L’insediamento del nuovo Comitato nazionale per la sicurezza alimentare è stato salutato con soddisfazione dall’assessore all’agricoltura del Veneto, Franco Manzato (nella foto mentre fa la spesa). «Auguro al Comitato – ha detto Manzato – un buon lavoro, per contribuire a dare ulteriori certezze ai consumatori, accompagnare l’impegno del nostro sistema produttivo, scardinare le frodi pericolose provenienti da ogni parte del mondo». E ha continuato: «La sicurezza e la sanità degli alimenti non è solo un prerequisito indispensabile, ma è un nostro vanto, del nostro sistema e dei nostri produttori. Il Veneto è leader a livello regionale in questo campo, dove a fianco della produzione di qualità è attiva una rete di alta efficienza».
«Essa comprende tra l’altro il sistema regionale di prevenzione, con la fitta maglia di controlli veterinari, l’Istituto Zooprofilattico, l’Arpav, i Consorzi di tutela, le strutture fitosanitarie, il dipartimento di Susegana dell’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, l’ottima azione dei carabinieri del Nas e più in generale di tutte le forze dell’ordine».
«Ma nessuno sforzo e nessun impegno sono mai troppi – ha concluso Manzato – per dare ai cittadini le certezze che chiedono e ai mercati di tutto il mondo un made in Italy che crea valore e immagine»
Come non condividere queste affermazioni a tutela della sicurezza alimentare? Permettetemi però una piccola osservazione in tono semischerzoso. Nessun maschilismo per l’amor di Dio, ma mi sono ormai fatto l’idea che la sicurezza alimentare, almeno in Italia, sia come quelle donne, di piccola virtù e grande cuore, che a furia di cambiar letto si trovano a morire vecchie e sole perché nessuno le ha volute sposare e portarsele a casa. “Tuti la vol ma nissuni la tol!!!” si direbbe dalle mie parti.
Mi spiego meglio e in tono più consono. Leggere la nota dell’assessore Franco Manzato sul comitato per la sicurezza alimentare, se da un lato è stata una boccata di aria buona, dall’altro mi ha fatto male al cuore. A prescindere dalle competenze, e che a nessuno venga in mente di dire che io auspico un passaggio della veterinaria pubblica sotto l’agricoltura, non è possibile che al dottor Manzato, così attento anche alle cose romane, sfugga quello che sta succedendo in casa sua e nostra. Qui nella regione leader dell’agroalimentare, anche con l’alibi di una profonda crisi economica, si è demansionato tutto un servizio regionale, si potano i servizi veterinari delle Ulss, le direzioni di dipartimento di prevenzione ed i dipartimenti funzionali di sicurezza alimentare, il Norv, per non parlare dell’IZSVe. In una parola tutte quelle strutture di eccellenza che hanno preservato dai disastri sanitari del Nord Europa la nostra regione, e sono sempre state un valore aggiunto per i cittadini, per i produttori e persino per i visitatori della nostro Veneto. Questi non sono rami secchi da tagliare, signor assessore, e la ringraziamo di averlo pubblicamente riconosciuto.
Come sindacato che rappresenta i veterinari pubblici del Veneto, parleremo di questi problemi in V commissione venerdì 23 discutendo la bozza del Piano socio sanitario regionale. Ma se può servire parliamone in commissione Agricoltura, con Lei che ha dimostrato una così grande sensibilità, troviamoci anche con l’assessore alla sanità Luca Coletto. Facciamo squadra tutti, ma non lasciamo che la frenesia dei tagli indiscriminati e le ansie ragionieristiche, e non solo, di Roma, distruggano il lavoro veneto di decenni.
Il segretario Fvm Veneto
Roberto Poggiani
18 settembre 2011 – riproduzione riservata