Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo su «premi e sanzioni» per governatori e amministratori locali, ultimo dei provvedimenti fondamentali nell’attuazione della riforma disegnata dalla legge delega del 2009. Molte le novità, il cui impatto pratico andrà però esaminato alla prova dei fatti. Vincolati ai risultati. Governatori, presidenti di provincia e sindaci saranno chiamati a pubblicare i risultati della loro amministrazione 90 giorni prima delle elezioni, in una relazione che dovrà indicare le performance economiche dell’ente e delle società partecipate, i risultati dei controlli interni e gli eventuali rilievi mossi dalla Corte dei conti.
Nel caso delle Regioni, la relazione dovrà illustrare anche i conti di Asl e servizi sanitari in genere. L’intento dichiarato del Governo è quello di fare in modo che le campagne elettorali locali avvengano sui risultati concreti (e certificati) dei bilanci, evitando il balletto dei «buchi lasciati in eredità» che il cambio di colore politico nelle amministrazioni porta quasi sempre con sé. Nessuna sanzione, però, è prevista in caso di mancata pubblicazione della relazione, che va semplicemente motivata sul sito Internet.
Non più candidabile chi porta al dissesto
Nel nome della responsabilità, si prevede anche la rimozione, con successiva incandidabilità per 10 anni, per gli amministratori territoriali che danneggiano i propri enti e li portano al dissesto. Nel caso delle Regioni, la previsione si fa più stringente per le amministrazioni impegnate in piani di rientro dal deficit sanitario, perché la responsabilità può scattare anche in sede di verifiche annuali sul raggiungimento o meno degli obiettivi. Per sindaci, presidenti di provincia e amministratori locali in genere, invece, le condizioni sono due: il dissesto dell’ente (fatto rarissimo negli ultimi anni, da quando le norme hanno cancellato il ripiano statale) e un danno condannato dalla Corte dei conti e ritenuto causa diretta del dissesto.
Gli incentivi
Più snello il capitolo dedicato ai «premi», che sono stati in gran parte assorbiti dalla manovra estiva con la previsione di individuare gli enti locali «virtuosi» ed esonerarli dai vincoli generali della manovra. Il decreto legislativo approvato ieri si concentra soprattutto sulle alleanze tra Fisco ed enti territoriali nella lotta all’evasione: in primo luogo, viene esteso alle Province il premio del 50% del maggior riscosso grazie alle alleanze con l’Erario, mentre più in generale si prevede la definizione concertata di piani pluriennali per la lotta all’evasione, con incentivi riservati a chi raggiunge gli obiettivi fissati per ogni anno.
Un tavolo per i crediti incagliati
Dal provvedimento, poi, arriva un nuovo tentativo di aiutare le imprese che hanno problemi di liquidità perché impegnate nell’attesa infinita di vedersi liquidati i crediti incagliati dal Patto di stabilità nelle casse degli enti locali. Sarà un tavolo tecnico paritetico fra Governo e amministrazioni locali a dover studiare nuove soluzioni, puntando soprattutto sulla certificazione del credito e sulle possibili compensazioni regionali. Il decreto sulla regionalizzazione del Patto di stabilità, che darebbe ai governatori il ruolo di camera di compensazione fra enti che hanno disponibilità di pagamenti e amministrazioni in difficoltà, è stato stoppato ieri in Conferenza Stato-Regioni dal veto opposto dai territori a Statuto speciale.
Gianni Trovati – ilsole24ore.com – 28 luglio 2011