Con una lettera al presidente Zaia, agli assessori Coletto e Sernagiotto e al segretario regionale alla Sanità Mantoan, la commissione Sanità chiede alla Giunta di riconoscere ai direttori generali delle aziende sanitarie il premio di risultato, così come previsto dal contratto. Una rivendicazione che suona quantomeno singolare in un momento di crisi in cui tutti sono chiamati a dare un segnale che passa per il portafogli di ciascuno. Anche se, è bene ricordarlo, segretari e dirigenti degli enti regionali hanno continuato a ricevere il “premio”. «Siamo consapevoli che possa apparire impopolare difendere la remunerazione dei più alti livelli dirigenziali» spiega il presidente della commissione Sanità Leonardo Padrin
«Ma non è accettabile che un manager che governa un’azienda con migliaia di dipendenti e si assume la responsabilità di garantire il diritto alla salute a centinaia di migliaia di cittadini sia retribuito meno di un funzionario di banca. Chi ha maggiori responsabilità dovrebbe guadagnare di più dei suoi sottoposti. Se la Regione non avrà il coraggio di adottare scelte controtendenza, uscendo dagli schemi imperanti, si verificherà inevitabilmente un impoverimento della pubblica amministrazione a scapito della qualità dei servizi e della buona gestione delle risorse». Ad oggi, i massimi vertici delle aziende sanitarie hanno diritto a un’integrazione che può arrivare al 20% dei 154 mila euro dello stipendio (decurtato del 20% per i manager di nuova nomina), previa valutazione dei risultati di gestione e della realizzazione degli obiettivi assegnati dalla Regione. «I direttori generali – aggiunge Padrin – hanno ricevuto solo un acconto del premio per il 2008 e poi non hanno più avuto alcun incentivo, né alcuna indicazione da parte della Regione su un’eventuale cancellazione dell’indennità di risultato. In questo momento di difficoltà economica, in cui la Regione sta chiedendo loro un grande impegno per garantire l’eccellenza dei servizi sanitari contenendo le spese, invitiamo la Giunta ad adempiere alla previsione contrattuale o, quantomeno, a pronunciarsi con chiarezza sull’eventuale sospensione». In realtà, da un paio di mesi la delibera, portata in Giunta da Luca Coletto, viene respinta al mittente per l’incapacità della maggioranza di trovare la quadra sulle percentuali di premio da corrispondere. «In un momento come questo, in cui si taglia qualunque cosa, un po’ di attesa non è la cosa peggiore – minimizza l’assessore alla Sanità – resta il fatto che è giusto che la gente che ha lavorato venga pagata: si parlassero di più tra colleghi il problema sarebbe già stato risolto. A gennaio, comunque, chiudiamo la partita, provvedendo al saldo e liquidando i premi fino al 2011».
La Nuova Venezia – 24 dicembre 2011