volta inferiore a quello dell’anno precedente.
E intanto il Capo dello Stato ricorda che il servizio pubblico è una conquista di civiltà, difende il diritto costituzionale alla salute, ma anche il dovere di partecipare alla spesa pubblica secondo le capacità di ogni cittadino.
Corsa contro il tempo del ministro della Salute Renato Balduzzi nello scorcio di fine legislatura legato alla volontà di dimissioni di Monti subito dopo l’approvazione della legge di stabilità: Patto, Lea, standard ospedalieri, riforma delle cure primarie (e ticket almeno nei princìpi) gli obiettivi prioritari su cui «si sostanzierà la capacità del Governo e delle Regioni per la stesura di un concreto Patto per la salute», ha detto Balduzzi. Sul Patto per la salute il ministro ha dichiarato la sua voglia e quella del Governo «di non sprecare queste settimane». Secondo Balduzzi il Patto è l’insieme di tanti piccoli accordi, su tante questioni» e ha auspicato che la Stato-Regioni di questa settimana sia un “piccolo Patto della salute” o almeno un pre-patto, mettendo in fila «quello che riusciremo a realizzare da qui al 20 dicembre». In questi mesi con le Regioni «l’interlocuzione è sempre stata seria e garbata – ha detto – e la cartina di tornasole è quello che riusciremo a fare da qui a Natale».
Anche per le Regioni il Patto è importante. «Non farlo – ha spiegato il capofila degli assessori al Bilancio Romano Colozzi (Lombardia) – sarebbe molto grave e foriero di possibili sforamenti». Ma i governatori parlano chiaro e la scorsa settimana hanno sottolineato la necessità di definire lo stato dell’arte dei rapporti con il ministero, chiarendo una volta per tutte la situazione delle risorse, rifiutando l’idea che sia in via di definizione un “minipatto” sulla salute e ribadendo le posizioni già espresse sulla legge di stabilità 2013.
II Patto per la salute, secondo il presidente dei Governatori Vasco Emani, non potrà procedere senza la soluzione delle questioni relative alle risorse finanziarie necessarie per l’erogazione dei Lea: «Si aprirebbe una situazione di grave e insostenibile incertezza», ha detto. E sotto questo profilo nella legge di stabilità le Regioni hanno chiesto di inserire le condizioni minime che consentano, attraverso innovazione e riqualificazione dei servizi sanitari, la tenuta del sistema, tra cui lo sblocco degli investimenti previsti e già concordati per le strutture sanitarie e la riduzione se non altro del taglio di 600 milioni previsto al fondo sanitario per il prossimo anno.
Altro tema a cui Balduzzi punta per fine anno sono i nuovi Lea, quelli indicati nella legge 189/2012, che «hanno una scadenza sollecitatoria (fine anno, appunto)». II ministero, ha annunciato che presenterà questa settimana una proposta e ci «sarà poi la necessaria interlocuzione con le Regioni e il parere delle commissioni parlamentari. Un percorso non facile» ha sottolineato.
Poi gli ospedali. Balduzzi difende gli standard che però molte Regioni criticano: «Comincio a essere un po’ stufo di questa equiparazione tra riduzione, riorganizzazione e tagli», ha detto. «Bisogna riuscire a dire a tutti che non è così. Gli ospedali continuano a esserci, se si chiude o si riconverte una struttura è per dare servizi migliori e credo che sia assolutamente sbagliato dare ai cittadini l’impressione che, perché c’è una riorganizzazione, questo significa una riduzione del servizio. II nostro sistema sanitario nazionale è uno dei più evoluti al mondo». Infine i ticket da 2 miliardi della manovra Tremonti dal 2014. «Se nessuno fa nulla – ha detto Balduzzi – dal 1 gennaio 2014 si creerà una situazione problematica».
Secondo Balduzzi sui nuovi ticket «sarebbe importante riuscire ad avviare una discussione. II problema non cambia possiamo far finta di niente e lasciare al prossimo Governo l’intera questione, oppure possiamo in queste settimane cercare di delineare una proposta, un’ipotesi che poi la legislatura successiva valuterà». Sulle cure primarie Balduzzi è deciso: entro maggio la legge prescrive che in Italia ci siano i poliambulatori aperti h24. «E un percorso che va applicato e dove non fosse possibile c’è la possibilità di un intervento proprio sostitutivo, a livello centrale. Ma – ha aggiunto – io confido che Regioni e categorie interessate, anche grazie al sostegno del ministero, riescano a trovare un accordo».
II prossimo anno, infine, con le elezioni anticipate, rischiano seri ritardi di applicazione alcune norme del decretone Balduzzi. Soprattutto per quanto riguarda intramoenia e assicurazioni. che richiedono passaggi governativi e intese Stato-Regioni impossibili fino alla piena operatività di un nuovo Governo, ma le cui date sono già tutte previste a partire dai primissimi mesi del 2013.
Il Sole 24 Ore – 18 dicembre 2012