Le Casse di previdenza dei professionisti dimostrano la sostenibilità a 50 anni. Entro il 30 settembre devono presentare bilanci in equilibrio, secondo quanto previsto dalla riforma delle pensioni, per non incorrere nella penalizzazione del contributivo pro rata dal 2012 e nel contributo di solidarietà per i pensionati. In base all’inchiesta del Sole 24 Ore i bilanci attuariali, relativi alle Casse privatizzate, danno risultati confortanti, come si può vedere dalle schede. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha incontrato ieri i presidenti della Casse proprio per fare il punto sulla sostenibilità a 50 anni. Durante l’incontro con il ministro, che è durato circa un’ora, sono state sollevate alcune criticità per l’Enpam, la Cassa dei medici, e per l’ente dei ragionieri.
Tuttavia, il bilancio dell’operazione, partita con il decreto legge 201/2011, può essere considerato positivo.
Per dimostrare l’equilibrio del saldo previdenziale a 50 anni – entrate per contributi e uscite per prestazioni – molte Casse hanno dovuto rivedere requisiti di pensionamento, aliquote contributive, base di calcolo delle prestazioni. Per quanto riguarda l’Enpav se le delibere saranno approvate la riforma andrà a regime in modo graduale dal 2013 fino al 2033. L’età pensionabile sarà pari a 68 anni per la pensione di vecchiaia e a 62 anni nel caso di vecchiaia anticipata. Il contributo soggettivo nel 2033 (anno di entrata a regime della riforma) sarà pari al 22%. Per ottenere l’assegno pensionistico è necessario aver versato contributi per almeno 35 anni. Per il calcolo dell’assegno si utilizza il calcolo retributivo distribuito però su tutto l’arco della vita lavorativa (non vengono quindi considerati più solo gli ultimi anni di attività). I delegati Enpav si riuniranno domenica 23 settembre in Assemblea con all’ordine del giorno le linee guida approvate dal Cda per garantire un saldo previdenziale positivo a 50 anni, pena l’imposizione del metodo contributivo.
Inarcassa ha fatto la riforma più radicale, scegliendo il passaggio al metodo contributivo: una decisione – come ha detto nei mesi scorsi il presidente Paola Muratorio – che risponde non solo all’esigenza di garantire la sostenibilità, ma anche di assicurare l’equità tra giovani e anziani.
Un caso particolare è costituito dai ragionieri: la Cassa, da tempo, registra ingressi con il contagocce. Il fattore demografico mette a rischio l’equilibrio dei conti, al di là del metodo contributivo per il calcolo delle prestazioni introdotto dal 2004. Per questo, nei prossimi giorni, verrà approvata una riforma che innalza gradualmente i requisiti anagrafici e contributivi per la pensione, aumenta fino al 15% l’aliquota contributiva (entro il 2018), introduce un contributo di solidarietà per i pensionati. Con la riforma, il saldo previdenziale – in negativo per molti anni – tornerà positivo verso la fine del periodo considerato. La sollecitazione del ministro Fornero a disegnare alleanze per evitare che le Casse risentano di squilibri demografici è stata ribadita ieri, anche se il ministro non ha insistito direttamente sulla questione dei ragionieri e dei dottori commercialisti.
Ai medici il ministro ha chiesto di avviare una semplificazione del sistema, che prevede diverse gestioni: una generale e tre speciali. «In linea con la richiesta del ministro – spiega il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti – abbiamo presentato un unico bilancio e abbiamo un unico patrimonio. La differenziazione che caratterizza il nostro ente è giustificata dalla complessità della categoria, composta da medici privati, da convezionati con il sistema sanitario nazionale e dai dentisti». L’Enpam ha già avviato con le riforme in corso un allineamento delle diverse gestioni: «Abbiamo omogeneizzato i percorsi – spiega Oliveti – e stiamo apportando gli ultimi ritocchi alla riforma presentata il 25 luglio, che dai tecnici del Lavoro è stata definita positiva ed efficace. Il ministro ci ha chiesto di perseguire in modo più incisivo questa strada anche nello Statuto».
Inarcassa, la Cassa degi ingegneri e degli architetti, ha messo a punto una riforma per garantire la sostenibilità a cinquant’anni. Un intervento che secondo Paola Muratorio non può essere illustrato secondo una griglia fissa in quanto complesso e con alcune particolarità. «Sono importanti i criteri di partenza della riforma – afferma Muratorio –. Il tasso di rivalutazione adottato è il Pil di Inarcassa, che è pari al suo monte redditi. Si tratta dell’unico parametro che garantisce stabilità della gestione. Inoltre i coefficienti di trasformazione dei montanti contributivi in pensione sono calcolati per coorti per evitare che ci sia disparità nel calcolo della pensione per soggetti nati nello stesso anno». Il sistema per coorti prevede l’assegnazione di coefficienti quando una leva raggiunge l’età minima pensionabile con coefficienti crescenti se si ritarda il pensionamento (perché l’aspettativa di vita si riduce). Poggiando su questi capisaldi, Inarcassa è in grado di garantire la sostenibilità a 50 anni e ha previsto un saldo previdenziale – entrate per contribuenti e uscite per presatazioni – negativo solo dal 2051 al 2053 per 20 milioni di euro a fronte di un saldo totale di 1,5 miliardi. Nell’elaborare le proiezioni sono stati adottati alcuni valori prudenziali. Il piano complessivo consente di mantenere le agevolazioni previste per i giovani, tenuti a versare solo un terzo dei contributi minimi per cinque anni.
Enpav – La cassa di previdenza dei veterinari ai raggi X
26.727
Gli iscritti
È il numero dei veterinari iscritti all’Enpav a fine 2011, in leggero rialzo rispetto allo scorso anno
6.071
Pensionati
È il numero di veterinari che percepiscono una pensione dall’Enpav (erano 6.021 nel 2010)
IL BILANCIO DELLA CASSA
296 milioni
Patrimonio Enpav
La Cassa investe il 31% del suo portafoglio in partecipazioni, l’8% in private equity, il 2,6% è composto da immobili a reddito, il resto è investito sui mercati
2%
Rendimento 2011
È il risultato netto dello scorso anno
LA SOSTENIBILITÀ SUI 50 ANNI
Il voto dell’assemblea nazionale dei delegati per l’approvazione della riforma è previsto per domenica 23 settembre. Il Consiglio di amministrazione del 4 settembre ha già approvato le proposte di modifica. La delibera sarà presentata ai ministeri vigilanti prima della scadenza del 30 settembre, data limite posta dall’articolo 24, comma 24 della riforma Monti-Fornero dello scorso dicembre.
Per garantire l’equilibrio a 50 anni non sono stati considerati i rendimenti del patrimonio dell’ente né nell’arco temporale si verificano annualità negative
LA RIFORMA DELLE REGOLE A REGIME
Se le delibere saranno approvate la riforma andrà a regime in modo graduale dal 2013 fino al 2033. L’età pensionabile sarà pari a 68 anni per la pensione di vecchiaia e a 62 anni nel caso di vecchiaia anticipata. Il contributo soggettivo nel 2033 (anno di entrata a regime della riforma) sarà pari al 22%. Per ottenere l’assegno pensionistico è necessario aver versato contributi per almeno 35 anni. Per il calcolo dell’assegno si utilizza il calcolo retributivo distribuito però su tutto l’arco della vita lavorativa (non vengono quindi considerati più solo gli ultimi anni di attività)