Bruxelles manterrebbe comunque potere di autorizzazione. I Paesi membri dell’Ue devono poter decidere autonomamente se vietare gli ogm (organismi geneticamente modificati) dentro i propri confini. Lo dice il Parlamento europeo che ha votato a grande maggioranza (548 a favore, 84 contro e 31 astenuti) la possibilità per i governi nazionali di proporre eventuali divieti o limitazioni della coltivazione ogm nel loro territorio. Dopo il voto favorevole in commissione Ambiente lo scorso aprile, l’intero Europarlamento ha appoggiato la relazione della francese liberale Corinne Lepage che chiede carta bianca sugli ogm per gli stati membri per motivi agro-ambientali, come la resistenza ai pesticidi, l’invasività di certe colture e la minaccia alla biodiversità.
Secondo un’indagine Eurobarometro 2010, ben il 61% degli europei non approva i prodotti geneticamente modificati, il 53% pensa che siano dannosi mentre solo il 21% li ritiene sicuri.
Con questa decisione, l’Europarlamento cerca di scongiurare il rischio che colture ogm possano “contaminare” colture tradizionali in terreni limitrofi, come nel caso di qualche appezzamento di terreno a Pordenone denunciato da Greenpeace. Tuttavia la proposta votata dal Parlamento europeo, approvata solo in prima lettura il che vuol dire che dovrà adesso passare al vaglio del Consiglio Ue (quindi degli stati membri), non prevede tra le ragioni di stop agli ogm quelle sanitarie, di specifica competenza dell’Agenzia Ue di sicurezza alimentare Efsa di base a Parma, ed economiche. Inoltre la nuova legge, qualora approvata, non modificherà la procedura di autorizzazione a livello europeo di colture ogm che resterà appannaggio della Commissione e completerà le decisioni prese dai singoli Stati. È il caso della famosa patata Amflora, la cui coltivazione è autorizzata nell’Ue solo per uso industriale. Resta valida la possibilità di consumare alcuni prodotti contenenti ogm (cotone, mais, proteine batteriche, ceppi di lievito, patata, soia, ravizzone, barbabietola da zucchero). Tuttavia alcuni paesi hanno già deciso di andare oltre, adottando una “salvaguardia” per vietare del tutto gli ogm sui loro mercati (Austria, Francia, Grecia, Ungheria, Germania e Lussemburgo). Soddisfatta Lepage: «Sono molto contenta, il Parlamento ha raggiunto un accordo su questa questione molto delicata che ha rappresentato una grossa preoccupazione per i consumatori d’Europa. Se il Consiglio riuscirà a trovare una posizione comune, gli stati nazionali e le regioni avranno finalmente carta bianca sugli ogm».
BERLATO (PDL): NON VA BENE. È perplesso l’erudeputato Sergio Berlato (Pdl): «Ritengo sia inopportuno imporre ulteriori restrizioni all’unica tecnologia che garantisce contemporaneamente incrementi di produzione e sostenibilità ambientale. Sarebbe piuttosto necessario rafforzarla e migliorarla, perché entro il 2050 la richiesta mondiale di prodotti agricoli aumenterà del 70%». Limitare la libertà d’impresa si tradurrebbe «in perdita di competitività e di crescita per gli agricoltori che, a differenza di altri Paesi, non potrebbero utilizzare prodotti ogm. «Vanno incrementati gli investimenti per ricerca e sperimentazione pubblica, o tutto resta in mano alle multinazionali».
FINCO (LEGA): ORA NUOVA LEGGE. Di tutt’altra idea Nicola Finco, consigliere regionale della Lega, che saluta come fondamentale la votazione del Parlamento europeo e ricorda che ora servono norme chiare in Italia: «In Veneto una proposta di legge c’è già, e porta la firma mia e di tutti i consiglieri regionali leghisti», sottolinea Finco, che chiede ora un voto rapido in Consiglio regionale e sfida Berlato e il Pdl, viste le dichiarazioni anti-ogm del ministro Romano (mentre il predecessore Galan era favorevole) ad assumere «una posizione ufficiale e coerente», anche di fronte alla necessità rilevata dalle categorie agricole di una legge chiara a riguardo, che tuteli la ricerca ma chiuda la porta a ciò che contrasta con la qualità e la salute».
Il Giornale di Vicenza – 7 luglio 2011