I Caa, Centri di assistenza agricola, costano al contribuente italiano più di 25 mln di euro l’anno. Centoventisette sono invece i milioni annui necessari a far funzionare la macchina Agea. Di questi, 90 mln sono destinati al Sin-Sian, il sistema informatico agricolo nazionale, mentre 26 mln vanno ad Agecontrol per effettuare controlli e attività che potrebbero essere svolti, a costo zero, dall’Ispettorato repressione frodi. Senza contare le ulteriori spese di funzionamento e personale degli organismi pagatori regionali. L’agenzia per le erogazioni in agricoltura continua ad essere nell’occhio del ciclone per sprechi economici ed inefficienze. Situazione di cui è consapevole il ministro alle politiche agricole Mario Catania.
E propprio nel suo mirino, nell’ottica della spending review, sono finite le strutture di molti enti agricoli tra cui Agea e Agecontrol.
Le cifre assumono ancor più risonanza alla luce delle dichiarazioni rilasciate, in settimana, dall’ex generale della guardia di finanza Mario Iannelli, ex commissario straordinario Agea, in un’audizione in commissione agricoltura del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli enti vigilati dal ministero delle politiche agricole. Iannelli ha riferito di una serie di irregolarità contabili, amministrative e di bilancio riscontrate durante il suo mandato. Tra queste, spese non approvate dal cda e senza copertura finanziaria per contratti di struttura al Sin (2.300.174 euro), alla Telaer (7.139.000) per il triennio 2010/13, società da lui definita, insieme a Coanan e Agecontrol, «sostanzialmente inutili».
MA QUANTO COSTA VERAMENTE AGEA?
Il solo funzionamento dell’agenzia costa 127 mln di euro l’anno. Agea, va detto, non può essere soppressa, in quanto prevista dalla disciplina Ue come organismo pagatore, presente in modo uguale in ogni stato membro, per ricevere i contributi europei. La sua eliminazione costerebbe all’Italia la perdita di 4 mld di aiuti. Agea, in quanto cassiere dell’Unione, ha un bilancio di cassa di 4 mld, che vengono rendicontati periodicamente all’Ue. Ha inoltre un portafoglio crediti di circa 2 mld di euro. La dotazione finanziaria nazionale destinata all’ente ha subito negli ultimi anni una drastica riduzione, passando da 244.024.337,69 euro nel 2007 a 120.664.314 euro nel 2011 con un abbattimento del 50,56%. Anche il personale ha subito un taglio da 420 a 253 unità. E, in settimana, ha proclamato lo stato di agitazione, e avviato un percorso di mobilitazione, in seguito alla mancata applicazione del protocollo di intesa per il pagamento di un acconto sulle competenze accessorie individuali del 2011.
IL SISTEMA AGEA-SIN
Agea paga tutti i costi di Sin e Agecontrol. Negli ultimi dieci anni è stato speso quasi un mld di euro per integrare il sistema. Il cui costo struttura è di 85 mln di euro, pari al 30% del costo complessivo del sistema. Le attività operative del Sin costano 41 mln di euro; quelle di governo e controllo 25. I costi di struttura ammontano a 11 mln; altri 13,5 mln vengono sostenuti da Agea per pagare il personale che esegue i collaudi.
I PALAZZI ROMANI
A Roma, Sin è proprietaria dell’immobile di via Palestro 81, affittato ad Agea e Agecontrol per 1,8 mln di euro l’anno. Su questo immobile esiste un contratto di concessione in uso a Rti Almaviva, che comporta ricavi ad Agea per 368.447 euro. Al tempo stesso Sin ha in locazione lo stabile di via Salandra, 13 per il quale Agea e Sin pagano, a metà, 3.079.109 euro. Alla fine, i soldi pubblici spesi per affitti sono 2.710.662 euro.
I CAA
Iannelli ha affermato che essi hanno «un valore aggiunto praticamente nullo». Secondo quanto spiegato dal generale a ItaliaOggi (5/5/2012), i Caa, gestiti dalle organizzazioni agricole e presenti in ogni regione (solo in Veneto ce ne sono 124), non possono infatti verificare preventivamente la legittimità del beneficiario degli aiuti, facendo ricadere l’onere dei controlli tutto su Agea. Eppure ogni anno la stipula della convenzione tra Agea e Caa costa all’erario circa 25 milioni di euro. E questo perché ai Caa viene pagato un corrispettivo per ogni fascicolo aziendale detenuto. Per un totale di 1 milione e 400 mila fascicoli. La convenzione prevede che per la prestazione dei servizi sia pagato alle strutture un compenso di 17,35 euro per ogni fascicolo aziendale costituito e detenuto e un compenso aggiuntivo di 0,50 euro per ogni fascicolo riconosciuto e liquidato ai Caa coordinati. A questo si aggiunga che i Caa chiedono agli agricoltori anche un corrispettivo per la prestazione.
ORGANISMI PAGATORI REGIONALI
Previsti dalla normativa europea, a oltre dieci anni dall’istituzione dell’Agea, ne sono stati riconosciuti soltanto otto: Artea (Toscana); Agrea (Emilia-Romagna); Avepa (Veneto); Arcea (Calabria); Arpea (Piemonte); Regione Lombardia Agricoltura (Lombardia); Provincia autonoma di Bolzano (Alto Adige); Appag Trento. Tuttavia, le risorse impiegate per dipendenti, strutture e funzionamento non sono poche. Emblematico il caso del Veneto. L’Avepa, a ottobre 2011 contava 472 dipendenti in servizio con un bilancio di funzionamento di 35.093.671,20 di euro di cui 33 di sola spesa corrente. In Toscana i dipendenti sono quasi 100 e nel 2010 la spesa, per il solo personale, è aumentata di 597 mila euro con un bilancio di esercizio chiuso a 3.893.588.
ItaliaOggi – 23 giugno 2012