La notizia è riportata, con ampio risalto, dalla Città quotidiano di Teramo. La Fondazione che stava per nascere dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale “Caporale” è stata stoppata dai vertici dell’Izs, pochi giorni fa, quando questi si sono accorti che quella che stava per vedere la luce non era affatto solo una “Fondazione per la valorizzazione delle attività scientifiche e di produzione, anche in ambito internazionale, in materia di sanità animale e di sicurezza degli alimenti”, ma un vero e proprio “Izs bis”, in grado di fare di quello attuale una sorta di scatola vuota. Anzi: un pericoloso concorrente. E indovinate chi lo dovrebbe guidare? Risposta facilissima: Vincenzo Caporale, ex direttore generale dell’Izs e attuale presidente della Fondazione.
Nonché presidente del Consiglio di Indirizzo della stessa Fondazione, nonché presidente del Consiglio di Amministrazione della stessa Fondazione, nonché membro a vita dello stesso consiglio di indirizzo, nominato dall’Izs e non più revocabile dallo stesso Izs. E non solo, nella sua qualità di Presidente, benché nominato dall’Izs, il professor Caporale «non risponde del suo operato all’Izs».
Per cercare di essere chiari, spiega il quotidiano abruzzese, sarebbe come se vi proponessero un affare così: “apriamo un negozio insieme, tu ci metti i soldi, gli scaffali, il locale, paghi i commessi e mi mandi anche i clienti, mi presti gratuitamente il tuo commercialista, mi rimborsi le spese di viaggio e mi compri anche una macchina per andare in giro; io in cambio incasso tutto, ti giro un piccolo affitto e di quello che mi resta faccio quello che mi pare, senza neanche informarti, e se litighiamo tu non ti puoi riprendere niente ma io mi posso vendere tutto”.
Così, mentre tra i corridoi della sede di Campo Boario nell’autunno scorso si combatteva una battaglia a colpi di carta bollata, tra il commissario Lucio Verticelli, che aveva deciso di procedere, secondo legge (correttamente come ha accertato il giudice del Lavoro), al pensionamento forzato di Caporale, in realtà si stava giocando anche un’altra partita, ben più complessa e articolata che, stando alla relazione dei revisori dei conti, avrebbe messo l’Izs in condizione di “pericolosità assoluta”. L’incrocio delle date, in effetti, è quanto mai singolare.
16 settembre 2011: l’Izs delibera di costituire la Fondazione.
3 ottobre 2011: atto notarile di costituzione con nomina del presidente
28 ottobre 2011: Verticelli adotta la delibera della convenzione “pericolosissima” per l’Izs, ma non firma lo schema di convenzione allegato, “avendo ravvisato notevoli difformità con le iniziali previsioni relative al patrimonio e ai beni”.
31 ottobre 2011: Caporale viene messo in pensione
4 novembre 2011: a Bassano, come risulta alla Digos che ha aperto un fascicolo su questo “caso”, si riunisce il Consiglio di Indirizzo della Fondazione, formato dal Presidente Enzo Caporale e dai membri nominati dall’Izs: Marco Verticelli, già assessore regionale Pd all’Agricoltura, Giuseppe Saretta, ex parlamentare, e Romano Mirabelli, direttore generale dei Servizi veterinari del Ministero della Salute. Il consiglio delibera di accogliere la proposta di convenzione venuta dall’Izs, ma sulla quale, adesso, sono in corso accertamenti per una verifica delle date.
28 novembre 2011: i revisori dei conti bocciano la convenzione, invitano alla prudenza e ipotizzano il rischio di un patto leonino, ovvero di un accordo nel quale uno dei soci è escluso dai profitti o dalle perdite. Sono accordi vietati dal Codice Civile.
1 marzo 2012: il Commissario Lucio Verticelli, revoca la convenzione e si riserva di verificare se sia il caso o meno di rivedere anche la costituzione stessa della Fondazione.
Intanto voci insistenti danno per imminente la nomina da parte del Ministero del nuovo direttore dello Zooprofilattico che andrebbe a sostituire la dottoressa Lelli attuale facente funzione. Moglie guarda caso dello stesso Vincenzo Caporale.
IL?GOLPE
Se nel gioco delle date vi siete un po’ perduti, allora forse è il caso di cercare di fare un po’ di chiarezza: questa è la storia di un golpe sventato, che avrebbe consentito la creazione di “un mostro”, un specie di secondo istituto zooprofilattico, in tutto e per tutto finanziato alla nascita da quello attuale, ma non da questo dipendente, anzi: incontrollabile, guidato in assoluta autonomia dall’ex direttore dell’Izs, Vincenzo Caporale, con la facoltà di utilizzare uomini e mezzi dell’Izs.
Ma andiamo per ordine. 16 settembre 2011, con la delibera 589 l’Izs decide la costituzione della Fondazione “Alimentaria”, con tanto di schema di statuto e un fondo di dotazione iniziale, stabilito testualmente in «centomila euro, di cui 10mila all’atto del rogito notarile e 90mila in seguito» e rinvia ad un successivo atto la stipula di una convenzione tra Fondazione e Izs.
Quell’atto successivo è la delibera 597, che reca la stessa data della precedente, ovvero il 16 settembre del 2011, ma che in premessa – ed è un mistero – considera acquisiti due rogiti notarili del notaio Bergamo di Roma, il primo del 19 settembre e il secondo del 3 ottobre. Per una qualche insondabile frattura nel continuum spazio temporale, dunque, nel volgere di otto delibere, approvate tutte nel corso di uno stesso pomeriggio, l’Izs è riuscito a procurarsi un atto di tre giorni dopo e, addirittura, uno di diciassette giorni dopo. In realtà, la delibera verrà pubblicata solo il 28 ottobre, quarantadue giorni dopo l’approvazione. Ma non è l’unico mistero, perché quello vero è l’incredibile trasformazione avvenuta nel “fondo di dotazione” iniziale, passato da centomila euro a … “qualcosina” di più. Una qualcosina che si misura in milioni di euro
LA?CONVENZIONE “PERICOLOSSIMA”
Secondo la convenzione allegata alla delibera 597, infatti, l’Izs dovrà cedere alla Fondazione: «Contratti stipulati con soggetti pubblici o privati per la consulenza tecnica in materia di sicurezza alimentare… i pagamenti saranno riscossi direttamente dalla Fondazione; la struttura del Cifiv in comodato gratuito per l’attività di formazione professionale; le attività di collaborazione allo sviluppo all’estero e tutti i progetti nazionali ed europei» e fin qui, siamo tutto sommato, alle attività operative, anche se l’Izs si spoglia di gran parte dei suoi impegni, ma il bello deve ancora venire. Il “bello” è all’articolo 4 della convenzione, dove si stabilisce che l’Izs cede alla Fondazione: «i propri spazi e locali oltreché i mezzi per l’esecuzione delle attività della fondazione, negli orari istituzionali e non», quindi Izs sempre aperto per quelli della Fondazione, giorno e notte se serve. Già, ma chi sono quelli della Fondazione? Lo spiega l’articolo 6 della convenzione, che prevede come, all’inizio, l’Izs debba prestare a titolo gratuito alla Fondazione anche il Segretario Generale dell’Izs, il dirigente delle risorse umane e un addetto alla segreteria, oltreché tutto «il personale veterinario, tecnico e amministrativo ritenuto congruo, da impiegare ai fini della gestione dei servizi e delle attività assegnati alla Fondazione». E siccome non è che quelli della Fondazione si possono spostare a piedi, l’Izs dovrà anche cedere in prestito gratuito alla Fondazione un’autovettura di almeno 2000 di cilindrata, oltreché rimborsare i componenti del direttivo della Fondazione di tutte le spese, per la partecipazione di eventi, anche all’estero.
Ma la chicca è questa: l’Izs cede alla Fondazione un complesso immobiliare a L’Aquila del valore di 12milioni e 444mila euro, anche con possibilità di venderlo per fare cassa.
IL?TORNACONTO?
E in cambio? L’Izs che ci guadagna? 600mila euro l’anno. In cambio di tutto. In cambio, di fatto, della rinuncia ad “essere l’Izs” a favore di un’altra struttura, sulla quale non può esercitare il controllo, anzi: che ha addirittura il potere di cambiare il proprio statuto senza la partecipazione del Promotore.
LA RELAZIONE DEI REVISORI DEI CONTI. «Fermare la Fondazione prima che diventi operativa». Una denuncia preoccupante e inquietante sui rischi gravissimi che l’Izs stava correndo
Sul caso del “golpe” sventato all’Izs, grazie all’intervento in extremis del commissario straordinario Lucio Verticelli, emergono nuovi particolari. Uno, soprattutto, merita approfondimenti e genera qualche preoccupazione. Secondo la convenzione, infatti, in caso di scioglimento della Fondazione, il patrimonio della stessa non tornerà nella disponibilità del Promotore-Fondatore, ovvero dell’Izs, ma potrà essere venduto. Per essere più chiari, e giocar di metafora, funziona un po’ così: tu mi dici che per lavorare hai bisogno di mobili, soldi e di una macchina, io ti presto mobili, soldi e la macchina, tu smetti di lavorare e ti vendi i mobili e la macchina e ti tieni i soldi. Curioso, vero?
Eppure è tutto esattamente così, nero su bianco, all’ultimo comma dell’articolo 15 della Convenzione tra l’Izs e la Fondazione Alimentaria presieduta dall’ex direttore dello stesso Izs, Vincenzo Caporale. E leggete come la commentano i revisori dei conti: Francesco Mosca e Giuseppe Santoro: «A decidere sulla devoluzione del patrimonio, in caso di scioglimento, unico titolato viene designato il Consiglio d’Indirizzo, nominato nei modi e nelle attribuzioni che sappiamo, e non, ad esempio, uno o più Commissari Liquidatori. Il successivo art.25 dello stesso Statuto (“…il patrimonio verrà devoluto… ai fini di pubblica utilità”) peggiora notevolmente la situazione, perché in sostanza i cespiti eventualmente conferiti alla Fondazione non potranno mai più rientrare nelle disponibilità dell’Izs, neppure nel caso di messa in liquidazione della Fondazione. Ben sappiamo che a questa potrebbero essere conferiti da parte dell’Izs beni anche di cospicuo valore, per preservare i quali sarebbe stato indispensabile prevedere dei meccanismi di salvaguardia. La totale assenza di tali meccanismi in caso di conferimento di cespiti immobiliari potrebbe ricondurre addirittura ad una distrazione di beni in danno dell’Izs e ad un conseguente danno erariale».
GLI SCOPI
Parole, che lasciano poco spazio al dubbio, quelle scritte dai revisori dei conti, che non mancano di esprimere dubbi anche sugli scopi della Fondazione: «più che collaterali e/o di completamento sembrerebbero sotto molti aspetti una vera e propria duplicazione degli scopi dell’Izs (…la Fondazione può…eseguire progetti di ricerca; attivare e /o gestire laboratori anche in collaborazione e/o per conto di soggetti terzi…), non lasciando individuare ragioni di opportunità tali da spiegare se e quali possano essere gli effettivi benefici per l’Izs. Non sarebbe peraltro giustificata da parte della Fondazione l’esecuzione in proprio di progetti di ricerca, tantomeno l’attivazione e la gestione di nuovi laboratori, anche alla luce prospettica del progetto di realizzazione della nuova Sede, di gran lunga ampliata rispetto all’attuale, dell’Izs».
L’IZS E’ “OSTAGGIO”
L’articolo 13 tratta dell’esclusione e del recesso dell’Izs dalla Fondazione. Dell’ultimo comma, pur condividendo che il Fondatore Promotore (l’Izs) non possa in alcun caso essere escluso, perché c’è una clausola che gli impedisce anche di recedere sull’impossibilità di recedere.
CAPORALE A VITA
Scrivono i revisori dei conti: «La scelta di far restare in carica a vita i membri designati dall’Izs ed il meccanismo di cooptazione previsto è, ancorché non contraria alle leggi vigenti, quanto meno discutibile. Tale situazione è giudicabile di grave pericolo per l’Izs, giacché la nuova struttura che verrebbe a crearsi sarebbe un organismo completamente (e per sempre) fuori dal controllo dell’Istituto, assolutamente distinto e distante da esso, in grado perfino di fare “concorrenza” all’Izs. L’investitura a vita dei designati non risulta essere pratica comune nella gestione delle Fondazioni, tanto più che nel nostro caso si tratta di organismo di diritto pubblico che persegue fini pubblici e che si ritiene non possa demandare l’onere della gestione della cosa pubblica a soggetti privati vita natural durante. Per quanti statuti di altre Fondazioni appartenenti ad Enti abbiamo potuto nel frattempo analizzare, non ne abbiamo incontrato neppure uno che prevedesse un privilegio di tal genere». I membri del consiglio di indirizzo sono l’ex assessore regionale Marco Verticelli, l’ex parlamentare Giuseppe Saretta, il direttore dei servizi veterinari del Ministero, Romani Marabelli e l’ex direttore dell’Izs Enzo Caporale, che è anche presidente dello stesso Consiglio di Indirizzo, presidente della Fondazione e presidente del Consiglio di Amministrazione. A proposito del consiglio di indirizzo, siccome ha la facoltà di cambiare lo statuto che ne prevede l’esistenza, i revisori scrivono: «il potere di modificare lo Statuto dovrebbe essere invece esclusiva facoltà, se non del Fondatore Promotore, almeno del Collegio dei Fondatori». Altrimenti sarebbe un po’ come se in una partita di calcio, fossero i giocatori a decidere le sostituzioni, la grandezza delle porte e la durata della partita, non il mister e il regolamento della Federazione.
STIPENDI
I revisori non discutono il fatto che il Consiglio di Indirizzo possa avere la facoltà di accordare indennità di carica agli Organi della Fondazione, ma contestano il fatto che possa averne nei confronti del suo organo di Controllo, il Collegio dei Revisori dei Conti che: «nell’ambito dei precipui compiti di vigilanza su legittimità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa, svolge funzioni professionali per le quali è imprescindibile il relativo compenso».
BENEFICI, MA QUALI?
«A questo collegio spiace rilevare che nei termini in cui è stato approvato lo schema di convenzione, non sembra scaturire da esso il benché minimo beneficio a favore dell’Izs, anzi, apparirebbero solo oneri, giacché prevederebbe, riassuntivamente:
– la cessione sic et simpliciter alla Fondazione di un buon numero di attività oggi espletate dall’Izs stesso (è prevista, tra l’altro “…la cessione di contratti a titolo oneroso stipulati dall’ICT con soggetti pubblici e privati per consulenza tecnica in materia di sicurezza alimentare (…) comprensiva della relativa attività di laboratorio. (…) I pagamenti saranno riscossi direttamente dalla Fondazione mentre i costi derivanti dall’impiego del personale dell’ ICT eventualmente utilizzato nonché delle sue attrezzature saranno rimborsati all’I CT previa valorizzazione secondo gli usi”):
– il conferimento del complesso immobiliare dell’Aquila del valore stimato di euro 12.444.289,56;
– la copertura di ogni onere connesso alla fase di start-up della Fondazione;
– l’utilizzo della struttura del CIFIV a titolo di comodato d’uso gratutito, nonché la relativa gestione;
– l’uso corrente dei laboratori e della relativa strumentazione tecnico-scientifica, previo specifico atto negoziale;
– n.1 autovettura di servizio di proprietà dell’Izs a titolo di comodato d’uso gratuito;
– le prestazioni professionali del Segretario Generale dell’Izs, del dirigente addetto alla gestione delle risorse umane dell’Izs e di un addetto alla segreteria dell’Izs, a titolo gratuito e senza oneri aggiuntivi per la Fondazione, “in via di prima applicazione della Convenzione”, e quindi per un ambito temporale indefinibile;
il tutto, senza l’individuazione certa di benefici adeguati e senza che ci sia il minimo cenno a quale possa essere per l’Izs la convenienza a privarsi di attività da sempre espletate nel migliore dei modi in ossequio alla professionalità ed eccellenza conquistate nel tempo»
IL PATTO LEONINO
Secondo i revisori: «Sarebbe configurabile, seppure impropriamente, un patto leonino vietato dalla legge da parte della Fondazione, la quale ha solo vantaggi e privilegi e quasi nessun onere. E’ quindi solo di sfuggita che citiamo l’Articolo 7 (Penalità), nel quale, forse erroneamente, sono state previste solo ed esclusivamente a carico dell’Izs, mentre nulla viene detto in caso di inadempienza della Fondazione».
LA CONCLUSIONE
E’ un invito ad agire subito, quello dei revisori:?«Si sottolinea e si ribadisce pertanto la pericolosità assoluta derivante dalla sottoscrizione di una simile convenzione, qualora venisse portata a termine così come concepita. Si auspica vivamente, per quanto sopra, che vengano fattivamente cercati e trovati meccanismi giuridici che ripristinino le giuste attribuzioni di ruoli e di poteri, prima ancora che la Fondazione veda il riconoscimento della personalità giuridica e divenga operativa. Nelle more, si raccomanda che per prudenza almeno non vengano effettuati ad essa conferimenti, quanto meno per la salvaguardia del patrimonio immobiliare dell’Izs».
Tratto dalla Città quotidiano – 10 marzo 2012