Tolte le deleghe a Carraro, arriva Gazzabin: è l’uomo di fiducia del governatore. Ennesimo atto della guerra tra l’assessore Stival e i dipendenti. La faccenda s’è trascinata così a lungo, e con tali strascichi polemici (specie sui giornali), che alla fine è dovuto intervenire il governatore in persona per sbrogliare la matassa. E la soluzione adottata da Zaia, certo è stata radicale: via le deleghe della protezione civile al segretario generale dell’Ambiente, Mariano Carraro. D’ora in poi se ne occuperà Fabio Gazzabin, responsabile del gabinetto del presidente, il signor Wolf che «risolve problemi». E’, questo, solo l’ultimo atto di una vicenda che va avanti perlomeno dalla fine dello scorso anno, in una guerra sotterranea tra l’assessore, i vertici della struttura ed i dipendenti.
Guerra che rischia di dilaniare uno dei fiori all’occhiello del Veneto, il corpo volontario di protezione civile.
All’origine di tutto vi è l’avvicendamento, a fine settembre 2010, tra l’ex dirigente di settore, Alessandro De Sabbata, e quello dedicato al Progetto Qualità e Sicurezza, Roberto Tonellato.
Il primo, dicono i sussurri di Palazzo, sarebbe stato fatto saltare anche a causa della buriana sul tricolore tolto (lui era contrario), e poi rimesso, dalle divise dei volontari, anche se l’assessore alla Protezione civile Daniele Stival ha sempre sostenuto che si sia trattato di un normale spoil system seguito all’insediamento della nuova giunta regionale (per la cronaca: Tonellato è consigliere comunale per il Pdl a Treviso). Ad ogni modo, Tonellato, definito «un Rambo» a Palazzo Balbi, con l’appoggio di Stival ha dato vita ad una rivoluzione che, come ha spiegato più volte l’assessore, «punta a creare protocolli d’intervento standardizzati, che possono essere resi operativi nel giro di breve tempo a prescindere dalle persone che si hanno a disposizione ». Il sistema di protezione civile, infatti, secondo Stival è oggi troppo incentrato sui singoli, ed in particolare sui Doge, figure quasi mitiche che accentrano su di sé ogni decisione (ed ogni responsabilità) in caso di emergenza. Racconta uno degli «uomini del Presidente»: «Proprio le difficoltà nel coordinare le operazioni e nel capire in fretta chi deve fare cosa è stata una delle ragioni per cui l’intervento durante l’alluvione è stato così macchinoso ». Come tutte le rivoluzioni, però, anche quella delle tute giallo fluo andava fatta con giudizio, passo passo, magari coinvolgendo i protagonisti sul territorio. E invece.
Tonellato è stato presto accusato dal sindacato Csa di «non voler fare squadra» e di «privilegiare i rapporti fiduciari con 2 o 3 persone» e nel giro di qualche settimana è partita una richiesta di mobilità interna, ossia di spostamento da un ufficio all’altro della Regione, da parte di 13 dipendenti su 43, fra cui l’intero servizio antincendio boschivo. Tra le motivazioni del malcontento, anche i ritardi della partenza per la Liguria devastata dall’alluvione (quasi due settimane dopo il disastro), l’attuazione solo parziale del piano di riorganizzazione che avrebbe dovuto trasferire il servizio di prevenzione incendi dalla Direzione foreste alla protezione civile, la preferenza data al trasferimento delle risorse alle singole sezioni locali (floridi bacini di voti) anziché all’investimento nei corsi di formazione. Stival ha sempre fatto spallucce: «Mi ostacolano per motivi politici, vogliono difendere il loro orticello». Sarà. Nel frattempo, forse perché nel Bellunese si riscontrano i maggiori malumori e lui è eletto proprio lì, s’è buttato nella mischia anche il capogruppo del Pdl Dario Bond, che al grido «Stival vuol farsi la sua guardia padana » ha cannoneggiato, e infine affondato, la creazione del gruppo regionale di protezione civile, pure voluto dall’assessore e dal suo braccio destro Tonellato, inserito in un emendamento alla Finanziaria 2012. Si dirà: e che c’entra in tutto questo Carraro? Eh, il punto sta proprio qui: forse perché preso dai molti impegni (è segretario anche dell’ambiente, dell’edilizia, dell’energia, della difesa del suolo, della geologia e del ciclo dell’acqua, dei lavori pubblici e della sicurezza, oltre che un apprezzato collaudatore), sarebbe rimasto spettatore inerte di fronte alla bagarre, mentre precipitavano i rapporti tra lui e Tonellato e tra Tonellato e gli uffici, con dispetti e vendette incrociati come ritardi e firme mancate nei passaggi degli atti da una scrivania all’altra. Troppo per Zaia, che ha deciso d’intervenire d’imperio: via le deleghe a Carraro, d’ora in poi si occuperà di tutto il fidato Gazzabin, chiamato a riportare la pace. Chi lo conosce, sa che può farcela. In ogni caso, auguri.
Corriere del Veneto – 9 aprile 2012