Via libera da parte della Commissione Ue alla nuova Pac, la riforma della politica agricola europea. La riforma estende l’ammontare degli aiuti previsti per i vecchi 15 Stati membri agli attuali 27 partner europei. Per l’Italia ciò significherà un taglio ai contributi a sostegno dei mercati. Secondo Roger Wite, portavoce del commissario Ue all’agricoltura Dacian Ciolos, gli aiuti Ue agli agricoltori italiani registreranno una diminuzione del 6%, pari a circa 285 milioni di euro, tra il 2013 e il 2020. Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, ha commentato, a grandi linee, i contenuti della proposta giudicandola nel complesso insoddisfacente e illustrando il percorso utile alla definizione di una proposta nazionale di Pac.
Cia, no a taglio risorse sostegno ai veri agricoltori
Proposta «insoddisfacente» anche per la Confederazione italiana agricoltori (Cia). Secondo il presidente della Cia, Giuseppe Politi, «essa è condizionata dal pesante e ingiustificato taglio delle risorse per l’agricoltura. In questo modo si compromette qualsiasi sviluppo e si mette a rischio la stessa competitivitá. Fortemente penalizzati saranno gli agricoltori italiani, con migliaia di imprese in grave pericolo». «È una proposta di budget che va assolutamente ridiscussa e rivista. L’agricoltura del nostro Paese -aggiunge Politi- pagherebbe un dazio insostenibile, con un taglio complessivo degli interventi di circa il 25 per cento. Insomma, le misure previste dall’Esecutivo Ue, soprattutto in un periodo caratterizzato da una forte volatilitá dei prezzi e da una perdita costante del reddito degli agricoltori, sono totalmente inadeguate.
Confagricoltura, proposta non sostiene competitività imprese
Negativo anche il primo commento di Confagricoltura. L’organizzazione agricola, comunque, ricorda che prende il via oggi un lungo percorso negoziale che impegnerá i governi nazionali e il Parlamento europeo per tutto il 2012. Peraltro, anche nella fase di formulazione delle proposte, i governi e le organizzazioni agricole hanno discusso con la Commissione nel merito delle nuove regole. Ne è la prova lo stralcio, chiesto da Confagricoltura, della scadenza del 2028 per la convergenza dei pagamenti diretti su un importo unico per tutti gli ettari coltivati nell’Ue.
Coldiretti: negoziato difficile, ma le risorse devono andare agli agricoltori veri
«Invece di definire gli agricoltori attivi in base a quello che effettivamente fanno, la riforma della Politica Agricola Comunitaria li definisce solo in base alla quantità di aiuti che ricevono premiando così le rendite e le dimensioni e non certo il lavoro e gli investimenti». Coldiretti Veneto alza i toni in riferimento al varo da parte della Commissione Europea del testo proposta della PAC ricordando che le risorse devono andare agli imprenditori agricoli veri che producono cibo, contribuiscono all’occupazione e alla crescita e, soprattutto, vivono di agricoltura lontani da logiche di rendita, in coerenza con la strategia Europa 2020. Un negoziato che si prospetta difficile con una trattativa tutta in salita ma c’è la convinzione di mettere in campo ogni azione utile per realizzare un modello piu’ equo e giusto condiviso con le altre organizzazioni agricole e con la stessa Regione Veneto in considerazione della riduzione del budget che l’Italia non merita affatto.
In gioco – riassume la Coldiretti – ci sono per l’Italia circa 6 miliardi di fondi comunitari all’anno per i prossimi sette anni, ma soprattutto il futuro di 1,6 milioni di imprese agricole che danno occupazione a circa un milione di dipendenti e che garantiscono il presidio territoriale di oltre 17 milioni di ettari di terreno coltivato totale dal quale nascono produzioni da primato che danno prestigio e competitività al Made in Italy nel mondo.
tratto da agenzie e ilsole24ore.com – 12 ottobre 2011