Denuncia pubblica di Latterie vicentine, Latteria di Soligo e Centrale del latte di Vicenza: dalla metà del 2010 non ricevono dallo Stato i rimborsi previsti per legge e il conto ora è salito a qualcosa come 14,6 milioni, dei quali oltre 8 solo di Latterie vicentine. Una cifra enorme che crea difficoltà alle ditte: devono ricorrere all’aiuto delle banche a tassi di interesse che creano ulteriori costi. Per legge le aziende acquisiscono il latte dai produttori pagando l’Iva al 10%, più il cartone per le confezioni alla normale Iva del 21%, e rivendono il prodotto di latte e formaggi con l’Iva al 4%, come deciso dallo Stato che vuole favorire i consumatori nell’acquisto di alimenti così basilari. Lo Stato poi rimborsa l’Iva alle aziende. O almeno dovrebbe farlo
Il “caso latterie” in un articolo del Giornale di Vicenza
«Io sto attento a trattare bene le mucche, perché se no poi non mi danno il latte. Ma lo Stato come tratta le aziende e i cittadini che poi deve “mungere”?», dice Lorenzo Brugnera, presidente della Latteria Soligo. «Ci troviamo a fare noi da banche per lo Stato: è un’assurdità», gli fa eco Gianni Pinton, presidente delle Latterie vicentine. È esploso ieri a livello veneto il caso dello “Stato debitore” già segnalato un mese fa dal nostro giornale per il caso delle “Latterie vicentine”.
ALLERTA REGIONALE. Proprio il presidente Pinton di “Latterie vicentine”, che aveva lanciato l’allarme in febbraio, ha ottenuto ieri l’adesione anche di Latteria di Soligo e di Centrale del latte di Vicenza, con l’amministratore delegato Alberto Bizzotto. Il problema è comune: per legge le aziende acquisiscono il latte dai produttori pagando l’Iva al 10%, più il cartone per le confezioni alla normale Iva del 21%, e rivendono il prodotto di latte e formaggi con l’Iva al 4%, come deciso dallo Stato che vuole favorire i consumatori nell’acquisto di alimenti così basilari. Lo Stato poi rimborsa l’Iva alle aziende. Tutto bene? No, perché è dalla metà del 2010 che queste aziende i rimborsi non li ricevono, e il conto ora è salito a qualcosa come 14,6 milioni, dei quali oltre 8 solo di Latterie vicentine. Una cifra enorme che crea difficoltà alle ditte: devono ricorrere all’aiuto delle banche a tassi di interesse che creano ulteriori costi.
LA STRANA DIFFERENZA TRA PROVINCE. Il problema l’anno scorso, ha ribadito Pinton, si era creato ad esempio nel Vicentino perché l’Agenzia delle entrate si era riorganizzata, accentrando tutto il controllo nella sede di Vicenza e paralizzando le procedure. «Ma da 7-8 mesi la situazione si è sbloccata: adesso abbiamo in mano tutti i mandati di pagamento validi per ottenere il rimborso». E allora? Allora il problema è che i soldi dovrebbe tirarli fuori Equitalia: sì, proprio quell’Equitalia che è spesso sui giornali per la forte azione di recupero soldi dovuti allo Stato. Ma a Vicenza e a Treviso, hanno spiegato i dirigenti alle latterie, i soldi per i rimborsi non ci sono. Sorpresa delle sorprese, quando vicentini e trevigiani hanno chiamato anche i bellunesi (il nome “Lattebusche” è stato fatto esplicitamente nell’incontro di ieri dal sindacato Flai-Cgil), si è scoperto che invece a loro Equitalia ha già rimborsato normalmente l’Iva. Anche i mantovani, è stato verificato, non hanno problemi.
DAI DUBBI CATTIVI ALLE RICHIESTE CHIARE. Brugnera, per rispondere ai giornalisti che chiedono come mai queste aziende non riescano a ottenere ciò che loro spetta, se ne esce così: «Quando alziamo la voce per le nostre richieste, ci mandano gli ispettori a fare le verifiche». Ma poi la linea torna quella del “cerchiamo di avere una risposta positiva”: «Abbiamo incontrato – spiega Pinton – Agenzia delle entrate ed Equitalia, ma anche il prefetto di Vicenza, e l’assessore regionale all’agricoltura. Cerchiamo di avere l’appoggio di tutti coloro che ci possono aiutare a sbloccare la situazione». E ieri all’incontro promosso a Marghera le tre aziende hanno incassato l’appoggio dichiarato al microfono da Coldiretti (presente addirittura il presidente Giorgio Piazza), Confagricoltura e Cia, oltre che del sindacato Flai-Cgil.
A RISCHIO MOLTE AZIENDE. Per Latterie vicentine il problema dei soldi non incassati dallo Stato significa mettere in crisi un sistema di 400 aziende associate che danno lavoro (con l’indotto) a mille famiglie. Per Soligo i soci sono oltre 250. Ma il problema dei rimborsi Iva è una piaga generalizzata in Italia e vale 70 miliardi circa. Un altro modo, purtroppo. di fare pubblica ingiustizia.
14 marzo 2012 – riproduzione riservata