Storico simbolo di Veneto Agricoltura, complesso architettonico di altissimo pregio sorto nel ‘400 e successivamente ampliato, la Corte benedettina di Legnaro è ora in vendita, con altri “gioielli di famiglia”, per 8 milioni di euro. L’immobile ospita gli uffici dell’agenzia regionale, un ristorante, un residence con foresteria e una sala convegni. In questi luoghi istituzioni, categorie e società scientifiche come la SIMeVeP hanno organizzato importanti corsi e giornate di formazione. E’ la stessa giunta regionale a sottolinearlo nella delibera che decide l’alienazione: «il complesso è divenuto negli ultimi dieci anni un importante punto di riferimento per l’attività formativa, informativa e convegnistica».
Alla Corte è annesso pure un terreno edificabile, «che appare sicuramente appetibile». Sarà. Ma in chi come noi era abituato a vedere la Corte benedettina come un luogo d’incontro e di formazione questa notizia suscita un certo rammarico. Non siamo i soli. Il consigliere regionale Piero Ruzzante si oppone alla vendita e sottolinea come in questo momento congiunturale si rischi una “svendita”. E come un complesso di quel pregio non debba finire all’asta (a cura di C.Fo).
Di seguito l’articolo del Mattino di Padova.
«Con la delibera del 18 ottobre 2011 la giunta Zaia ha infatti dato attuazione all’articolo 16 della legge 18 marzo 2011, con la quale sono state fissate le linee guida del Piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare. Nel piano sono contemplati gli immobili di proprietà della Regione per i quali siano venuti meno la destinazione a pubblico servizio o il pubblico interesse all’utilizzo.
«Il richiamo alla situazione congiunturale – afferma nelle premesse della delibera il vicepresidente della Regione Marino Zorzato – si evidenzia, in particolare, nel vincolo dall’utilizzo delle risorse derivanti dalle operazioni effettuabili: tali risorse dovranno essere destinate al finanziamento degli interventi sul patrimonio immobiliare regionale e alla costituzione di un fondo finalizzato al finanziamento dei settori strategici della politica regionale, quali il trasporto pubblico locale, il settore sociale e il lavoro».
Ma quali sono i beni immobili, ubicati nel Padovano, che verranno messi all’asta? Il bene più costoso è rappresentato dal Complesso Termale ex-Inps di Battaglia Terme, che la Regione si è vista trasferire dall’Istituto Nazionale della Previdenza sociale nel 2003. Nel 2005 il valore assicurato di ricostruzione è stato fissato in 15 milioni 235 mila euro. L’immobile, inutilizzato, vanta una superficie totale di 117 mila 861 metri quadrati (di cui 97 mila 939 mila scoperti): quattro piani fuori terra, uno interrato. Nelle note si specifica che «la valorizzazione dell’immobile risulta necessaria sia per un’eventuale alienazione quanto per una possibile concessione. Nella seconda ipotesi lo Stabilimento verrebbe dato in concessione a un privato che si assumerebbe gli oneri ordinari e straordinari per la ristrutturazione e il mantenimento dello stabile».
Altro bene di grandissimo pregio è il complesso della Corte Benedettina di Legnaro, complesso architettonico sorto nel ’400 e successivamente ampliato. L’immobile (valore di 8 milioni) ospita gli uffici di Veneto Agricoltura, un ristorante, un residence con foresteria e una sala convegni. La giunta regionale sottolinea che «il complesso è divenuto negli ultimi dieci anni un importante punto di riferimento per l’attività formativa, informativa e convegnistica del settore primario». Alla Corte è annesso pure un terreno edificabile, «che appare sicuramente appetibile».
Una stima di 4 milioni e mezzo è stata assegnata dalla Polizia di Stato (che la sta attualmente utilizzando) alla scuola ex- Gil di via Diaz. La superficie totale sfiora i 4 mila metri quadrati (di cui 1576 scoperti).
Un valore assicurato di ricostruzione, per il 2005, pari a 2 milioni 900 mila euro è stato invece attribuito alla villa veneta Nani Loredan di Sant’Urbano, di cui Palazzo Balbi è proprietario dal 1979. La superficie scoperta è di 39 mila 375 metri quadrati. Nelle note si legge che la che risulta «particolarmente utilizzata dal Comune di Sant’Urbano esclusivamente per la parte arborea, per l’esercizio dell’attività istituzionale».
Nell’elenco dei beni che la Regione mette in vendita troviamo infine anche un terreno inutilizzato (9 mila metri quadrati) ad Arquà Petrarca. All’immobile, già di proprietà dell’Opera Nazionale Combattenti, è stata attribuita, nel 2007, una stima d’ufficio pari a 5 mila 717 euro. «La giunta veneta – commenta Piero Ruzzante, consigliere regionale del Pd – conta di recuperare 78 milioni dalle alienazioni in tutta la Regione. Non ci sembra questo il momento migliore per la vendita: si rischia infatti di cedere i gioielli di famiglia sottocosto. Siamo comunque contrari alla vendita del patrimonio immobiliare se si tratta di beni di prestigio come la Corte Benedettina di Legnaro e lo Stabilimento Inps di Battaglia Terme».
Il Mattino di Padova – 4 marzo 2012