E’ imminente una proposta della Commissione europea per l’adozione di regole più severe in merito alla somministrazione di antibiotici negli allevamenti. Il commissario europeo per la salute John Dalli lo scorso novembre ha infatti lanciato il piano quinquiennale contro la resistenza agli antibiotici, e ha annunciato l’intenzione di limitare l’uso di prodotti specifici in allevamento. Attualmente, infatti, gli antibiotici agli animali sarebbero responsabili di almeno venticinquemila morti all’anno. Le linee guida per un uso prudente dei farmaci in allevamento sono già nel cantiere di Bruxelles, e potrebbero essere pubblicate già quest’anno, o al massimo nel 2013.
La Commissione sta inoltre lavorando a una nuova legge sulla sanità animale, che fisserà delle norme più chiare per il settore zootecnico, e a due provvedimenti che revisioneranno la direttiva sui medicinali veterinari e la normativa sui mangimi medicati.
La proposta dell’Ue in materia di utilizzo degli antibiotici ha delle precise ragioni. I batteri, infatti, diventano sempre più resistenti alle cure convenzionali proprio a causa dell’abuso di antimicrobici in medicina sia umana che animale. E il fenomeno sta diventando una vera e propria emergenza: le colonie di ‘super germi’ resistenti alle cure si sviluppano infatti proprio negli allevamenti, luoghi ideali in quanto l’utilizzo di antimicrobici è tanto massiccio quanto disinvolto. E questo nonostante in Europa esistano divieti di utilizzo di farmaci per favorire la crescita degli animali da allevamento. Ma finché ai divieti non seguiranno adeguati controlli – ad oggi carenti – gli allevamenti continueranno a non rispettare le regole.
E così la Commissione europea intende limitare il sottodosaggio, una pratica che ha funzione di misura preventiva, al fine di evitare che il bestiame si ammali. Ma il sottodosaggio è molto pericoloso, soprattutto quando vengono utilizzati prodotti come le cefalosporine, assunti anche dall’uomo. Proprio questi ultimi antimicrobici sono nel mirino dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, che intende bandirli dagli allevamenti, soprattutto perchè esistono alternative più sane e altrettanto efficaci a questi farmaci. Le cefalosporine andrebbero invece utilizzate solo per il trattamento delle malattie mortali invasive (come la setticemia provocata dagli enterobatteri), e forse è proprio questa la strada che la Commissione europea intende intraprendere.
fonte: agrinotizie – 5 gennaio 2012