Le organizzazioni sindacali che, negli anni dal 2007 al 2010, hanno utilizzato permessi per la partecipazione agli organismi direttivi statutari in misura maggiore di quanto spettante, non dovranno mettere mano al portafoglio così da versare alla funzione pubblica il corrispettivo economico delle ore di permesso fruite e non spettanti. Potranno, infatti, compensare, in un arco da tre a cinque anni, le ore fruite in eccedenza nell’ambito dei contingenti orari previsti per gli anni successivi. Questo grazie ad un’ipotesi di Ccnq firmata lo scorso venerdì tra l’Aran e le maggiori sigle sindacali. L’accordo ha il fine di sanare una situazione che, di fatto, pone fine alle criticità relative al recente utilizzo, da parte delle sigle sindacali del software di rilevazione del monte ore destinato ai permessi sindacali e ad evitare l’insorgere di possibili contenziosi sulla materia.
L’ipotesi comunque, prevede l’attivazione di meccanismi di compensazione a favore delle sigle sindacali che nel quadriennio 2007-2010, hanno sforato il tetto di permessi loro assegnati, fermo restando che l’eventuale compensazione non deve pregiudicare l’esercizio delle prerogative sindacali, stabilendo, a tal fine, che almeno il 30% del monte ore annuo deve restare nella disponibilità delle associazioni sindacali stesse.
In breve, si precisa che se le organizzazioni sindacali dal 2007 al 2010 hanno utilizzato permessi sindacali, ex art.11 Ccnq 7.8.1998, in misura superiore a quella spettante, possono compensare le ore fruite in eccedenza nell’ambito del contingente di permessi loro spettanti negli anni successivi. Sarà la funzione pubblica ad avviare le necessarie iniziative che permetteranno alle pubbliche amministrazioni e alle sigle sindacali la verifica dei dati contenuti nella banca dati Gedap relativi al quadriennio 2007-2010. Tuttavia, tale verifica deve concludersi entro sessanta giorni, al termine dei quali ci saranno ulteriori quindici giorni in cui i dati del sistema Gedap si intenderanno definitivi. La procedura di verifi ca permette ai sindacati che ricevono la nota di palazzo Vidoni di inviare una proposta per la compensazione dei permessi usufruiti in eccedenza. La compensazione può essere «spalmata» in tre anni, decorrenti dal gennaio 2012, detraendo una quota dal monte ore di spettanza. Se l’eccedenza dovesse essere rilevante, è possibile concordare un piano di rientro in cinque anni.
Italia Oggi 3 agosto 2011