La manovra di Ferragosto è legge dello Stato. Con 314 sì il Governo, nella serata di ieri e dopo aver già ottenuto la fiducia con 316 voti favorevoli e 302 contrari, ha incassato l’approvazione definitiva della Camera sul testo del decreto legge n. 138, così come modificato dal Senato. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto giovedì mattina, poco prima di partire per la Romania. Ora manca solo l’ultimo passaggio, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Nata per anticipare al 2013 il pareggio di bilancio, la manovra con i suoi i 27 articoli che ora la compongono contiene misure per 54,3 miliardi nel 2013, di cui il 65% arriverá da nuove entrate (35,4 miliardi).
Tra queste ultime 4,236 arriveranno dall’aumento di un punto dell’Iva. Dizionario della manovra, le novità in 20 voci. Prelievo del 3% sui redditi alti
Dalle tv al vino, dai giocattoli alle automobili, dalle scarpe ai detersivi, molti prodotti saranno più cari per il ritocco dell’aliquota Iva dal 20 al 21%. Rincari in vista anche per i pieni di carburante che oltre alle accise scontano l’imposta sul valore aggiunto e le sigarette il cui aumento dell’Iva porta a un rialzo di 20-25 centesimi.
Nel frattempo, già da metà agosto con l’entrata in vigore del decreto 138, gli automobilisti alle prese con nuove immatricolazioni sono chiamati a scontare l’aumento (anche di tre volte) dell’imposta di trascrizione. Con la manovra viene di fatto previsto che la tassazione degli atti soggetti a Iva avverrà, anziché secondo una tariffa in somma fissa (150,81 euro), in misura modulata sulla base delle caratteristiche di potenza e portata dei veicoli soggetti ad immatricolazione.
Doveva essere la manovra della super-Irpef con l’arrivo (anche se solo come clausola di salvaguardia) dell’aliquota al 48% nel caso di un contributo di solidarietà troppo elevato tra 90mila e i 150mila euro e i sopra i 150mila euro. Alla fine la solidarietà la dovranno versare nella misura del 3% con la prossima dichiarazione i contribuenti Irpef che hanno redditi complessivi superiori ai 300mila euro.
Sul fronte delle maggiori imposte da versare con la manovra i contribuenti a partire dal 2012 dovranno fare i conti anche con le maggiorazioni delle addizionali all’Irpef che Comuni e Regioni potranno aumentare, rispettivamente, fino al tetto massimo dello 0,8% e dell’1,4% fino al 2014. Sempre dal prossimo 1° gennaio 2012 i contribuenti dovranno misurarsi anche con l’armonizzazione delle rendite finanziarie che scenderanno dal 27 al 20% per i depositi bancari e aumenteranno dal 12,5 % al 20% per i capital gains. Resterà tutto invariato al 12,5% per i titoli pubblici. Per le imprese del settore energetico è già scattato per l’anno d’imposta in corso, e dunque dal 1° gennaio 2011, l’aumento della Robin tax che passa dal 6,5% al 10, 5%. Una misura da cui il Governo si attende 1,8 miliardi, tutti destinati a ridurre i tagli ai Comuni facendoli scendere da 6 a 4,2 miliardi. Mentre il mondo delle Cooperative dovrà fare i conti con il taglio delle agevolazioni e il peso degli utili sull’imponibile.
Con la manovra diventa operativo anche il nuovo pacchetto antievasione. La misura più efficace per il fisco è senz’altro la possibilità per gli uffici finanziari di farsi consegnare dagli intermediari i dati delle movimentazioni bancarie per tutta una serie di contribuenti. Le liste selettive che potranno essere così generate saranno utili soprattutto con il nuovo redditometro e con lo spesometro. Anche se attenuata con il maximendamento tornano le manette agli evasori. Non ci sarà sospensione della pena se l’evasione se per i reati meno gravi l’evasione supera i 3 milioni di euro mentre per i reati più gravi i 3 milioni di evasione dovranno rappresentare almeno il 30% del volume di affari. Stretta in arrivo anche per le società di comodo con un’addizionale del 10,5% all’Ires e l’indeducibilità dei costi sostenuti per i beni fittiziamente intestati. la lotta all’evasione passerà anche in Comune: per tre anni i sindaci potranno trattenere il 100% dell’incasso della lotta all’evasione.
Non solo fisco. La manovra di Ferragosto porta con sè anche il taglio per 6 miliardi delle spese de ministeri, la riduzione dei costi della politica dalle auto blu al contributo di solidarietà raddoppiato ai parlamentari, dalla la riduzione delle indennità all’accorpamento dei piccoli Comuni e degli uffici giudiziari. Rinviato, invece, al Ddl costituzionale il taglio delle province che comunque, come ha dichiarato ieri il ministro per la semplificazione, avrà un iter accelerato in Parlamento.
C’è poi il capitolo lavoro dove spicca la norma inserita dal Governo al Senato sulle deroghe alla contrattazione collettiva e dunque anche ai licenziamenti.
Doveva essere la manovra sulle pensioni e invece su questo fronte, dopo un balletto di annunci e dietrofront, si anticipa semplicemente al 2014 l’avvio dell’adeguamento graduale al requisito dei 65 anni di età per il pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici private. Legato poi alla scelta dell’uscita dal mondo del lavoro tra vecchia e anzianità è il destino del Tfr degli statali. La liquidazione, infatti arriverà con 6 mesi di ritardo per chi uscirà con la pensione di vecchiaia e con 24 per chi sceglie la via dell’anzianità
Ilsole24ore.com – 15 settembre 2011