Dicono che sulla delibera, quand’è passata in giunta a Palazzo Balbi lo scorso 6 marzo, ci sia stata qualche muta perplessità. Nel senso che non tutti erano d’accordo, ma nessuno l’ha detto (o forse i più se ne sono accorti tardi). Adesso, invece, ad alzare la voce è il sindacato: tutte le sigle, dalla Cgil alla Cisl, dalla Uil allo Snabi, hanno deciso di scrivere una lettera ai consiglieri regionali, oltre che agli assessori e ai presidenti di commissione, per chiedere un passo indietro: i dipendenti di Arpav non possono essere “distaccati” in Regione. Distaccati, esatto. Non comandati.
E non è una differenza di poco conto: con il “comando” il dipendente di un ente pubblico viene chiamato a lavorare in un altro ente, ma a pagarlo è la struttura che lo riceve.
Con il distacco, invece, la struttura che cede il personale continua a pagare lo stipendio. Appunto quello che ha deciso di fare la giunta regionale, su proposta dell’assessore leghista all’Ambiente Maurizio Conte, nei confronti di Arpav: alcuni dipendenti dell’Agenzia regionale per l’ambiente potranno essere distaccati nella Segreteria regionale dell’Ambiente, ma gli stipendi li pagherà l’agenzia. Il che, per i sindacati, è una contraddizione: Arpav, il cui buco in bilancio è noto, non ha neanche i fondi per sostenere tutte le attività istituzionali, visto che la Regione ha tagliato i trasferimenti, e adesso dovrebbe rinunciare a parte del personale continuando però a pagare gli stipendi? «Così si impoverisce Arpav – dice Ivana Fogo della Cgil – E poi non si sa chi verrà distaccato. Faccio un esempio: se a un reparto di Cardiologia togli l’unico cardiologo, quel reparto di fatto non c’è più. Cos’hanno intenzione di fare in Regione di Arpav?».
(al.va. – il Gazzettino – 20 marzo 2012)