Prima di lasciare il ministero, Ferruccio Fazio ha fatto recapitare alle Regioni la proposta per il riparto 2012. I criteri rispecchiano quelli del 2011. Ma alle Regioni del Sud era stata promessa l’introduzione di criteri socioeconomici, la cosiddetta “deprivazione”. Come interverrà il nuovo ministro? La proposta di riparto dei fondi destinati alla sanità per il 2012 è arrivata sul tavolo delle Regioni la scorsa settimana, poco prima che il Governo rassegnasse le dimissioni e che Ferruccio Fazio lasciasse dunque il ministero di Lungotevere a Ripa. Una proposta senza novità: i 106, 173 mld di euro che dovrebbero servire a coprire il fabbisogno del Ssn per il 2012 sono ripartiti tra le Regioni con gli stessi criteri utilizzati lo scorso anno.
Si parte dunque dalla popolazione residente, corretta con la “pesatura” per età (che assegna maggiori risorse per la popolazione anziana) e anche con il “lapis”, quel bilanciamento conclusivo fatto per evitare sproporzioni troppo grandi tra un anno e l’altro.
Nessuna traccia invece di quei criteri socioeconomici (deprivazione) che soprattutto le Regioni del Sud chiedono da tempo, ma che risultano particolarmente indigesti ai rappresentanti della Lega. E proprio su questo sembra si sia accesa la discussione nella Commissione Salute delle Regioni, riunitasi ieri proprio per avviare l’analisi della proposta.
Il fabbisogno finanziario complessivo destinato al Ssn per il 2012 è di 108,779 mld. Da questa cifra occorre però togliere 2,42 mld “finalizzati” (destinati cioè a Istituti zooprolattici, medicina penitenziaria, Cri, Centro nazionale trapianti e altre voci minori) e 179 mln “tagliati” in ragione delle riduzioni delle visite fiscali e del decreto legislativo sanzioni. Restano invece da ripartire tra le Regioni i 69 mln che coprono i rinnovi delle convenzioni in atto e 200 mln per gli extracomunitari “emersi”. Si arriva così a 106,173 mld, ovvero la cifra che sarà effettivamente ripartita tra le Regioni, ma che comprende anche, come si vede nella tabella sotto, il Bambin Gesù e l’Associazione dei cavalieri dell’Ordine di Malta.
Governo Monti apre alle Regioni Riparto 2012: la proposta di Fazio
«In questa prima fase assumerò direttamente le competenze relative agli affari regionali». Mario Monti scandisce bene le parole nel suo intervento programmatico al Senato e spalanca porte e finestre al dialogo e alla piena collaborazione con Regioni ed enti locali. Le autonomie, dai governatori ai sindaci, naturalmente promuovono in pieno la decisione: s’è aperta una nuova fase, siamo pronti a collaborare, confermano. Riaprendo la fitta agenda di cahiers de doléance e rilanciando la richiesta di un incontro a stretto giro di posta col neo premier.
La scelta di Monti nasce, anche grazie alla sponda del Colle, dalla consapevolezza che tutte le istituzioni in questo momento più che mai devono restare unite, remare verso la stessa direzione, gettarsi alle spalle le lunghe e delicate fasi di rottura degli ultimi anni. «Spero in questo modo – ha spiegato il professore – di manifestare una consapevolezza condivisa circa il fatto che il lavoro comune con le autonomie debba proseguire e rafforzarsi, nonostante le difficoltà dell’agenda economica. In tale prospettiva si dovrà operare senza indugio per un uso efficace dei fondi strutturali dell’Unione europea».
I rapporti con le autonomie erano stati assegnati nel precedente Governo a Raffaele Fitto, il cui impegno è stato spesso riconosciuto dai governatori e sindaci. È mancato però troppo spesso il confronto con Berlusconi, per non dire del rapporto sempre tesissimo con Giulio Tremonti, soprattutto in occasione di tutte le manovre di questi anni. Ma creare adesso nuove tensioni, non coinvolgerle in pieno le autonomie nelle nuove e dolorose scelte in arrivo, sarebbe però un errore gravissimo. E per questo Monti tiene per sé (almeno «in questa prima fase») la delega dei rapporti con loro.
Il premier sarà insomma in prima fila ai tavoli di confronto, tra l’altro tenendo per sé anche la delega dell’Economia. Un netto cambio di passo. «Questa nuova impostazione potrà modificare le relazioni col Governo, nella speranza che sia possibile costruire un percorso condiviso che veda tutti i livelli istituzionali impegnati allo stesso modo» plaude il rappresentante dei governatori, Vasco Errani. «Un bel segnale per le autonomie, che testimonia un’attenzione non di facciata» aggiunge il presidente Anci, Graziano Delrio.
Naturalmente la strada non sarà in discesa per Regioni ed enti locali, alle prese con i maxi tagli della manovra dell’anno scorso e poi di quest’anno. Con un’agenda che va dai tagli ai servizi sociali, a partire dal trasporto pubblico locale, al patto di stabilità, dal welfare alle infrastrutture, dalla programmazione dei fondi Fas e comunitari fino alla riforme istituzionali e alla possibilità di applicare il federalismo.
Per non dire della costruzione del nuovo «Patto» sulla sanità e dei tagli in cantiere per la salute pubblica, una vera emergenza per i bilanci regionali.
Sulla sanità del resto il Governo sarà da subito alle prese col riparto dei fondi per il 2012: proprio prima di lasciare l’ex ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha inviato alle Regioni la proposta di divisione dei 106 miliardi costruita sulla base dei soli criteri dell’età e della numerosità della popolazione. Ma non di quelli (come la deprivazione e le più sfavorevoli condizioni socio-economiche) chiesti soprattutto dal Sud, ma su cui la Lega (e non solo) frena. Ora il nuovo Governo dovrà dire da che parte sta.
IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA LA PROPOSTA DI RIPARTO 2012
IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA LA PROPOSTA DI RIPARTO PER GLI OBIETTIVI DI PSN 2012
di Robero Turno (da Il Sole-24 Ore) – 18 novembre 2011
Ecco il testo della proposta di delibera Cipe sul riparto 2012
Porta la data del 10 novembre scorso. Sei giorni prima della fiducia al nuovo Governo Monti. E’ la proposta di intesa del ministro della Salute di deliberazione del Cipe per il riparto tra le Regioni delle disponibilità finanziarie per il Ssn per l’anno 2012, unita a quella per il riparto delle somme vincolate, sempre per il 2012.
La proposta esce ovviamente dal gabinetto “Fazio” e a gestirla insieme alle Regioni sarà il nuovo ministro Renato Balduzzi. Ma alcuni punti fermi ci sono. A partire dall’ammontare delle risorse pari a 108,779 miliardi di euro, di cui 106,582 oggetto del riparto tra le Regioni.
Come avvenuto per il 2011, il finanziamento indistinto, pari a 105,904 miliardi, viene ripartito tra le Regioni sulla base della frequenza dei consumi sanitari della popolazione residente, distintamente per Lea e per fasce di età.
Ed è proprio sui criteri che si potrà ancora una volta aprire la battaglia tra Nord e Sud, dato che quest’ultimo insiste affinché nel riparto si tenga conto anche di quel criterio di “deprivazione” in grado di dare peso al gap strutturale e organizzativo del meridione sanitario. Insomma una partita tutta da giocare, tra Balduzzi, Regioni e il neo ministro ad interime per l’Economia Mario Monti.
quotidianosanita.it – 17 novembre 2011