Sarà negativo il parere delle Regioni sul nuovo testo base del disegno di legge sulla governance all’esame della commissione Affari sociali della Camera. Con una nota del 30 marzo, infatti, in considerazione dell’annullamento della Commissione salute prevista per oggi, il coordinatore della commissione ha proposto per le vie brevi a tutti gli assessori di formalizzare la valutazione non positiva del provvedimento sul Governo clinico, «in quanto risultano ancora presenti elementi invasivi delle competenze regionali». Insorge il relatore del provvedimento sulla governance Domenico di Virgilio: «Se le Regioni pensano che lo Stato non debba mettere mano alla sanità lo dicano chiaramente a cittadini e operatori sanitari». Leggi la bozza del parere
Per quanto riguarda la valutazione del nuovo testo unificato del 15 marzo 2012 sul cosiddetto ”governo clinico” (”Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche per una maggiore efficienza e funzionalità del Servizio sanitario nazionale”), adottato dalla Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, a supporto della richiesta, il coordinatore ha segnalato il parere negativo della commissione parlamentare per le Questioni regionali, motivato con il fatto che il testo «reca norme in materia di “tutela della salute” e di “professioni”, oggetto di legislazione concorrente tra Stato e Regioni, ai sensi dell’articolo 117, comma 3 della Costituzione; considerato che il provvedimento in esame appare contraddire le previsioni del Titolo V della Costituzione, in quanto enuncia prescrizioni eccessivamente dettagliate in ordine a profili di programmazione, indirizzo e regolamentazione afferenti a competenze regionali».
«Se le Regioni pensano che lo Stato non debba mettere mano alla sanità lo dicano chiaramente a cittadini e operatori sanitari» ma «abbiano anche il coraggio di dire che così si andrà a una sanità regionale diversa da una Regione all’altra». Lo afferma il relatore al provvedimento sulla governance della sanità Domenico Di Virgilio, dopo aver saputo che è in arrivo un nuovo parere negativo da parte delle Regioni
Le Regioni tuttavia si sono riservate di procedere con l’istruttoria dell’esame e la messa a punto defiintiva del parere la prossima settimana per cercare comunque di trovare un punto possibile di mediazione ulteriore.
«La proposta di legge, in cui credo fermamente – aggiunge – si fonda su pochi principi fondamentali: ridare un ruolo agli operatori sanitari e selezionare sulla base del merito, cosa che non avviene visto che tutti si lamentano dell’invadenza della politica sulle nomine, in particolare dei primari». Il ddl prevede inoltre «che i direttori generali siano preparati e con caratteristiche ben precise» e che «tutti i medici vadano in pensione a un’età prestabilita, indipendentemente dagli anni di lavoro. Se le Regioni non vogliono queste cose è ora che lo dicano chiaramente» assumendosi «le loro responsabilità ».
«Se la politica non vuole togliere le mani dalla sanità lo dica». Questa la reazione del presidente della commissione Affari Sociali, Giuseppe Palumbo. «Ho parlato col ministro Balduzzi – aggiunge – e abbiamo concordato sulla necessità di un incontro urgente per chiarire la questione della governance della sanità pubblica smettendo di perdere tempo inutilmente».
«La resistenza che le regioni esercitano rispetto alla modifica della legge sul governo clinico, che riteniamo peraltro non completa ,dimostra quanto le Regioni stesse vogliano esercitare un controllo politico della Sanità e non vogliano rinunciare a drenare consenso e prebende dalla sanità stessa. Noi di Fli andiamo oltre nella battaglia di dividere la politica dalla sanità. Per questo vogliamo che la riforma del governo clinico preveda che il direttore generale governi le ASL con un consiglio di amministrazione eletto dagli operatori sanitari e dalle associazioni dei malati», ha aggiunto Pierfrancesco Dauri, responsabile sanità di Futuro e Libertà.
4 aprile 2012 – riproduzione riservata