di Ignazio Marino. Casse di previdenza con le spalle al muro: o saranno in grado di poter garantire pensioni ai loro iscritti per 50 anni oppure scatterà il metodo di calcolo contributivo. Lo prevede la Manovra Monti (legge 214/2011, articolo 24, comma 24) che dà tempo fino al 30 giugno 2012 agli enti privatizzati (di cui al dlgs 509/94) e privati (dlgs 103/96) per presentare ai ministeri vigilanti i nuovi bilanci tecnici in equilibrio per mezzo secolo oppure le delibere idonee a riportare i conti all’interno della nuova soglia di sicurezza. Pena, oltre il cambiamento del metodo di calcolo delle pensioni, anche un contributo di solidarietà dell’1% sugli assegni per gli anni 2012-2013. Leggi anche l’intervista al presidente Adepp Camporese
A rischiare di più sono le casse di vecchia generazione, ovvero quelle che ancora adottano prevalentemente il più generoso sistema retributivo. Si annunciano dunque sei mesi di passione per i vari consigli di amministrazione delle varie gestioni. Visto che, per evitare l’aumento dei contributi e l’innalzamento dell’età pensionabile, l’unica possibilità che le casse hanno di dimostrare la nuova sostenibilità dei loro conti è quella di poter utilizzare nei calcoli (ai fini della dimostrazione del nuovo equilibrio) anche il patrimonio accantonato. Possibilità che i presidenti dei vari istituti sperano di avere e che chiederanno ufficialmente al ministero del lavoro guidato da Elsa Fornero.
I più esposti sono sicuramente gli enti privatizzati nel 1994 come quelli di avvocati, geometri, medici, agenti di commercio, consulenti del lavoro, veterinari, notai, architetti e ingegneri, giornalisti, farmacisti. Per i professionisti iscritti, la pensione è in tutto o in parte calcolata attraverso il più generoso sistema retributivo che la Fornero, prima da studiosa della materia e poi da ministro, non ha mai visto di buon occhio. Tanto da eliminarlo del tutto nel sistema pubblico a partire dal primo gennaio 2012. Queste casse recentemente hanno adottato tutta una serie di riforme per arrivare alla sostenibilità trentennale imposta dalla Finanziaria del 2007. Ma ora si tratta di rifare i calcoli per altri venti anni. Per questi istituti pensionistici, di conseguenza, utilizzare il patrimonio ai fini della nuova soglia di sicurezza voluta da Monti diventa fondamentale. Visto che, secondo i dati in possesso di ItaliaOggi (si veda ItaliaOggi del 14/10/2010), nessuno di loro oggi sarebbe in grado con i soli contributi di contemplare un equilibrio per un periodo così lungo.
I meno esposti, invece, sono gli enti nati privati nel 1996 come quelli di periti industriali, infermieri, biologi, psicologi, attuari, chimici, geologi, dottori agronomi e forestali. E la cassa dei dottori commercialisti che, seppur privatizzata nel 1994, adotta oggi al pari di quelli citati il meno generoso sistema contributivo. Si tratta di gestioni in equilibrio per definizione che non temono la sostenibilità a 50 anni.
Italia Oggi 7 gennaio 2012