Continua l’inchiesta di ItaliaOggi. Di Luigi Chiarello. Fondi europei assegnati ad aziende che producono meno latte di quanto dichiarato. O che non producono affatto. Il tutto con la complicità o, meglio, per causa di Agea. Che nel biennio 2003-2004, in basa alla legge, avrebbe dovuto revocare le quote latte assegnate agli allevatori, che non producevano abbastanza. Per poi riassegnarle a chi invece produceva di più. Ma Agea non ha revocato quanto doveva. E ballano qualcosa come 741.013 quintali di quota latte non revocati (e poi non redistribuiti), corrispondenti a 3.771 aziende. Numeri monstre che, se confermati, inchioderebbero l’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura a responsabilità enormi, come quella di aver causato il fallimento di molte aziende.
Numeri quantificati da un’indagine dei Carabinieri Mipaaf, i cui risultati sono oggi al vaglio della procura di Roma. Una prima informativa al tribunale di Roma è datata 15 novembre 2010. Una seconda refertazione reca la data del 21 febbraio 2011. Ma quel che è peggio, spiegano i Carabinieri, è che «in base alle quote latte possedute nell’annata 2005/2006 sono stati fissati i titoli per i contributi comunitari». Ciò significa, chiosa l’Arma, «che se le quote dovevano essere revocate e non lo sono state, qualcuno ha indebitamente percepito finanziamenti comunitari». Di più: «In tale ipotesi possono ricondursi gli allevatori, i Caa (Centri di assistenza agricola), e quindi le associazioni sindacali di categoria, le regioni ovvero la stessa Agea», scrivono i Nac. I Caa e le associazioni in qualità di intermediari e le regioni in qualità di soggetti attuatori delle revoche, sulla base di elenchi forniti da Agea.
Un atto d’accusa pesantissimo, che se confermato farebbe saltare l’intero sistema agricolo italiano. Le revoche di quote per l’annata 2003/2004 dovevano scattare a decorrere dal primo aprile 2005. La legge 119/2003 prevede, infatti, che il produttore che non produca almeno il 70% della quota di latte in suo possesso subisca la sforbiciata. Ma la mancata revoca sul 2003/2004 ha creato un mostro. I Carabinieri lo mettono nero su bianco: «In base alla normativa del disaccoppiamento della Pac (regolamenti 1782/03 e 795/04) i titoli fissati sui quantitativi individuali di riferimento potevano essere trasformati e accorpati alla Pac sui terreni mediante un pagamento unico. Quindi», spiegano i Nac, «coloro i quali hanno fissato i titoli in modo illegittimo (perché le quote avrebbero dovuto essere revocate per mancata produzione nell’annata 2003/2004) in base alle quote possedute al 31 marzo 2006 (data di chiusura della campagna lattifera), potrebbero successivamente aver accorpato i titoli con la Pac terreni e percepire indebitamente per gli anni avvenire il contributo comunitario». In parole povere, i premi calcolati sulla quota latte indebitamente posseduta, poi accorpati a quelli della Pac terreni, avrebbero garantito una rendita mostruosa dal 2006 al 2013. Cioè per tutta la durata dell’attuale politica agricola. Un baratro nei conti di cui., scrivono i Carabinieri, «la responsabilità ricade interamente in capo ad Agea».
Leggi anche l’articolo uscito su ItaliaOggi il 24 gennaio scorso
Quote latte, errori Agea? Idv e Lega in pressing. Le coop bianche, il ministro Catania chiarisca
Rischio anarchia» sulle quote latte: a lanciare l’allarme è Fedagri-Confcooperative, dopo la notizia pubblicata sabato scorso da ItaliaOggi, in merito a presunti errori di Agea nel conteggio delle produzioni, che porterebbero a una sovrastima della produzione di latte contabilizzata rispetto a quella reale.
In una nota, la centrale cooperativa chiede direttamente al ministro delle politiche agricole, Mario Catania, di «far chiarezza al più presto sui presunti errori dell’Agea nel computo della produzione per applicare nella campagna in corso regole rigorose e uguali per tutti». Intanto, in commissione agricoltura alla camera si registra l’inedita convergenza tra Lega Nord e Italia dei Valori sul tema. Il deputato Idv, Anita Di Giuseppe, ha avanzato la richiesta di avviare una nuova indagine per verificare i numeri del settore. Il deputato leghista, Sebastiano Fogliato, ha annunciato una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla questione. Fedagri è preoccupata: «Se gli errori fossero confermati», si legge in una nota, «le migliaia di produttori che sostenendo negli anni enormi sacrifici economici hanno rispettato le normative dovrebbero essere rimborsati delle multe versate e degli investimenti sostenuti per acquisire nuove quote. Se invece fosse confermata la bontà dei dati Agea, come sostenuto a più riprese da autorevoli commissioni ad hoc, occorrerebbe applicare finalmente le normative, come avviene negli altri paesi Ue, mettendo tutti i produttori sullo stesso piano competitivo senza tollerare ulteriori sacche di immunità o di impunità». Catania, del resto conosce il terreno su cui si gioca questa partita, essendosi occupato di quote latte agli albori del meccanismo. E Fedagri lo ricorda: «Confidiamo che il ministro Catania – che ben conosce sia la questione quote latte, sia gli obblighi che l’Italia ha nei confronti dell’Ue e l’imminente infrazione che quest’ultima si riserva di attivare nei confronti del nostro Paese – ponga fine, una volta per tutte, alla querelle facendosi portavoce unico, univoco e credibile dell’Autorità preposta all’applicazione delle normative, imponendo la dovuta riservatezza alle verifiche interne in corso e fornendo i necessari chiarimenti sugli adempimenti da ottemperare».
28 gennaio 2012