Ultimo atto nella (troppo) breve e travagliata vita del Centro regionale di alta formazione promosso dalla Regione e istituito dall’Asl 12, che nel 2006 ne aveva affidato la direzione a Franco Toniolo, già potente segretario generale della sanità regionale prima di essere coinvolto in una vicenda giudiziaria che l’aveva portato agli arresti domiciliari. L’Asl 12 ora chiede alla Regione di rimborsare 614 mila euro, i soldi spesi per far funzionare quel Centro per un anno e mezzo. Più della metà dei soldi sono stati spesi per pagare lo stipendio a Toniolo (346mila euro); il resto per gli stipendi dei 4 dipendenti che al Centro lavoravano e per le spese correnti (120mila euro).
L’istituzione del Centro era stata presentata, cinque anni fa, nell’ambito di un grande progetto con cui la Regione puntava allo sviluppo di attività di formazione di alto livello in ambito sanitario e sociale. Un progetto che avrebbe dovuto promuovere, sotto la regia dell’Asl 12, la collaborazione tra le università di Padova e Venezia (Ca’ Foscari e Iuav) e, al contempo, “valorizzare le strutture sanitarie presenti nel centro storico di Venezia”. Si prevedeva, appunto, la costituzione di un “Centro regionale per la formazione inter-universitaria in ambito socio-sanitario”, il cui dirigente avrebbe dovuto essere “figura dirigenziale di massimo livello”.
La scelta del direttore generale dell’Asl 12 Antonio Padoan, nel novembre 2006, era caduta su Toniolo, ex braccio destro di Giancarlo Galan costretto a lasciare l’incarico dopo essere stato arrestato con l’accusa di corruzione, nell’aprile precedente, dalla Guardia di Finanza in seguito alle accuse del re delle cliniche private veronesi Giuseppe Puntin. Ebbene Toniolo, nel frattempo “riabilitato” anche dall’allora ministro della salute Livia Turco al vertice dell’Agenzia nazionale per i servizi socio sanitari, aveva avuto la possibilità di rimettersi in gioco ad alto livello coordinando il Centro regionale di formazione inter-universitaria.
«Ora che quel Centro è chiuso mi chiedo chi farà questo lavoro» si chiede Dario De Rossi (Cisl). Una preoccupazione che non sfiora, al contrario, Ivana Fogo (Cgil). «Le Asl hanno già loro strutture di formazione (l’Asl 12, in particolare, ha attivato da qualche anno una Scuola veneta di sanità particolarmente attiva, ndr)- sottolinea la sindacalista – Centri come questo rappresentano a nostro avviso soltanto una sovrastruttura. E una sovrastruttura piuttosto costosa».
Nessun problema, quindi, nasce dalla chiusura di quel Centro. Anzi. La sua attività è stata rilanciata sotto altre forme dal nuovissimo Veneto Formss che ha sede a Camposampiero, in provincia di Padova. Il rilancio di Venezia, però, finisce per essere un obiettivo ancora da raggiungere.
di Massimo Scattolin – La Nuova Venezia – 5 novembre 2011
E ora arriva Veneto Formss. Ma a dirigerlo c’è sempre lui: Franco Toniolo…..
… a cantarne le lodi un articolo del Giornale di Vicenza (a firma di Franco Pepe*) del 1 novembre 2011.
«In un primo tempo si era pensato a Villa Breda nel Padovano, ma poi la difficoltà di poter adeguare una sede sicuramente prestigiosa alle necessità di una scuola di formazione manageriale ha convinto ad optare per un’altra soluzione. È stato Francesco Benazzi, dg dell’Ulss 15 Alta Padovana – è nel cda – a proporla. Così Veneto Formss ha ora la sua sede operativa e legale al primo piano dell’ospedale di Camposampiero, nell’ex archivio rimesso a nuovo e rinfrescato. La didattica, però, si fa solo anche in altre cinque sedi, di cui due nel Vicentino: villa Nievo a Montecchio Precalcino e villa Valmarana Morosini ad Altavilla. Perché Veneto Formss ha una filosofia di area vasta e vuole avvicinare la formazione alle sedi di lavoro del personale socio-sanitario veneto.
Rispetto al passato è una rivoluzione per questa scuola nata dalla fusione fra Cuoa Sanità e Crif. «La novità sostanziale – spiega il direttore Franco Toniolo – è che ora si opera su indirizzo preciso della Regione. Assessore e segretario della sanità ci dicono quali programmi dobbiamo portare avanti. Sono loro a darci le indicazioni. Importante anche il fatto che ora, a differenza di quando c’era Cuoa Sanità, operiamo solo nel pubblico. Lavoriamo in house, mentre prima si operava in autonomia sul mercato e a spot. Siamo diventati uno strumento delle aziende. È una cosa importante. Siamo al servizio della sanità pubblica. Una sola incognita, di carattere finanziario. I tagli di Tremonti impongono alle aziende di spendere per la formazione il 50 per cento in meno rispetto al 2009. Un problema non indifferente da affrontare». Altra novità di questa scuola di formazione – aderiscono tutte le Ulss del Veneto meno Bussolengo, Asolo, Venezia e Chioggia): negli ultimi mesi sono entrate Adria, Belluno e Legnago, e sette fra le Ipab di maggiori dimensioni- è che, in attesa di fare formazione per il top management, si inizia con il middle.
Sono già partiti i corsi per gli amministrativi, mentre a fine anno si darà il via a quelli per medici non primari e caposala. Partita anche la formazione locale: a Vicenza per la prevenzione, a Thiene-Schio e ad Este-Monselice per impostare il personale sulla base di precise linee guida prima dell’ingresso nei nuovi ospedali. «I docenti – dice Toniolo – sono i più vari, anche professori universitari, purché abbiano esperienza sul campo. Noi non vogliamo trasmettere il sapere universitario ma prevalentemente il saper fare. Non siamo in concorrenza ma in collaborazione con l’università. Sul piano scientifico, accanto al responsabile Valerio Vergadoro, ci avvantaggiamo di una faculty di primo livello. Sono docenti ed esperti di tutta Italia che si riuniscono un paio di volte l’anno e ci offrono preziosi input». Sono i professori universitari Giovanni Bertin e Erasmo Santesso (Cà Foscari), Stefano Del Missier (Bs), Vittorio Mapelli (Mi), Gianni Riccamboni (Pd), Gualtiero Walter Ricciardi (Sacro Cuore Roma), Giovanni Antonio Sala (Vr), Federico Spandonaro (Tor Vergata Roma). E poi Sabina Nuti (Scuola superiore Sant’Anna di Pisa), Cristina Santi (Confcooperative), Alberto Valeri (Fias), Luigi Bertinato (Regione)». *addetto stampa dell’Arss e collaboratore in tema di sanità del Giornale di Vicenza
… E proprio due giorni prima era arrivato il parere incoraggiante della sezione regionale di controllo della Corte dei conti, interpellata dal governatore Zaia: la formazione per gli enti del servizio sanitario non è soggetta alla riduzione del 50% della spesa…. Immaginiamo che il parere sia applicabile anche all’alta formazione manageriale…
5 novembre 2011 – riproduzione riservata