Tutti a rapporto con i conti alla mano. La ripresa del lavoro per i 23 direttori generali delle Asl del Veneto sarà un po’ traumatica: primo appuntamento per tutti (a scaglioni) con il segretario generale Domenico Mantoan per controllare l’andamento del primo semestre del 2011. L’obiettivo è quello di non trovare qualche sorpresa sul finire dell’anno quando mettere in atto una ulteriore manovra correttiva per far quadrare i bilanci sarebbe quanto meno impossibile. Ma non sono solo i direttori generale ad essere chiamati a raccolta: il 6 settembre a conclave con il segretario Mantoan ci saranno i direttori dei Pronto Soccorso per i “codici bianchi”.
L’idea è quella di mettere un po’ di ordine per evitare gli accessi impropri che intasano le strutture (e costano). C’è pure l’ipotesi di un display che aiuti il cittadino a capire cosa sta avvenendo mentre attende. Altro capitolo per risparmiare.
Del resto lo scorso anno, proprio in questo periodo, si vociferava di un buco della sanità di un miliardo e 200 mila euro, cifra sicuramente esagerata, ma che ha prodotto nel sistema sanitario veneto una vera e propria corsa al risparmio che ha dato i suoi frutti. Mai come prima le Asl sono state capaci di risparmiare, tagliando rami secchi o contraendo gli acquisti.
Quest’anno pare andare un po’ meglio, voci di corridoio assicurano che a parte qualche situazione storicamente disperata, non ci dovrebbero essere buchi clamorosi e la manovra di settembre non dovrebbe essere poi così traumatica. Una situazione di (apparente) calma piatta che ha come complice una manovra che l’assessore Luca Coletto e il segretario Mantoan hanno messo in atto ancora all’inizio dell’anno, coinvolgendo tra le varie figure anche i medici di medicina generale. Ed è proprio su queste figure, 3500 camici bianchi nel Veneto, che la Regione ha riposto molte aspettative. Ben ripagate, se il risparmio che i medici hanno ottenuto nelle sole prescrizioni di farmaci è stato di 15 milioni di euro. «Abbiamo puntato sulla appropriatezza della cura, usando in maniera oculata i vantaggi legati alla scadenza dei brevetti di alcune molecole, i farmaci cosiddetti equivalenti – sottolinea Lorenzo Adami, segretario Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale) del Veneto fino a tre mesi fa e ora responsabile del Veronese – I soldi risparmiati dovevano servire per liberare risolse da destinare al potenziamento del territorio, ma molte Asl non stanno mantenendo la parola e le utilizzano per coprire i buchi nei bilanci».
Paradossalmente la spesa farmaceutica in Veneto per il 2010 è stata di 769.611.942 (-0,4% nel quinquennio 2006-2010), mentre il numero delle ricette è stato di 38.995.502 (+26% nel quinquennio 2006-2010). E il trend del primo semestre pare incrementi di quasi un 50 per cento la performance positiva. «Perchè abbiamo prescritto con più appropriatezza – sottolinea Adami – Curando meglio e spendendo meno».
Adesso però i medici si aspettano che la delibera che prevede l’avvio del processo di riorganizzazione della medicina territoriale, che giace a palazzo Balbi da 6 mesi, venga approvata così come era nei patti.
Il Gazzettino – 28 agosto 2011