Intersindacale e Federazione degli Ordini dei medici in allarme per le norme del decreto “salva-Italia” in campo previdenziale, specie per gli effetti che la stretta avrà sui colleghi più giovani. La «forte preoccupazione» dei camici bianchi è espressa in una nota. «Con le norme dell’ultima finanziaria (aumento dell’età pensionabile con scalone di 6 anni, soppressione Inpdap, irragionevole norma che impedisce all’Enpam di conteggiare il proprio patrimonio per garantire l’equilibrio cinquantennale) il Governo sembra solo voler fare cassa con le pensioni pubbliche e private della categoria». «E, sostenendo di tutelare i giovani, non fa altro che togliere ai più anziani senza dare loro nulla in cambio»
«E senza considerare che l’integrità psico-fisica degli operatori è fattore necessario per la stessa sicurezza delle cure», si legge nella nota. «I medici – avverte ancora il comunicato – non sono cittadini di serie B e non sono disposti a subire misure così discriminatorie e irragionevoli sulle proprie pensioni, ed è per questo che fin da ora si riservano di attivare ogni possibile azione sindacale unitaria contro le norme contenute nella manovra. Norme che penalizzano una categoria che ha sempre tenuto un atteggiamento previdenziale virtuoso e responsabile e che ha già pagato il contributo più alto al risanamento dei conti pubblici». La nota è stata diffusa da Anaao Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi-Emac, Fp Cgil medici, Fassid, Cisl medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Fp Cgil stpa, Sds Snabi, Fimmg, Sumai Assoprof, Intesa sindacale, Smi, Ugl medici, Aio, Andi, Fnomceo.
22 dicembre 2011