La direzione della sanità animale e del farmaco veterinario del ministero della Salute ha emesso un parere sulle misure da mettere in atto nei casi di nosemiasi. Il Regolamento di polizia veterinaria, agli articoli 154 e seguenti, prevede che nei casi di nosemiasi l’apiario colpito venga posto sotto sequestro e si istituisca una zona di controllo di tre chilometri. Misure che possono essere revocate solo a “risanamento accertato” a cui si può giungere attraverso l’impiego di trattamenti o la distruzione. E che sono difficilmente gestibili nei casi di nosema ceranae non esistendo un farmaco autorizzato per la cura della patologia.
Ora la nota del ministero dà indicazione di applicare le misure del Rpv solo nei casi di nosema apis clinicamente manifesta e non nei casi di nosema ceranae
«Negli ultimi anni – spiega Gianluigi Bressan, referente SIMeVeP per l’apicoltura – il nosema apis è stato sostituito in quasi tutta Italia da nosema ceranae. Cambiando l’agente eziologico si è modificata anche la sintomatologia: la nosemiasi da nosema apis era caratterizzata principalmente da diarrea primaverile associata a scarso sviluppo della colonia, quindi sintomi ben visibili, mentre la medesima patologia sostenuta da nosema ceranae è molto più subdola in quanto caratterizzata da sintomi aspecifici che a volte culminano con fenomeni di spopolamento. Spesso il reperimento di nosema ceranae è casuale e come complicante di altre patologie, quindi era difficile l’applicazione del Regolamento di polizia veterinaria, attuabile in realtà per un’altra patologia non così diffusa».
E aggiunge: «Questo parere del Ministero della Salute ha chiarito come ci si deve comportare in caso di evidenziazione di nosema ceranae, risolvendo un problema difficilmente gestibile da veterinari e apicoltori. Quindi va dato atto alla dottoressa Gaetana Ferri e al suo staff di aver saputo gestire il problema con rapidità e competenza».
a cusa di g.b. – 8 ottobre 2011 – riproduzione riservato