Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge contenente le misure per fronteggiare la crisi economica. Il sì dell’esecutivo è arrivato attorno alle 21, dopo circa due ore di riunione. Nel decreto non ci sono solo i contributi di solidarietà aggiuntivi all’Irpef, già abbondantemente anticipati, che vengono comunque confermati: 5% della quota eccedente i 90.000 euro e 10% della quota eccedente i 150.000 euro per i lavoratori autonomi; e addizionale a partire dall’aliquota del 41% applicata ai redditi superiori a 55mila euro per gli autonomi. Tra i contenuti del documento ci sono anche interventi che riguardano in particolare il settore pubblico.
Ad esempio, secondo le anticipazioni dell’Ansa, i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità.
E, ancora, potrebbe essere stabilito il pagamento con due anni di ritardo dell’indennità di buonuscita dei lavoratori pubblici. Non è invece prevista alcuna riduzione degli stipendi degli statali, notizia che era circolata nelle prime indiscrezioni nei giorni scorsi ma sarebbe al momento saltata.
GLI ENTI LOCALI – Quanto alla paventata riduzione delle Province considerate inutili, dalle prossime elezioni vi sarebbe la soppressione di quelle relative ad una popolazione complessiva al di sotto dei 300.000 abitanti, ovvero 36 enti sparsi nell’intero territorio nazionale. Il governo vorrebbe poi la fusione dei Comuni sotto i mille abitanti – e sarebbero coinvolti circa 1.500 enti su un totale di circa 8 mila – e la riduzione dei componenti i Consigli regionali.
LE PENSIONI – Ci saranno poi aggiustamenti in campo previdenziale, su cui probabilmente la Lega farà pesare la propria posizione negativa. In particolare, viene anticipato dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni (entro il 2027) dell’età pensionabile delle donne nel settore privato. Sono previsti inoltre interventi disincentivanti per le pensioni di anzianità, con l’anticipo al 2012 del requisito della quota 97 data dalla somma tra età anagrafica e anni di contribuzione.
LE FESTE INFRASETTIMANALI – Quanto alle festività infrasettimanali «non concordatarie», ovvero non religiose, verranno spostate al lunedì. Non saranno dunque fatte coincidere con una domenica, come inizialmente previsto, ma saranno attaccate al weekend così da evitare i ponti, considerati deleteri per la produttività delle imprese.
LOTTA ALL’EVASIONE – C’è poi il capitolo della lotta all’evasione fiscale. E’ stata prevista la tracciabilità – vale a dire l’obbligo di pagare con assegni o trasferimenti bancari e non in contanti – di tutte le transazioni superiori ai 2.500 euro con comunicazione all’Agenzia delle entrate delle operazioni per le quali è prevista l’applicazione dell’Iva. È inoltre previsto ‘inasprimento delle sanzioni, fino alla sospensione dell’attività, per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali.
NIENTE RITOCCHI DELL’IVA – Nella bozza di manovra non vi sarebbe invece alcuna traccia di un possibile aumento dell’Iva. Anzi l’ipotesi sarebbe accantonata. E salterebbe anche qualunque intervento sugli immobili e i patrimoni mobiliari. E’ poi stato confermato l’aumento al 20% per tutte le rendite finanziarie, esclusi gli interessi dei titoli di Stato che restano al 12,5%.
Corriere.it – 12 agosto 2011
Manovra di Ferragosto, ecco le misure (in pillole) che il Governo si appresta a varare
La manovra aggiuntiva che il consiglio dei ministri si appresta a varare pesa 45 miliardi di euro, 20 nel 2012 e 25 miliardi nel 2013. Più tasse per gli autonomi sopra i 55.000 euro di reddito; stop ai ponti con le feste spostate al lunedì; slitta tfr per statali. Sono alcune delle misure entrate nel provvedimento nell’ultim’ora.
AUTONOMI
Aumento della quota Irpef per gli autonomi, a partire dall’attuale 41% per i redditi oltre i 55.000 euro.
TREDICESIME
I dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità.
TFR
Pagamento con due anni di ritardo dell’indennità di buonuscita dei lavoratori pubblici.
PENSIONI DONNE
Viene anticipato dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni (entro il 2027) dell’età pensionabile delle donne nel settore privato.
PROVINCE
Dalle prossime elezioni è prevista la soppressione delle Provincie sotto i 300.000 abitanti, fusione dei Comuni sotto i mille abitanti, con sindaco anche assessore, e la riduzione dei componenti i Consigli regionali.
PONTI
Le festività infrasettimanali «non concordatarie» verranno spostate al lunedì.
SCONTRINI
Tracciabilità di tutte le transazioni superiori ai 2.500 euro con comunicazione all’Agenzia delle entrate delle operazioni per le quali è prevista l’applicazione dell’Iva. È inoltre previsto l’inasprimento delle sanzioni, fino alla sospensione dell’attività, per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali.
PENSIONI ANZIANITÀ
Sono previsti interventi disincentivanti per le pensioni di anzianità, con anticipo al 2012 del requisito di 97 anni tra età anagrafica e anni di contribuzione.
CONTRIBUTO SOLIDARIETÀ
Viene esteso ai dipendenti privati la misura già in vigore per i dipendenti pubblici e per i pensionati: prelievo del 5% della parte di reddito eccedente i 90.000 euro e del 10% della parte eccedente i 150.000.
MINISTERI
Previsto un taglio di 6 miliardi di euro nel 2012 e 2,5 nel 2013.
ENTI LOCALI
Verranno ridotti 6 miliardi di trasferimenti nel 2012 e 3,5 nel 2013. Per le regioni il peso della riduzione dei fondi è pari a 1 miliardo di euro. La sanità non verrà toccata.
PERDITE
Riduzione per le società al 62,5% della possibilità di abbattimento delle perdite.
RINNOVABILI
Torna l’ipotesi del taglio del 30% degli incentivi. Non potranno essere superiori alla media di quelli erogati negli altri Paesi d’Europa.
MERCATO ELETTRICO
Verso la divisione in tre macrozone (Nord, Centro, Sud).
SERVIZI PUBBLICI LOCALI
Si punta alla liberalizzazione e verranno incentivate le privatizzazioni.
RENDITE AL 20%
La misura vale circa 2 miliardi di euro. Esclusi i titoli di Stato che restano tassati al 12,5%.
Ilsole24ore.com – 12 agosto 2011
Decreto in Cdm già oggi
Il decreto per l’anticipo del pareggio di bilancio potrebbe essere esaminato già oggi nel tardo pomeriggio dal Consiglio dei ministri. Un’accelerazione, dicono fonti della maggioranza, imposta dalla turbolenza dei mercati, ma anche dalle pressioni del Quirinale, dove ieri sono stati ricevuti il premier, il ministro dell’Economia e i segretari dei due principali partiti d’opposizione. Sui contenuti del decreto, nel quale viene confermato un prelievo sui redditi più alti, c’è ancora, però, incertezza. La trattativa avviata ieri notte è in corso e si protrarrà fino all’ultimo momento utile.
L’intervento massiccio sulle pensioni è comunque sfumato, anche se si interverrà sull’età di uscita delle donne nel privato (ma dal 2015, per andare a regime nel 2027), e non si esclude un’accelerazione del meccanismo delle «quote» per frenare i pensionamenti anticipati. Il recupero delle risorse necessarie per ridurre il deficit verrebbe affidato principalmente alla delega per la riforma dell’assistenza (da cui sono attesi quasi 20 miliardi entro il 2013) e ad un doppio «contributo di solidarietà» a carico del ceto medio-alto, che sarebbe di natura permanente come chiesto da Francoforte e Bruxelles. Si interverrebbe su un doppio binario: con un’addizionale Irpef per i lavoratori autonomi e con un prelievo dalle buste paga per i dipendenti del settore privato. Sugli stipendi si interverrebbe a partire dai 90 mila euro in su, esattamente come stabilito dalla manovra 2010 per i dipendenti pubblici. Il taglio sarebbe del 5% per la parte eccedente i 90 mila euro, del 10% oltre i 150 mila. Per gli autonomi la maggiorazione scatterebbe a partire dall’aliquota del 41% che si applica ai redditi superiori a 55 mila euro.
Tra le misure allo studio ci sono anche nuovi tagli ai ministeri, per un importo di almeno 4 miliardi, le liberalizzazioni delle professioni e dei servizi pubblici locali, con la loro privatizzazione, l’accorpamento sulla domenica delle festività non religiose, interventi per rendere più flessibile il mercato del lavoro, la tassazione di tutte le rendite finanziarie al 20% e nuove misure contro l’evasione fiscale, con sanzioni pesanti per i professionisti che non emettono la fattura. Nel piano anche l’anticipo del federalismo al 2012, con la nuova imposta municipale unica, i costi standard per la sanità e la possibilità per i governatori di manovrare addizionali Irpef e Irap. Per i Comuni più piccoli, oggi obbligati ad associare alcune funzioni, scatterebbe invece l’obbligo di procedere a delle vere e proprie «unioni».
Corriere.it -12 agosto 2011
Le misure nella relazione del ministro Tremonti
MILANO – La relazione di Tremonti alle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio di Camera e Senato. Ecco in sintesi i punti salienti.
INTRODUZIONE – «Dividerò il mio intervento in due parti per illustrare sia la proposta di pareggio di bilancio in Costituzione nell’articolo 81, sia la scelta di anticipo del pareggio di bilancio. È un caso di eterogenesi dei fini».
CONTRIBUTI DI SOLIDARIETA’- «Per quanto riguarda l’evasione fiscale e quindi il recupero di risorse sono possibili contributi di solidarietà». Secondo indiscrezioni trapelate in ambienti vicini alla maggioranza, tale contributo, applicabile solo a redditi privati superiori ai 90 mila euro, potrebbe aggirarsi tra il 5 e il 10 per cento del totale. Si tratterebbe di una estensione anche al privato della tassa già prevista dalla manovra proprio sui redditi dei pubblici dipendenti superiori ai 90 mila euro. Non è ancora chiaro se si tratti di una misura ‘una tantum’ o se il «contributo» possa essere esteso a più anni, da qui al 2013, data del previsto pareggio di bilancio.
VINCOLO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE – Per l’articolo 81 della Costituzione è «necessaria una revisione. Lo dobbiamo cambiare perchè non costituisce un caso di successo, non ha funzionato perchè siamo arrivati ad essere il terzo o il quarto debito pubblico del mondo. La nostra posizione oggi è oggettivamente straordinaria». La scelta di inserire il pareggio di bilancio in Costituzione è «una scelta che segna la fine di un’epoca nella quale l’Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva». Oggi viviamo in un’ epoca «che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli». È fondamentale che nella costituzionalizzazione del pareggio di bilancio ci sia un esplicito riferimento ai meccanismi europei, che sia definito da parte della Repubblica italiana il riconoscimento dei vincoli di bilancio che ci vengono dall’Europa. Non basta fare riferimento ai trattati dell’Unione europea, perché sono in evoluzione».
Le misure di Tremonti
LA DATA DEL PAREGGIO – «La soglia del 2014 per l’obbligo del pareggio di bilancio non l’abbiamo inventata noi, ma da due anni era, sarebbe stata, la data europea». Prima «non c’era nessun obbligo di pareggio di bilancio nel 2011». Ora «c’è ampio spazio per un lavoro che presuppone un disarmo plurilaterale e uno spirito costituente». «Il decreto che pone il pareggio di bilancio al 2014 è stato votato alla Camera a metà luglio. Da allora molti fatti hanno modificato il corso delle nostre attività. Il primo è l’intensificazione verticale della crisi finanziaria: la prospettiva era diversa rispetto a quella in cui è stato costruito il decreto sul pareggio di bilancio».
LA PREVISIONE DELLA CRISI – «Personalmente non penso di essere accreditabile di formule ottimistiche sulla crisi. Dal 2006 ho sempre usato formule di prudenza».
LIBERALIZZAZIONI – Nella lettera della Bce, afferma Tremonti, ci sono indicazioni o suggerimenti per il governo. Uno riguarda le liberalizzazioni «Dobbiamo e possiamo intervenire con forza su liberalizzazioni, servizi pubblici e professioni. Sul lato della crescita serve la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali».
FESTIVITA’ – «Accorpare sulla domenica le festività non religiose potrebbe essere un modo europeo per aumentare la produttività sistemica».
DIPENDENTI PUBBLICI E PENSIONI – «La Banca centrale europea ci ha anche chiesto tagli agli stipendi pubblici attraverso il licenziamento o la dismissione del personale compensato con meccanismi di assicurazione». Nella lettera c’erano «suggerimenti che riguardano le pensioni di anzianità, le donne nel settore privato, e si formula anche l’ipotesi di tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici». Ma, puntualizza Tremonti, «anche questo, non è detto che debba essere oggetto dell’attività del governo italiano».
CONTRATTI DI LAVORO – «Per il mercato del lavoro l’ipotesi da mettere in campo è una spinta alla contrattazione a livello aziendale, con il superamento del sistema centrale rigido».
LICENZIAMENTI – Sempre su indicazione bce, dice Tremonti, ci sono le ipotesi di mettere in campo «una spinta verso la contrattazione a livello aziendale, il superamento di un sistema aziendale rigido e il licenziamento e la dismissione del personale compensato con meccanismi di assicurazione più felici», una «sorta di diritto di licenziare ma compensato con migliori posti di lavoro».
COSTI DELLA POLITICA – «Bisogna intervenire con maggior incisività sui costi della politica. Dobbiamo tornare sulla materia non solo sui costi dei politici, non solo su quanto prendono ma anche su quanti sono. C’è un effetto di blocco, di manomorta».
RENDITE FINANZIARIE – «Sulle rendite, nel testo della riforma fiscale, era già una indicazione precisa. C’è l’ipotesi, fermi i titoli di Stato, di aumentare la tassazione delle rendite finanziarie dal 12,5% al 20%. E c’è l’ipotesi di ridurre i depositi bancari e postali dal 27% al 20%»».
Corriere.it – 11 agosto 2011