C’è un risvolto penale nella vicenda degli allevamenti in territorio ennese, che hanno presentato animali non vaccinati e senza microcip di identificazione. Addirittura in un allevamento tra Barrafranca e Piazza Armerina si sono trovati 600 animali in più rispetto a quelli denunziati e si tratta di animali di dubbia origine, anche se gli allevatori hanno riferito che appartengono all’allevamento. Il Dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Asp Enna, diretto dal dottor Ireneo Sferrazza, dovrebbe procedere con i suoi veterinari ad effettuare delle indagini genetiche per accertare se tutti i capi fanno parte dell’allevamento. Intanto è stata presentata denuncia alle forze dell’ordine e all’amministrazione competente. Questi animali potrebbero avere una provenienza furtiva.
Visto che un allevamento che ufficialmente ha 150 animali, ora si trova ad averne circa 800. Un dato eccessivamente alto e non è tra l’altro giustificabile.
Il Dipartimento di Prevenzione dell’Asp si sta muovendo a tutto campo perché vuole continuare ad operare per debellare brucellosi e tubercolosi in tutto il territorio della provincia di Enna, ma in questa delicata operazione ha bisogno di avere la collaborazione degli stessi allevatori e delle amministrazioni comunali che devono salvaguardare da una parte gli allevamenti sani e dall’altra mettere “in quarantena “ gli allevamento dove c’è il sospetto che vi sia la malattia.
Il sistema informatico del Dipartimento è tra i meglio attrezzati d’Italia perché con le mappe e con il sistema satellitare è nelle condizioni di osservare tutti gli allevamenti e capire da dove può arrivare la malattia. Molto spesso, come ha sottolineato il dottor Sferrazza, l’epidemia si espande quando il gregge per gli ovini e le mandrie per i bovini si trovano assieme nelle vicinanze di un corso d’acqua.
«Vogliamo la collaborazione di tutti – ha dichiarato il dottor Sferrazza – solo così si può debellare la brucellosi. E’ necessario che le amministrazione mettano in quarantena quegli allevamenti dove c’è il sospetto che vi siano animali infettati. I nostri veterinari sono sempre pronti ad intervenire per operare nell’interesse degli allevatori. Non è possibile che una decina di allevatori senza scrupoli debbano danneggiare centinaia di allevamenti che si sono sempre mantenuti sani e rispettosi delle regole. Il nostro continuo controllo, almeno una volta al mese, non consente a nessun allevatore di sfuggirci. L’Azienda sanitaria, in questo campo, ha stanziato somme considerevoli e quindi pretende dei risultati importanti, ma ribadisco che senza collaborazione delle amministrazioni comunali non si possono ottenere risultati probanti».
vivisicilia.it – 11 agosto 2012