Il governatore Luca Zaia dice di voler trasformare la Regione in una casa di cristallo: tutto alla luce del sole, conti e spese prima di tutto. E cosa meglio di una convenzione con la Guardia di Finanza, organismo tanto sopra le parti quanto esperto in materia, per fare le pulci ai conti? Zaia non ci ha pensato due volte, carta e penna e il “contratto” è pronto. Alle Fiamme Gialle la Regione Veneto ha affidato la parte più succosa del bilancio, 8 miliardi e 608 milioni (il 75 per cento della spesa globale) relativo al comparto della sanità. Finanzieri in corsia, quindi e precisamente dove non è poi tanto difficile immaginarlo. I capitoli di spesa che possono sfuggire al controllo non sono pochi, più o meno quelli che più volte sono stati oggetto di analisi interne.
Pronto soccorso, ad esempio dove gli 800mila codici bianchi che vengono erogati ogni anno (e che dovrebbero raccogliere 25 euro l’uno di ticket), non portano a casa 20 milioni di euro, ma bensì 10. O ancora il settore delle esenzioni dal ticket (chi dice di essere esente, lo è davvero?), o il pagamento delle prestazioni non ritirate (analisi e altro che rimangono nei laboratori e per le quali l’Asl dovrebbero richiedere il pagamento per intero). Poi le libere professioni intramoenia (la prenotazione delle visite passa per il Cup, centro unico di prenotazione, e parte della parcella del medico va all’Asl). Per non parlare delle consulenze, degli appalti e le strutture private.
Tutti capitoli sui quali ad oggi non grava alcun sospetto, ma che secondo la Regione dovrebbero essere meglio monitorati per evitare che tra le maglie del sistema si possa insinuare qualche elusione.
Monitoraggio quindi, per possibili sprechi o per ipotetici illeciti, ma quanto beneficio potrà trarre il sistema è presto per dirlo.
Di fatto un sistema di controllo nella sanità esiste già. Ed è quel Servizio Ispettivo che fino a luglio 2010 era in capo alla Segreteria generale sanità e sociale e che il Consiglio ha trasferito sotto l’egida della V. Commissione. La convenzione con la Guardia di Finanza di fatto riconsegna a Giunta, Assessorato e Segreteria la possibilità di fare ispezioni nel sistema. Ma ci sono anche altri gradi di controllo, i revisori dei Conti e l’organismo di controllo interno alla segreteria. «É importante che gli organi istituzionali collaborino, ma che svolgano funzioni diverse – sottolinea il presidente della V. Commissione Leonardo Padrin – Bisognerà coordinare gli interventi e dividersi il lavoro, non sovrapporsi». Ma il progetto sta creando non poche onde. «Parole come “passare al setaccio i conti della sanità veneta” – sottolinea Antonino Pipitone, consigliere regionale IdV, che teme un secondo “caso Lombardia” – ci preoccupano non poco. Significa ammettere di avere dubbi, se non certezze, su irregolarità nelle nostre Asl. Presumiamo Zaia abbia basi certe su cui fondare simili ragionamenti. Per questo gli chiediamo di venire in Consiglio regionale a spiegare la gravità delle sue parole».
Perplessità anche da parte del Pd: «Su alcune funzioni può andare bene, controlli a campioni va bene, collaborazioni con la Guardia di Finanza sono già previste dall’Ispettivo. Vuol dire che ora la presenza sarà in pianta stabile? – sottolinea Claudio Sinigaglia (Pd), vice presidente della V. Commissione – Ma quest’ultima ipotesi sarebbe aberrante».
Il Gazzettino – 16 marzo 2012