Si sono conclusi i lavori della commissione medica di indagine istituita dall’Usl 9 per far luce sul decesso di due ospiti della casa di riposo Pagani di Oderzo – Mario Modanese Bellomo, 75 anni di Meduna, ed Ernesto Brunello, 65 anni di Carbonera – e sull’intossicazione di altri 42 anziani residenti nella struttura di riposo. Ora tutto è in mano al direttore sanitario dell’Usl 9 Pier Paolo Faronato che ieri ha consegnato una relazione sui risultati sia alla Procura che ai Nas che stanno conducendo le analisi per conto del sostituto procuratore Iuri De Biasi, titolare del fascicolo. I dati delle analisi condotte dal team sanitario composto da un microbiologo, dal responsabile del servizio alimenti e da un igienista sono ancora coperti da segreto istruttorio.
Ormai però è sicuro che il batterio che ha scatenato la tossinfezione sia stato veicolato dal cibo che gli ospiti hanno consumato al pranzo di martedì 7. Sotto la lente di ingrandimento ci sono carne e verdura cotta (non si escludono i funghi), alimenti dove è possibile si sia annidato il Clostridium Perfringens, il batterio isolato nei campioni di feci raccolte immediatamente dopo l’intossicazione oltre che nel corpo di uno dei deceduti sottoposto ad autopsia. La commissione d’indagine ha comunque messo ai raggi X tutta la filiera del cibo: dalla cucina (i pasti vengono realizzati dalla società di ristorazione «Serenissima»( che ha in appalto il servizio), all’arrivo delle pietanze sigillate alla struttura di riposo dove vengono scodellate nei piatti. Nella relazione del direttore sanitario ci sono quindi i dati sulle analisi dei campioni di feci e degli alimenti che poi dovranno essere intersecati con i risultati delle indagini del Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri di Treviso. Indagini, quelle dei Nas, condotte anche ieri – per la seconda giornata consecutiva – sia alla Pagani (dove sono stati sentiti alcuni operatori) sia nelle cucine della Serenissima che si trovano dentro l’area dell’ospedale di Oderzo. Un atto dovuto per l’inchiesta aperta dalla Procura. Poi nel tardo pomeriggio di ieri l’incontro dell’Usl con i Nas per un confronto. I risultati e quindi la causa della gastroenterite acuta potrebbero essere resi noti già lunedì. Dopodiché saranno individuate responsabilità e presi i provvedimenti per quanto accaduto martedì 7. E’ questo infatti il giorno in cui è avvenuta la tossinfezione. I primi sintomi sono comparsi mercoledì 8. Modanese Bellomo e Brunello accusano dolori più forti e vengono portati in ospedale in stato di choc. Il primo muore la sera dell’8, mentre il secondo la mattina del 9. Gli altri ospiti, invece, un po’ alla volta guariscono. Dopo poche ore il secondo decesso c’è l’intervento del Dipartimento di prevenzione della Madonnina di Treviso che ha iniziato ad indagare sull’accaduto.
La Trbuna di Treviso 18 febbraio 2012
Batterio killer. Morti e intossicati in casa di riposo, la Procura manda i Nas. Nel mirino dell’Asl 9 carne e funghi
Controlli a tappeto da parte dei carabinieri del Nas alla residenza per anziani Pagani e nella sede della «Serenissima Ristorazione» all’ospedale di Oderzo. I militari sono stati inviati dal sostituto procuratore Iuri De Biasi dopo le morti del 78enne di Meduna di Livenza Mario Modanese Bellomo e del 65enne di Carbonera Ernesto Brunello, e l’intossicazione alimentare di altri 42 ospiti della casa di riposo su 56 totali. Le ispezioni sono proseguite per tutta la giornata e saranno replicate anche oggi. «Un atto dovuto per l’inchiesta aperta dalla Procura» ha commentato Sandro Valerio, presidente della Residenza Pagani di Oderzo che ha confermato l’ispezione.
Al momento l’ipotesi più accreditata è quella, stando alla relazione inviata alla magistratura dall’Usl, di una modalità di cottura o di una conservazione dei cibi non accurata che ha permesso a un batterio killer di infettare gli anziani.
Si tratterebbe del «clostridium perfrigens», dello stesso ceppo del botulino anche se di minor pericolosità, che è stato isolato dall’autopsia nel corpo di una delle due vittime. Le indagini sono mirate a capire come sia arrivato nel cibo destinato ai degenti anche se sotto accusa ci sarebbero già alcune partite di carne. Ma potrebbe trattarsi anche di qualche contorno abbinato alla portata principale. I piatti vengono infatti consegnati sigillati alla casa di riposo, il che escluderebbe un contagio in loco. Le prime ispezioni, però, non hanno evidenziato condizioni igienico-sanitarie fuori norma nel centro cottura che fornisce i pasti alla «Pagani». Entro lunedì sarà inviata in Procura una nuova relazione. Intanto le analisi della commissione d’inchiesta dell’Usl 9 stanno proseguendo a pieno ritmo. Sotto la lente di ingrandimento tutta la filiera del cibo, dal confezionamento nelle cucine della Serenissima ristorazione che ha in appalto il servizio e che consegna i pasti sigillati, alla somministrazione ai tavoli della «Pagani». L’intossicazione è avvenuta martedì 7, a pranzo o a cena. I primi sintomi compaiono mercoledì 8. Subito la cooperativa che ha in appalto l’assistenza degli ospiti psichiatrici, l’Insieme si può, aumenta il suo contingente per far fronte all’emergenza. Modanese e Brunello accusano dolori più forti e vengono portati in ospedale: Modanese Bellomo muore la sera dell’8, mentre Brunello la mattina successiva. Poche ore dopo il secondo decesso il Servizio igiene dell’Usl 9 comincia a indagare. Sotto la lente di ingrandimento fin da subito le condizioni igieniche di posate e lo stato della frutta conservata nei frighi della casa di riposo
Nel mirino carne e funghi
Intossicazione alla residenza «Pagani», nel mirino ci sono anche i funghi. Non sarebbe solo la carne consumata dagli ospiti della casa di riposo «Pagani» di Oderzo al centro delle indagini sull’origine della gastroenterite acuta che mercoledì della scorsa settimana ha colpito 44 ospiti su 56 della struttura di ricovero opitergina e portato al decesso Ernesto Brunello, 66enne di Carbonera, e Mario Modanese Bellomo, 75enne di Meduna di Livenza. Ma appunto anche i funghi trifolati che sarebbero stati serviti agli ospiti della struttura sanitaria durante il pranzo di martedì 7. Anche su questo fronte quindi si stanno muovendo investigatori e autorità che stanno cercando di capire cosa è successo la scorsa settimana alla «Pagani». I risultati delle analisi sui campioni di cibo raccolto nelle ore immediatamente successive ai decessi sono da ieri sotto segreto istruttorio essendo in corso un’indagine della Procura. Ma le voci sui funghi sono cominciate a circolare fra chi frequenta le strutture di assistenza di Oderzo già poche ore dopo l’accaduto. Insieme a questo si parla anche dello spezzatino, nel menu di quel giorno. Il Clostridium Perfringens, il batterio che con tutta probabilità è all’origine dell’intossicazione e che è stato isolato nei campioni di feci e in uno dei cadaveri, può annidarsi sia nella carne, che nella verdura, in particolare quella cotta. Il suo sviluppo è legato alle condizioni di temperatura.
Il genere Clostridium comprende bacilli anaerobi obbligati, gram positivi, in grado di formare spore se le condizioni ambientali sono avverse. Sono organismi ubiquitari, è cioè possibile isolarli nel suolo, in acqua, negli scarichi fognari, e costituiscono la normale flora batterica del tratto gastrointestinale degli animali e dell’uomo. Alcune specie sono patogene per la produzione di tossine, tra queste vi sono gli agenti eziologici del tetano, del botulismo e della gangrena gassosa. Sono privi di citocromi e hanno sia catalasi che perossidasi negative, cioè non possiedono questi enzimi.
La Tribuna di Treviso – 17 febbraio 2012
Indaga la Procura, prima relazione dell’Asl 9
L’Usl 9 consegna alla magistratura una prima relazione sull’intossicazione che la settimana scorsa ha colpito 44 ospiti della casa di riposo «Pagani» di Oderzo e portato al decesso Mario Modanese Bellomo, 77 anni di Meduna, ed Ernesto Brunello, 65 anni di Carbonera. Il rapporto sullo stato delle indagini in corso è stato consegnato martedì al Foro trevigiano. Entro lunedì sarà inviata una seconda relazione, più completa. Ad annunciare il coinvolgimento della Procura sono stati ieri l’assessore regionale al Sociale Remo Sernagiotto e il direttore dei Servizi sociali dell’Usl 9 Gerardo Favaretto, riunitisi ieri a Oderzo, insieme al presidente delle Residenze per anziani Sandro Valerio e la commissaria regionale per la non autossuficienza Annalisa Basso, per un summit su quanto accaduto.
Intanto le analisi della commissione d’inchiesta dell’Usl 9 stanno proseguendo a pieno ritmo e a 360 gradi. Sotto la lente di ingrandimento tutta la filiera del cibo, dal confezionamento nelle cucine della Serenissima ristorazione che ha in appalto il servizio e che consegna i pasti sigillati, alla somministrazione ai tavoli della «Pagani». L’intossicazione avviene martedì 7, a pranzo o a cena. I primi sintomi compaiono mercoledì 8. Subito la cooperativa che ha in appalto l’assistenza degli ospiti psichiatrici – l’Insieme si può – aumenta il suo contingente per far fronte all’emergenza. Modanese e Brunello accusano dolori più forti e vengono portati in stato di choc in ospedale: Modanese Bellomo muore la sera dell’8, mentre Brunello la mattina successiva. Poche ore dopo il secondo decesso il Servizio igiene dell’Usl 9 comincia a indagare. Sotto la lente di ingrandimento fin da subito le condizioni igieniche di posate e lo stato della frutta conservata nei frighi della casa di riposo. Ma non viene rilevato nulla di anomalo. Le indagini poi si spostano anche nelle cucine della società di ristorazione che fornisce i pasti a questa e altre 5 strutture della Rao (oltre che all’ospedale di Oderzo).
Il Servizio igiene requisisce i campioni di cibo prodotto martedì (per legge infatti le aziende di ristorazione devono conservare ogni giorno dei campioni) e a breve si avranno i risultati delle analisi condotte in queste ore dall’Arpav. Sul lato più strettamente medico, l’autopsia su uno dei deceduti porta all’isolamento del batterio Clostridium perfrigens che può svilupparsi in verdure e carni e sviluppare tossine in particolari condizioni di temperatura e umidità. Lo stesso batterio viene isolato in 6 campioni di feci. «Non è semplice localizzare il momento della filiera del cibo in cui qualcosa è andato storto – spiega Favaretto – Vista la modalità acuta è difficile pensare che non abbia a che fare con il cibo. Non siamo di fronte a un’epidemia. L’episodio è stato superato. Appena le cause saranno chiarite prenderemo provvedimenti».
Entro lunedì verrà fatta chiarezza. Le indagini sarebbero mirate su quattro partite di cibo, in particolare di carne. I problemi potrebbero essere nella conservazione o per un contatto del cibo con agenti esterni. La stessa partita alimentare consumata il 7 febbraio, è stata distribuita anche in altre strutture senza conseguenze. Il direttore sanitario dell’Usl 9 Pier Paolo Faronato aggiunge: «Stiamo monitorando tutto. Dal lavaggio, alla cottura, fino ad arrivare alla porzionatura, ai vassoi e alla conservazione del cibo». Sandro Valerio esprime il cordoglio per i parenti delle vittime e si dice intenzionato a fare tutto il possibile per capire lo origini del contagio».
Obiettivo dichiarato anche da Sernagiotto: «È nelle nostre intenzioni capire cos’è successo alla Pagani che ha causato il decesso di due ospiti e disturbi di salute per altri 44, senza cercare capri espiatori ma andando in fondo alla vicenda e alle responsabilità. Sul caso interviene l’assessore regionale all’agricoltura, Franco Manzato: «Due morti assurde, sulle quali dobbiamo focalizzare l’attenzione di tutti, a partire dalle istituzioni. Non si può morire nel Veneto del 2012 per intossicazione alimentare in una struttura che dovrebbe essere protetta al massimo livello da eventi di questo genere».
La difesa dell’azienda che fornisce i pasti: «Quel batterio è anche nella polvere»
La Serenissima Ristorazione, che si occupa dei pasti che vengono serviti nella residenza Pagani di Oderzo, ha incaricato un laboratorio di analizzare il cibo servito quel giorno agli anziani. Un’indagine interna dunque per capire se il batterio clostridium perfrigens arrivasse dal cibo o dall’esterno. L’incarico è stato dato all’Istib, Istituto Italiano di bromatologia di Scorzè, che da oltre dieci anni si occupa di analizzare i pasti del colosso della ristorazione. «Ci ha lasciato perplessi il fatto che dallo stesso centro di cottura siano usciti circa mille pasti quel giorno, e che solo in quel luogo si sia registrata una presunta intossicazione», ha spigato la dottoressa Diana Franco, responsabile del centro di analisi. Da tecnico, non si azzarda in ipotesi ma spiega che quel batterio «si può trovare in molti luoghi diversi, anche nella polvere». I pasti consumati nella residenza sono stati preparati nel centro cottura dell’ospedale di Oderzo. Dove sono stati sigillati e trasportati alla residenza, dove sono stati consumati il giorno stesso. Le analisi dell’Istib sono iniziate oggi. Sono realizzate su un campione testimone. «Si tratta di alcuni pasti cotti quel giorno identici a quelli che vengono serviti. Poi sono congelati proprio perché possano essere messi a disposizione in casi come questi», ha spiegato Diana Franco. Solo domani potranno arrivare i primi dati, anche se per la conferma si dovrà attendere probabilmente fino a lunedì. «La differenza rispetto a quello che si è appreso dall’autopsia – conclude la dottoressa Franco – è che noi indaghiamo il collegamento diretto con il cibo mangiato. Mentre il batterio è stato trovato nelle feci, che non significa che fosse nei pasti». Andrà però sciolto un ulteriore nodo nel caso in cui le analisi confermassero la salubrità del pasto, ovvero quello relativo alla conservazione.
La Tribuna di Treviso – 16 febbraio 2012