Ufficialmente viene derubricata dall’Economia a una “questione tecnica”. Carte arrivate solo all’ultimo, quando invece sono note da più due mesi, necessità di «vedere meglio come stanno le cose». Fatto sta che i governatori tremano e lo stesso ministro della Salute, Renato Balduzzi, c’è rimasto di sasso. Perché ieri, alla richiesta dei governatori di inserire fuori sacco all’ordine del giorno della Stato-Regioni il riparto dei 108 miliardi destinati quest’anno alla sanità, l’Economia ha dato lo stop. Riparliamone la prossima volta, ha replicato il sottosegretario Vieri Ceriani allo stesso ministro Balduzzi, invece pronto a chiudere la partita. Niente da fare. Intanto è stata convocata la Conferenza straordinaria Stato-Regioni per martedì 22 maggio con all’ordine del giorno il riparto 2012
Per ora i 108 miliardi restano congelati. E non solo per rivedere le tabelle sulla mobilità (1,3 miliardi) o per alleggerire gli «obiettivi di piano» (1,4 miliardi).
Fatto sta che mentre l’operazione spending review decolla e il supercommissario Enrico Bondi prepara il menu dei tagli già per il 20012, il blocco all’apertura dei rubinetti dei fondi ad asl e ospedali non è stato affatto casuale. Due indizi in una giornata – prima Piero Giarda che in Parlamento attacca la spesa sanitaria fuori controllo e sotto l’assedio delle lobby, poi l’Economia che s’impunta in Stato-Regioni – costituiscono una prova: per la sanità sono in arrivo altri colpi d’accetta fin da quest’anno, in aggiunta agli 8 attesi nel 2013-2014. La scure potrebbe abbattersi per oltre 2 miliardi quanto meno sugli acquisti per beni e servizi, ma forse non solo quelli.
I governatori per il momento preferiscono tenere bassi i toni. La dead line è il prossimo incontro col Governo del 22 maggio. Ma se la situazione non si sblocca, sono pronte a passare all’attacco, per quanto potranno fare. L’altolà di ieri dell’Economia viene considerato un «pretesto» in più, in aggiunta ad altri «pretesti» che stanno spuntando giorno dopo giorno per mettere sotto scacco la spesa di asl e ospedali, il 70% e più dei loro bilanci. E non raramente degli sprechi locali.
Mentre Balduzzi, lasciando la Conferenza Stato-Regioni, preferiva glissare: «Problemi di risorse? Non credo ci siano». Non credo, appunto. E infatti al ministero della Salute in realtà c’è grande preoccupazione. «Sono fiducioso di poter spiegare a Bondi e a tutti i miei interlocutori il percorso per ridurre la spesa sanitaria», dichiara il ministro al Sole-24 Ore. Ma attenzione, aggiunge, a non scassare il sistema: «La necessaria revisione della spesa non può intaccare le risorse che servono per far funzionare il sistema e renderlo virtuoso». Niente scorciatoie, insomma, ma neppure forzature sull’altare dei tagli alla «cattiva» spesa pubblica.
La sanità in ogni caso resta nel mirino del Governo. A lasciarlo intendere è stato ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, in un’audizione al Senato: «La spesa sanitaria è cresciuta dal 32 al 37% mentre quella per la scuola è scesa dal 23% al 18%. È come se la spesa sanitaria sia stata pagata con la minore spesa della scuola». Per Giarda le responsabilità sono da ricercare nella gestione delle regioni, ma non solo: «C’è una struttura politica forte e interessi di chi produce beni e forniture». La sanità sarà solo uno dei settori investiti dal piano anti-sprechi. Il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ribadisce che i tagli non si fermeranno ai ministeri ma dovranno «andare oltre». L’obiettivo del Governo resta quello di recuperare risorse dalla spesa per abbassare le tasse. In prima battuta «a Dio piacendo» – ha sottolineato Giarda – c’è da evitare soprattutto il previsto aumento autunnale dell’Iva.
Intanto da regioni e comuni si alza la fronda contro la spending review: nel mirino c’è la «mancata concertazione». Mentre i governatori sempre ieri hanno respinto il Def. Ma a cose fatte, perchè il Parlamento ha già dato il suo ok. Anche se condizionato.
Riparto del fondo sanitario 2012: stop dell’Economia
Stop del ministero dell’Economia all’approvazione definitiva del riparto del Fondo sanitario 2012 che oggi era prevista in Conferenza Stato-Regioni.
«Il ministro della Salute, Renato Balduzzi – ha raccontato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, al termine dei lavori della Conferenza – era pronto a dare il parere favorevole ma dopo un dibattito tra il ministero dell’Economia e quello della Salute è stato deciso per un rinvio del punto alla prossima seduta. Siamo molto preoccupati, ci auguriamo che non ci siano problemi relativi alle risorse».
Secondo De Filippo «c’è stata una evidente forzatura da parte del ministero dell’Economia».
«Il ministero dell’Economia ha chiesto tempo per vedere meglio i documenti – ha risposto ai giornalisti il ministro Balduzzi, lasciando Palazzo Cornaro, sede della Conferenza Stato-Regioni -. Problemi di risorse? Non credo ci siano».
La Conferenza delle Regioni aveva trovato l’accordo per il riparto del Fondo sanitario nazionale 2012 che ammonta a 108,8 miliardi di euro, il 29 febbraio scorso. L’ultimo passaggio, dopo che ci sarà l’approvazione da parte della Conferenza Stato-Regioni, è quello al Cipe.
«Le Regioni hanno raggiunto un accordo molto serio sul riparto del fondo sanitario – ha detto De Filippo – ora speriamo non ci siano arretramenti. C’è stata una forzatura da parte dell’Economia: noi abbiamo chiesto l’ok fuori sacco e il ministro della Salute era d’accordo ma i rappresentanti dell’Economia hanno preferito rimandare».
di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore) – 10 maggio 2012