Spunta la tassa su cani e gatti. Una proposta in dirittura d’arrivo in commissione Affari Sociali della Camera prevede che i Comuni possano istituire una tariffa per i proprietari di cani e gatti per finanziare iniziative contro il randagismo. Il sottosegretario Polillo ha prima detto di condividere l’idea «in linea di principio». Poi, come già era successo altre volte, ha fatto retromarcia: «Tranquilli: nessuna tassa sugli animali domestici. Era solo una battuta nei confronti di un deputato che l’aveva proposta», ha scritto Polillo su Twitter. Intanto la rivolta contro la nuova tassa era scoppiata. Alla fine il relatore Gianni Mancuso (Pdl), annunciava di essere pronto a far togliere l’imposta dal ddl: «era una tassa di scopo, pensata per permettere ai comuni di attivare un piccolo capitolo di spesa con cui affrontare la gestione degli animali, come i cani randagi o le colonie feline».
La proposta originaria della tassa su cani e gatti è di due deputate del Pd, Jole Santelli, e Fiorella Rubino Ceccacci.
Nel testo della proposta, intitolata “Modifiche alla legge 14 agosto 1991, n. 281, in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”, presentata il 27 maggio 2008, si legge: «Tutti i possessori di cani sono tenuti al pagamento di un’imposta comunale annuale di euro 20».
«I comuni – si legge nel testo della proposta di legge modificato durante l’esame alla Camera – possono deliberare, con proprio regolamento, l’istituzione di una tariffa comunale al cui pagamento sono tenuti i proprietari di cani e gatti e destinata al finanziamento di iniziative di prevenzione e contrasto del randagismo». La commissione ha completato l’esame del provvedimento e ora il testo è alle altre commissioni competenti per i pareri e dunque potrebbe presto approdare in Aula. Durante l’iter è stato anche approvato un emendamento dell’Idv che esonera dalla tassa «i cittadini che hanno adottato un cane o un gatto in una struttura comunale».
Il provvedimento aveva iniziato il suo iter nell’aprile 2009. L’esame è stato completato lo scorso 6 marzo. È composto di 39 articoli e prevede, tra l’altro, la creazione di un’anagrafe degli animali d’affezione, l’obbligo di segnalare se si trova un animale ferito al servizio veterinario pubblico che deve prontamente intervenire o ancora i cimiteri per gli animali d’affezione. I Comuni sono tenuti a una serie di compiti per la prevenzione e il contrasto del randagismo tra cui «incentivi per l’adozione degli animali, prestazioni medico-veterinarie di base erogate da medici veterinari liberi professionisti in regime di convenzione con i comuni, piani di controllo delle nascite con sterilizzazioni». Ed è a questi fini che l’amministrazione comunale può istituire la ‘nuovà tassa.
Sul provvedimento la commissione Finanze ha chiesto una relazione tecnica del governo per le coperture. In commissione, secondo quanto riportano i bollettini parlamentari, ieri Polillo ha detto di «concordare in linea di principio con l’istituzione di una nuova tassa sugli animali domestici». Poi oggi ha fatto retromarcia.
«Costringere i proprietari di cani e gatti a pagare una tasse ulteriore è un’idea assurda. Non so se questa proposta andrà avanti, ma certamente al Senato non passerà mai», ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri.
Anche Santelli, autrice della proposta iniziale, ora dice di essere contraria. «Nelle condizioni in cui siamo non possiamo permetterci di mettere un euro di tasse in più. Il problema di finanziare la legge esiste ma le risorse vanno reperite tagliando le spese e non aumentando le imposte», ha detto la vice presidente del gruppo Pdl alla Camera.
La Lega: manca la tassa sull’aria. «Tra le tasse introdotte dal governo Monti – ha commentato la Lega con Claudio D’Amico – manca solo quella sull’aria».
«È qualcosa di sciagurato. Possedere un animale domestico è un diritto che deve essere garantito, anche per il ruolo sociale che svolgono gli animali, pensiamo alle persone sole. Poi c’è da dire che gli animali sono dei veri e propri membri della famiglia, allora cosa facciamo, tassiamo i figli? Il mio è un no deciso a questa tassa», ha detto l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla (Presidente Lega Italiana Difesa Animali) a Tgcom24.
«Ormai stiamo raggiungendo livelli surreali di tassazione. La tassa sui cani e sui gatti in realtà è una tassa sugli affetti: a quando una tassa sugli amici?». Lo dichiara il presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: «Questa tassa in realtà non farà altro che aumentare gli abbandoni e, quindi, il problema del randagismo. Chi non riesce ad arrivare alla fine del mese o chi non riesce a far fronte all’aumento delle imposte (vedi IMU) come potrà permettersi di pagare anche una tassa sugli animali domestici?. Si tratta poi di una tassa doppia perché già paga si una tassa attraverso il microcip – conclude Bonelli -. Ormai stiamo arrivando ad un livello inaudito e cialtronesco visto che in Commissione la proposta di tassare gli animali da affezione ha ricevuto il parere del governo: si faccia immediatamente marcia indietro rispetto ad un provvedimento vergognoso, assurdo e grottesco».
Aumenterà il randagismo. «La tassa per i proprietari di cani e gatti per finanziare iniziative contro il randagismo è di per sè un incremento del fenomeno». Lo afferma Nino Morabito Responsabile Fauna Legambiente. Secondo Morabito la nuova tariffa incentiverà l’abbandono degli animali soprattutto in vista delle vacanze estive: «I soliti incivili che si liberano dei fidati amici adesso potranno anche contare su una parziale giustificazione, la tassa sugli animali. Chi prende un cane randagio ha sicuramente meno possibilità economiche di chi compra un cane con pedigree, dunque già allevare l’animale è un costo, figuriamoci dover aggiungere anche la tassa», conclude Morabito.
Il Messaggero – 18 maggio 2012